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Thyssenkrupp, come andrà in Borsa la divisione navale Tkms

La divisione navale Tkms debutta in Borsa questa mattina, mentre il colosso tedesco Thyssenkrupp punta sulla liquidità messa in campo per sostenere la crescita della difesa europea.

Debutto alla Borsa di Francoforte oggi per Thyssenkrupp Marine Systems (Tkms), la divisione difesa del colosso teutonico Thyssenkrupp.

Stamattina Tkms – che costruisce sottomarini e navi di superficie per la marina tedesca e altri clienti in tutto il mondo – fa il suo esordio in borsa, l’ultima mossa della casa madre Thyssenkrupp per semplificare la propria struttura e trarre vantaggio dalla crescente domanda globale di asset per la difesa.

Il colosso teutonico dell’acciaio sta scorporando Tkms per capitalizzare la crescente domanda di equipaggiamenti militari, in un contesto segnato dall’aggressione russa in Ucraina e dalle pressioni statunitensi perché l’Europa assuma maggiori responsabilità nella difesa.

Nel 2024, Tkms rappresentava solo circa il 6% del fatturato del gruppo, ma è una delle poche filiali a essere ancora redditizia, trainata dal dinamismo degli ordini effettuati presso diversi eserciti europei e alleati.

Tutti i dettagli.

LA QUOTAZIONE DELLA DIVISIONE DIFESA DI THYSSENKRUPP

Le negoziazioni delle azioni della società sono iniziate intorno alle 7:00 sulla Borsa di Francoforte, in uno spin-off di Thyssenkrupp che vedrà il conglomerato tedesco mantenere una partecipazione del 51% in Tkms, mentre il resto verrà distribuito ai suoi investitori.

“Attraverso l’Ipo, stiamo creando opportunità di crescita e valore per i nostri azionisti”, ha dichiarato Miguel Lopez, ceo di Thyssenkrupp, in una nota.

Gli azionisti riceveranno un’azione TKMS ogni 20 azioni Thyssenkrupp possedute

COSA FA TKMS

Tkms produce sottomarini, navi da guerra e tecnologie per sensori e sistemi anti-mine. Ad oggi ha siti a Kiel, Amburgo e Brema, tra gli altri, e impiega circa 7880 persone. Tra i clienti figurano, oltre alla Germania, anche Norvegia, Israele e Singapore. L’azienda ha più che triplicato il suo portafoglio ordini in cinque anni. Ora ammonta a 18,6 miliardi di euro, rispetto ai circa 6 miliardi di euro del 2020, alimentato da ordini per sottomarini, navi cacciamine e altre piattaforme da Germania, Norvegia e partner della Nato.

È inoltre in competizione per due contratti cruciali, uno per la costruzione di sottomarini per il Canada, dove compete con la sudcoreana Hanwha Ocean, e uno in Polonia, dove è tra i sei contendenti in gara per la gara d’appalto, ricorda il Financial Times.

GLI OBIETTIVI

La società punta a un mercato in crescita per i sistemi di difesa navale, che potrebbe raggiungere i 61 miliardi di euro entro il 2033, secondo l’azienda.

Non solo, a medio termine, Tkms prevede di aumentare il margine operativo a oltre il 7%, rispetto al 4,3% dell’anno fiscale 2023/24, e punta a una crescita media annua del fatturato del 10%.

“Come Tkms, non solo siamo in una posizione ideale per lo spin-off, ma anche per soddisfare la domanda dinamica del mercato”, ha dichiarato il ceo Oliver Burkhard, in occasione del Capital Markets Day del mese scorso. Tkms punta a un payout ratio compreso tra il 30 e il 50% dell’utile netto e intende distribuire il suo primo dividendo nel 2027.

IL PARERE DEGLI ANALISTI

L’operazione ha catturato l’attenzione dei mercati, con gli analisti che valutano Tkms tra 2,7 e 3 miliardi di euro, circa un terzo della capitalizzazione complessiva di Thyssenkrupp.

Sash Tusa, analista del gruppo di ricerca Agency Partners, ha affermato che questo è un buon momento per quotare in borsa un’attività marittima, con la spesa per la difesa in forte aumento dopo l’attacco su vasta scala della Russia all’Ucraina, riporta il Ft.

Thyssenkrupp non ha reso nota la valutazione della nuova società, ma potrebbe valere circa 3,4 miliardi di euro e forse di più, secondo le stime di Citi.

“Consideriamo il rilancio del settore navale un catalizzatore per Thyssenkrupp”, hanno scritto gli analisti della banca in una recente nota di ricerca, ripresa dal Wsj.

L’ATTENZIONE DA PARTE DELL’ITALIANA FINCANTIERI

Resta di vedetta l’italiana Fincantieri. Da tempo focalizzato sul dominio subacqueo, un ingresso del gruppo cantieristico di Trieste in Tkms significherebbe consolidare in modo decisivo la propria posizione in questo segmento. Già nei mesi scorsi l’ad della società Pierroberto Folgiero aveva sottolineato come Fincantieri fosse “aperto a qualsiasi forma di collaborazione” con la divisione navale tedesca.

“Grazie a 25 anni di collaborazione nella costruzione di sommergibili siamo partner naturali di Tkms, anche in senso commerciale come l’ultimo accordo siglato per partecipare assieme alla gara nelle Filippine. In un percorso di autonomizzazione di Tkms siamo disponili ad allargare la partnership. Non scartiamo nessuna ipotesi” aveva dichiarato l’ad Folgiero in un’intervista a MF ad agosto. Alla domanda se la società di Trieste rileverà una quota all’interno dell’ipo, Folgiero ha replicato che “Non dipende da Fincantieri. Dipenderà dalla strategia della casamadre tedesca. Siamo disponibili ad essere utili all’operazione di valorizzazione che il sistema Germania vorrà fare su Tkms. Abbiamo valore industriale e capacità finanziaria da mettere sul tavolo.”

LA POSIZIONE DEL GOVERNO TEDESCO

Come ricorda oggi il quotidiano finanziario britannico, il governo tedesco ha espresso interesse ad acquisire una partecipazione nella divisione sottomarina di Thyssenkrupp. Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha dichiarato questo mese di stare valutando accordi che coinvolgono sia Tkms che il produttore di carri armati franco-tedesco Knds, che sta valutando la propria offerta azionaria.

“Sono fermamente convinto che abbiamo bisogno della partecipazione statale, anche per garantire che competenze e posti di lavoro vengano mantenuti in Germania”, ha dichiarato Pistorius al quotidiano economico Handelsblatt. “Le domande sono quanto possa essere grande una partecipazione statale e quanto rapidamente si possa effettuare un investimento”.

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