In un colpo di scena che ha accentuato il dramma politico francese, il presidente Emmanuel Macron ha rinominato Sébastien Lecornu primo ministro solo quattro giorni dopo le sue dimissioni, come riportato dalla BBC.
A 39 anni, Lecornu – descritto come un “soldato-monaco” leale al capo di Stato – torna alla guida del governo con il compito urgente di approvare il bilancio 2026 entro fine anno, in un Parlamento senza maggioranza e con le finanze pubbliche sotto osservazione.
Come scrive Bloomberg, si tratta di un “tentativo estremo” per bilanciare le forze e prevenire un collasso che renderebbe inevitabili nuove consultazioni legislative. Lecornu, che aveva dichiarato in TV di non “inseguire il posto”, ha accettato “per dovere” la missione, promettendo su X un governo di “rinnovamento e diversità” per affrontare il bilancio e i problemi quotidiani dei francesi.
I CALCOLI DI MACRON
I calcoli di Macron appaiono come una mossa disperata per evitare il caos. Dopo aver incontrato i leader dei partiti moderati all’Eliseo – escludendo estrema destra e sinistra –, il presidente ha concesso a Lecornu “carta bianca” per formare un gabinetto, secondo quanto indicato dall’entourage dell’Eliseo e citato da Reuters.
L’obiettivo è chiaro: scongiurare elezioni anticipate, che i sondaggi vedono dominare dal Rassemblement National di Marine Le Pen, e stabilizzare un sistema che ha visto cadere tre governi in meno di 12 mesi. Macron, con un consenso al 14% secondo un sondaggio Elabe, punta sul fatto che i partiti temano più le urne che un compromesso sul bilancio. Ha offerto un rinvio di un anno alla riforma delle pensioni del 2023 – che ha innalzato l’età pensionabile da 62 a 64 anni – per corteggiare la sinistra, ma senza garanzie concrete, come nota il New York Times.
LE VOCI DELLE OPPOSIZIONI
Le opposizioni non fanno sconti e gridano allo scandalo. Jordan Bardella, capo del RN, ha bollato la nomina come “una cattiva battuta” e “un’umiliazione democratica” per i francesi, promettendo una mozione di sfiducia immediata, come riportato da Reuters e Bloomberg. A sinistra, Olivier Faure dei Socialisti ha avvertito che senza “garanzie” sul bilancio – inclusa una patrimoniale sui ricchi e lo smantellamento della riforma pensionistica – il partito voterà la censura, secondo il New York Times.
Fabien Roussel dei Comunisti e Marine Tondelier dei Verdi hanno accusato Macron di offrire “quasi nulla”, definendo la nomina un “disastro annunciato”, come scrive la BBC. Anche tra i Repubblicani c’è divisione: Bruno Retailleau, con ambizioni presidenziali, rifiuta di unirsi al governo Lecornu II, sebbene non tutti i suoi colleghi concordino.
LA SFIDA DEL BILANCIO 2018
Le chance di Lecornu di far approvare il budget sono esigue, forse non oltre il 30-40% secondo analisti citati dalla stampa. Il premier deve presentare il progetto entro lunedì, con 70 giorni di dibattito parlamentare per l’approvazione entro fine anno, altrimenti scatterebbe una legge di emergenza per un bilancio provvisorio, come avverte Bloomberg.
Il deficit 2025 è previsto al 5,4% del Pil – quasi doppio il tetto Ue –, con un debito pubblico al 114% del Pil, terzo peggiore nell’eurozona. Lecornu mira a un 4,7-5% per il 2026, ma deve mediare tagli per decine di miliardi senza alienare alleati. La sinistra insiste su tasse ai ricchi e abrogazione delle pensioni; i conservatori su austerity dura. I centristi, indeboliti dalle legislative 2024, sono fragili, e l’astensione socialista in una mozione di fiducia potrebbe salvare il governo, ma solo con concessioni.
TIMORI E ATTESE DEI MERCATI
Come riportato dalla BBC, il capo della Banca di Francia François Villeroy de Galhau ha stimato che l’incertezza costi già 0,2 punti di crescita (previsione 2025 allo 0,7%), con mercati nervosi: lo spread tra i Btp francesi e tedeschi è salito oltre 80 punti base da 65 ad agosto. La Francia, culla della Quinta Repubblica dal 1958, non vedeva tale instabilità dai primi anni.
Lecornu, che ha già fallito in 27 giorni il primo mandato per frizioni con i Repubblicani, ha promesso dibattiti su “tutti i temi”, inclusa la pensione, come dice il New York Times. Ma con l’Assemblea spaccata in tre blocchi – sinistra, centro-destra, estrema destra – e ambizioni presidenziali che infiammano tutto, il rischio di un quarto governo cadente in un anno è alto.
Se Lecornu inciampa, Macron potrebbe dimettersi o sciogliere l’Assemblea, ma per ora scommette sul terrore del vuoto. I francesi, esausti, attendono: “Basta con questo pasticcio”, ha detto Villeroy a RTL, citato da Reuters.