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Terre rare, cosa fanno le case automobilistiche per emanciparsi dalla Cina

Le restrizioni della Cina sulle terre rare minacciano le case automobilistiche, che non possono contare su altri fornitori di magneti. L'industria sta puntando sul riciclo e sullo sviluppo di nuovi motori, ma la via dell'emancipazione è lunga.

Le restrizioni imposte dalla Cina al commercio di terre rare e di altri elementi critici hanno messo in allarme le case automobilistiche occidentali, dipendenti dalle forniture cinesi per i loro processi produttivi e già in difficoltà per via della crisi sui semiconduttori di Nexperia.

A COSA SERVONO I MAGNETI IN TERRE RARE NELLE AUTO

Com’è noto, Pechino domina le filiere delle terre rare: ne controlla il 70 per cento dell’estrazione a livello globale, l’85 per cento della capacità di raffinazione e circa il 90 per cento della trasformazione in magneti.

I magneti in terre rare sono diffusissimi nelle automobili, dove permettono il funzionamento di tutta una serie di parti come gli specchietti, gli altoparlanti, i tergicristalli e i sensori di frenata. Il loro ruolo è ancora più cruciale nei veicoli elettrici: i magneti permanenti in terre rare sono presenti nel rotore, la parte “mobile” del motore elettrico. In poche parole, senza magneti permanenti un’auto elettrica avrebbe bisogno di una batteria più grande, con tutto quello che ne conseguirebbe sul peso e sul prezzo.

“LA SITUAZIONE È MOLTO TESA”

“La situazione è molto tesa”, ha detto a Reuters Nadine Rajner, amministratrice delegata di Nmd, azienda tedesca che fornisce polveri metalliche all’industria automobilistica: se le scorte di terre rare e di magneti dovessero esaurirsi, i costruttori di veicoli si ritroverebbero costretti a fermare gli stabilimenti. Le alternative alla Cina sono scarse, e attualmente l’Occidente non possiede capacità di raffinazione – il vero anello critico della filiera – sufficientemente grandi da soddisfare il fabbisogno del settore automotive. Per di più, Pechino possiede un quasi-monopolio globale sulla lavorazione delle terre rare pesanti, come l’itterbio e il disprosio, impiegati nei magneti per alte temperature.

IL RICICLO

In teoria è possibile riciclare le terre rare, recuperandole dalle automobili rottamate, ma si tratta di un’industria emergente che non ha ancora raggiunto l’economia di scala. In Francia ha sede Neutral, azienda del gruppo Renault che al momento possiede una capacità di riciclo da 400.000 auto all’anno.

Leggi anche: Terre rare, la Francia è la speranza dell’Europa contro la Cina?

MOTORI SENZA TERRE RARE

Altre case automobilistiche stanno invece puntando sullo sviluppo di motori a basso contenuto di terre rare (è il caso della statunitense General Motors) o del tutto privi (è la strategia della tedesca Bmw, ma anche di Renault). In Italia il gruppo Green Silence ha realizzato un motore elettrico per veicoli industriali senza magneti permanenti, chiamato Spinrel.

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