Secondo la Banca centrale europea, l’euro digitale – ovvero la forma elettronica della moneta dell’eurozona – potrebbe provocare un deflusso di depositi dalle banche fino a 700 miliardi di euro, causando una crisi di liquidità a molte di queste.
BENEFICI E RISCHI DELL’EURO DIGITALE, SECONDO LA BCE
Per la Banca centrale europea, l’euro digitale sarà un metodo di pagamento ulteriore e più veloce a beneficio dei cittadini europei, oltre che uno strumento utile a rafforzare l’autonomia strategica dell’Unione, che al momento dipende dalle società statunitensi Visa e MasterCard per l’erogazione dei servizi di pagamento. In un nuovo studio, però, l’istituto guidato da Christine Lagarde si sofferma sui rischi di questa moneta elettronica per il settore bancario tradizionale.
In una simulazione con un limite massimo di 3000 euro di detenzione individuale, i correntisti dell’eurozona potrebbero ritirare dalle banche una somma complessiva di circa 700 miliardi per “convertirla” in euro digitali, mettendo a rischio la tenuta degli istituti più piccoli. In questo scenario – che la Banca centrale europea considera altamente improbabile – tredici delle oltre duemila banche analizzate esaurirebbero la loro riserva di liquidità obbligatoria.
In uno scenario meno estremo, definito business as usual, nel quale i depositanti non sfruttano appieno la loro quota di euro digitali, a uscire dalle banche sarebbero poco più di 100 miliardi di euro, lasciando gli istituti all’interno dei requisiti di liquidità.
I LIMITI DI DETENZIONE INDIVIDUALE
La Banca centrale europea ha simulato anche degli scenari nei quali il limite massimo di detenzione individuale di euro digitali ammonta a 500, 1000 e 2000 euro. “L’analisi conferma che i limiti di detenzione limitano efficacemente i deflussi di depositi dal settore bancario a livelli che salvaguardano la stabilità del sistema finanziario e sostengono la corretta formulazione e attuazione della politica monetaria”, si legge nello studio.