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astensionismo

Il trionfo della contraddizione: più chiacchiere e piazze, meno voti

Aumenta, pare, la fiducia nei partiti: allora come mai l’astensionismo e il crollo di iscrizioni e militanza? Il corsivo di Battista Falconi.

Se gli italiani sono interessati soprattutto alla salute, come ci informano i sondaggisti e pare ovvio, non si comprende come mai l’affluenza cali di ben dieci punti alle elezioni regionali, per votare Consigli e Giunte che hanno competenza sulla sanità. Se si nota con giustificato rammarico che l’Unione europea non è stata invitata in Egitto per la firma degli accordi tra palestinesi e israeliani (o, meglio, tra i loro mediatori: i belligeranti di Hamas e Tel Aviv non sembrano del tutto convinti), non si capisce perché un politico esperto come Guido Crosetto suggerisca che gli Stati nazionali cedano ancora parte della loro sovranità. Forse perché, come dice il collega Tajani, “l’Europa deve rafforzarsi per proteggere le democrazie e contrastare gli euroscettici, difendere la libertà di fronte alle minacce russe”.

Si avverte, al fondo delle due contraddizioni, una generale carenza di identità politica, che investe cittadini, enti locali, nazioni ed Europa. Quest’ultima, in particolare, è la più bersagliata per la sua ininfluenza, debolezza, progressiva perifericità rispetto alle sorti del mondo: critica anche questa contraddittoria, però, quando a muoverla sono ex sostenitori dell’erezione di Bruxelles e Strasburgo a soggetto istituzionale.

Nei giorni scorsi sono circolati dati tra i quali un sorprendente aumento di fiducia attribuita ai partiti, istituzioni considerate da sempre inaffidabili: allora come mai l’astensionismo e il crollo di iscrizioni e militanza? È un altro ossimoro che rende il quadro incomprensibile, ancorché social, giornali e tv siano affollati di esperti pronti a spiegare quello che è appena accaduto ma molto meno capaci di prevederlo prima che accada. Il che fa dubitare della validità delle loro analisi. Il sospetto, anzi, è che il maggiore spazio disponibile per contrapporre le chiacchiere, le opposte interpretazioni della realtà, ci sfoghi tanto da non avvertire più bisogno né voglia di comprenderla davvero né di provare a cambiarla, con l’impegno diretto e nemmeno con il voto.

Ma come, si obietterà: le piazze si stanno riempiendo di tantissime persone! Anche ieri, quando si è tenuta la tradizionale marcia della pace di Assisi – e dove sennò? – con Albanese, Conte e Schlein, l’organizzatore durante il comizio finale (non si potrebbe chiudere con una preghiera e con il silenzio?), è caduto nell’ennesima contraddizione: “Non voglio sparare cifre a casaccio ma siamo tantissimi”. Beh, quando si misurano le quantità cifre precise sarebbero utili…

In migliaia sono scesi in strada a manifestare per la “sicurezza” anche a Palermo, dove un ragazzo di 21 anni è stato assassinato davanti a decine di persone, sembra mentre stava sedando una rissa. Il presunto omicida sui social pubblicava frasi ispirate a Totò Riina. Tra i legittimi manifestanti e il folle (anche perché autolesionistico) post del 28enne presunto assassino colpisce di più il sintetico strazio della madre della vittima: “La mia vita è finita”.

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