Skip to content

meloni

7 ottobre, a sinistra spiragli ragionevoli e derive plumbee

Schlein e Conte devono scegliere se ampliare gli spiragli di ragionevolezza che si intravedono o farsi contagiare dall’onda massimalista, come nel ’68, come nel ’77, magari per tramite dei leader minori e demagoghi come Bonelli, Magi e Fratoianni. Il corsivo di Battista Falconi

Nelle sinistre, dopo le manifestazioni Pro Pal, si aprono spiragli di ragionevolezza che non vanno esaltati oltre misura ma neppure sottovalutati. Maurizio Landini – “finalmente”, sottolinea il Giornale – si dissocia dai disordini avvenuti, parlando di “Criminali e cretini che non c’entrano”. È importante distinguere, perché l’Italia, che si nota a livello internazionale per il fervore con cui attacca Israele e difende i palestinesi, deve tenere conto di due lugubri premesse: l’essere stata complice dei nazisti nel perverso disegno della Shoah e l’avere conosciuto lunghi anni di piombo, in cui si mescolavano istanze legittime e violenze inaccettabili.

Ma c’è anche altro. Lorenzo Castellani sul Domani avvisa che la contrapposizione tra manifestanti facinorosi e benpensanti intimoriti rischia di avvantaggiare elettoralmente Meloni. Gian Carlo Caselli e Vittorio Baronio sulla Stampa avvertono non solo che la violenza va sempre condannata – il che appare più scontato di quanto davvero sia, quindi è meglio ripeterlo – ma anche che un corteo composto e addirittura silenzioso farebbe più notizia di quelli, rumorosissimi, cui abbiamo assistito nei giorni scorsi.

Persino la proposta della Lega di una garanzia per risarcire i danni commessi durante una manifestazione, se il buon senso prevale, ha un senso che può essere condiviso ampiamente. Basterebbe collegarla alle cauzioni o assicurazioni similari, previste per esempio per le calamità naturali e gli eventi sportivi (dove la spesa annuale per la sicurezza è di quasi 60 milioni di euro e solo dal 2014 è stato introdotto un contributo obbligatorio per i club).

Il segretario Cgil ha criticato anche gli “Slogan sbagliati sul 7 ottobre”, il che apre l’inquieta attesa per le manifestazioni di domani, con Bologna dove il gruppo Giovani Palestinesi vorrebbe glorificare come “giornata della resistenza” l’attacco terroristico di Hamas che ha dato il via a questo biennale e sanguinoso conflitto. Il Viminale, comprensibilmente, ha avviato la procedura per vietare questa deriva, che sarà magari spalleggiata da quella parte politico-intellettuale delle sinistre in cui la logica della contrapposizione prevale su qualunque considerazione più sottile e intelligente, come quelle che abbiamo citato.

La sinistra di Barbara Floridia, presidente M5S della Vigilanza Rai, che ha pubblicato sui suoi social un video manipolato con false dichiarazioni attribuite a Mario Sechi, Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Dei fenomeni in servizio permanente effettivo come Luca Telese, che ha lasciato uno studio televisivo per protesta contro le presunte fake diffuse da Daniele Capezzone. Della relatrice ONU per i diritti umani nei Territori palestinesi Francesca Albanese, che ha abbandonato il programma “In Onda” su La7 perché Francesco Giubilei aveva citato Liliana Segre, contestando l’uso del termine “genocidio”. Albanese che ha ripetutamente rimproverato chi condanna il trattenimento degli ostaggi israeliani: prima proprio all’ONU e poi a Reggio Emilia, attaccando il sindaco Marco Massari.

Sta ai leader maggiori decidere cosa fare, a Schlein e Conte in primis. Sta a loro scegliere se ampliare gli spiragli di ragionevolezza che si intravedono o farsi contagiare dall’onda massimalista, come nel ’68, come nel ’77, magari per tramite dei leader minori e demagoghi come Bonelli, Renzi, Magi, Fratoianni.

Torna su