Nonostante dalla fine degli anni ’90 la maggior parte delle banche centrali nel mondo può essere classificata come indipendente “de jure” – suggerendo pertanto una convergenza globale verso banche centrali più indipendenti – vi è una significativa varianza tra i Paesi, sia nel livello complessivo di indipendenza delle banche centrali, sia nelle dimensioni più accentuate di tale indipendenza. Dal confronto internazionale sull’evoluzione dell’indipendenza delle banche centrali del mondo tra il 2000 e il 2023, risulta infatti un innalzamento del livello di indipendenza complessivo, tuttavia con una significativa varianza tra Paesi con scelte istituzionali eterogenee.
BANCHE CENTRALI, UN CONFRONTO
Dal confronto internazionale, emerge che se solo una minoranza ritiene che le leggi del proprio Paese non salvaguardano a sufficienza l’indipendenza dell’istituzione, una porzione crescente registra la preoccupazione che l’indipendenza della banca centrale potrebbe essere minacciata in futuro. In generale, avere un termine di confronto tra pari contribuisce alla diffusione di buone prassi, specie tra banche centrali operanti in contesti sviluppati rispetto a Paesi emergenti. Valutare l’indipendenza di una banca centrale in modo da poterne apprezzare l’evoluzione nel tempo e nel benchmark con altri Paesi richiede di poterla misurare in modo oggettivo, anche se è da tempo nota la difficoltà di fare confronti sul livello di indipendenza in diverse giurisdizioni. Nel tempo, sono stati fatti vari tentativi di misurare e individuare le determinanti dell’indipendenza di una banca centrale: il Fondo contribuisce anche alla ricerca volta a elaborare indici che misurino e permettano il confronto internazionale.
IL RUOLO DEL FMI
Più in generale, il FMI ha storicamente contribuito al rafforzamento dell’indipendenza delle banche centrali (Central Bank Independence – CBI) anche nell’ottica di isolare le istituzioni monetarie locali dalle interferenze politiche nelle giurisdizioni destinatarie di prestiti. L’assetto istituzionale, la governance, l’internal audit e il sistema dei controlli sono tra le variabili che il FMI tiene in considerazione nell’assessment dell’affidabilità di una banca centrale nella gestione delle risorse finanziarie che le sono affidate.
LA GOVERNANCE INTERNA E I CONTROLLI
Se storicamente l’attenzione si è focalizzata sugli aspetti de jure, di recente è stato approfondito il ruolo della governance interna e del sistema dei controlli in quanto variabili organizzative la cui definizione rientra nel pieno controllo della banca centrale e che possono più facilmente adattarsi ai mutamenti di contesto. La governance è un concetto complesso senza una definizione generalmente accettata. Ad esempio, mentre i Principi di governance aziendale del 2004 dell’OCSE indicano gli attributi della governance, non ne forniscono una definizione. Secondo i Guiding Principles of Corporate Governance redatti dall’Institute for Internal Auditors (IIA), la governance aziendale è l’insieme generale di policy, procedure e relazioni che consentono a un’organizzazione di stabilire obiettivi, di definire i limiti accettabili entro cui tali obiettivi vengano perseguiti, di monitorarne il raggiungimento e di premiare i risultati positivi e disciplinare i tentativi falliti o inappropriati. Il fine ultimo è di mantenere l’organizzazione allineata con il contesto in cui opera e gli interessi dei suoi principali stakeholder. Per quanto riguarda i controlli interni, lo standard internazionale più autorevole definisce il framework di controllo interno come “un processo, effettuato dal Consiglio di amministrazione di un’entità, dalla dirigenza e da altro personale, progettato per fornire una ragionevole garanzia in merito al raggiungimento di obiettivi relativi a operazioni, reporting e conformità”.
LE SFIDE
Tuttavia, rispetto al settore privato il quadro di controllo interno delle banche centrali pone sfide specifiche a causa della loro natura specifica di organo politico (“centrale”) e istituzione finanziaria (“banca”). Se una banca centrale può infatti essere considerata come ogni altra organizzazione, la governance della banca centrale può essere definita più specificatamente come l’insieme delle strutture e degli accordi mediante i quali una banca centrale prende decisioni, nel perseguimento del suo mandato. In particolare, anche se quest’ultima visione si concentra certamente anche sulle strutture decisionali (talvolta etichettate come “governance interna”), sottolinea anche gli elementi contestuali più ampi, come il ruolo del mandato, l’autonomia, l’accountability e la trasparenza. In tale contesto, la cosiddetta governance interna – che include la struttura organizzativa, i sistemi informativi, il sistema di presidio dei rischi, ossia tutto ciò che influenza il processo decisionale della banca centrale con effetti a rilevanza sia esterna sia interna – contribuisce, influendo sull’efficacia dell’organizzazione nel suo complesso, alla credibilità di una banca centrale e in ultima istanza al raggiungimento degli obiettivi istituzionali di stabilità finanziaria e controllo dell’inflazione.