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Trump ha frenato l’ascesa delle auto elettriche negli Usa. Report Ft

Sotto Trump, gli Stati Uniti stanno rischiando di perdere terreno nella corsa globale alle auto elettriche, sorpassati dalla Cina.

Come avverte il Financial Times in un nuovo articolo, il ritorno di Trump alla Casa Bianca e la sua decisa svolta a favore dei motori a benzina, gli Stati Uniti stanno rischiando di perdere definitivamente terreno nella corsa globale alle auto elettriche.

L’eliminazione di incentivi fiscali e norme ambientali ha fatto crollare gli investimenti EV di quasi un terzo, con miliardi di progetti finiti nel cassetto.

Questo dietrofront non solo frena lo slancio americano, ma consegna un vantaggio decisivo alla Cina e semina dubbi in Europa sul divieto ai motori endotermici dal 2035.

Per i costruttori tradizionali è un boom di profitti immediati, ma analisti e dirigenti avvertono: chi rallenta ora rischia di essere travolto dai rivali cinesi su prezzi, batterie e tecnologia.

Le stime di vendita EV negli Usa sono state tagliate di netto, mentre giganti come Stellantis e Ford brindano al ritorno del petrolio come a un’“opportunità da miliardi”.

Il crollo degli investimenti EV

Negli Usa, sottolinea il Financial Times, gli investimenti in veicoli elettrici – dalle batterie all’assemblaggio, fino alle colonnine di ricarica – sono precipitati di quasi un terzo, fermandosi a 8,1 miliardi di dollari nei tre mesi fino a settembre rispetto all’anno prima.

Lo rivela il US Clean Investment Monitor, database curato da Rhodium Group e MIT. Solo tra aprile e settembre, progetti per circa 7 miliardi di dollari sono stati archiviati.

La rottura con la linea Biden

Da quando è tornato alla Casa Bianca a gennaio, ricorda il Ft, Trump ha cancellato gli incentivi fiscali per chi acquista EV e ha proposto di eliminare le regole sulle emissioni di gas serra, rompendo bruscamente con il sostegno offerto dall’amministrazione Biden.

Per il presidente, i veicoli elettrici rappresentano una “completa distruzione” per l’industria auto americana e un salasso per i consumatori.

Previsioni di vendita al ribasso

Le stime sono state tagliate senza appello. Secondo AlixPartners, nel 2026 gli EV puri copriranno appena il 7% delle vendite negli Usa – quasi la metà di quanto previsto in precedenza –, con gli ibridi al 22%, i motori a combustione al 68% e i plug-in al 3%.

Anche nel 2030, avverte il Financial Times, la quota di EV puri non supererà il 18% (contro il 25% stimato prima), lontana dal 40% dell’Europa e dal 51% della Cina.

Il vantaggio cinese

Il passo indietro americano rafforza inesorabilmente la leadership cinese nella gara EV e getta ombre in Europa sul divieto di vendita dei motori a combustione dal 2035.

“Dobbiamo correre più veloci per stare dietro ai cinesi – avverte Håkan Samuelsson, CEO di Volvo Cars –. Basta un segnale debole e tutto si ferma”.

Intanto, diversi costruttori europei spingono Bruxelles ad allentare il bando ai veicoli a combustione, per salvare almeno gli ibridi plug-in oltre il 2035.

Il dilemma dei costruttori tradizionali

Per i grandi marchi storici è un bivio, scrive il Ft: incassano margini più alti con le auto a benzina, ma temono di cedere il campo a rivali cinesi come BYD e Geely.

Mark Wakefield, responsabile automotive globale di AlixPartners, lo riassume così: “A breve termine è una pioggia di miliardi; a lungo termine, però, chi rallenta rischia di finire fuori gara su prezzi, batterie e software”.

Stellantis e Ford: miliardi sul petrolio

Stellantis, sottolinea il quotidiano finanziario, ha appena annunciato un investimento record da 13 miliardi di dollari negli Usa nei prossimi quattro anni, tutto puntato su benzina e ibridi.

Jim Farley, numero uno di Ford, non nasconde l’entusiasmo: “È un’opportunità da miliardi”. La sua divisione EV ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con una perdita di 3,6 miliardi, mentre benzina e ibridi hanno portato a casa 2,3 miliardi di profitti operativi.

Agli analisti, Farley ammette: “I cinesi si espandono ovunque, la concorrenza è feroce e la sovraccapacità globale schiaccia i margini”.

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