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Trump è il capo farmacista negli Stati Uniti? Report Wsj

Dagli sconti fittizi di TrumpRx agli accordi sotto pressione con Pfizer, l'interventismo politico nel mercato dei farmaci rischia di danneggiare consumatori, aziende e competitività globale. L'articolo del Wall Street Journal

 

Quando i politici interferiscono nei mercati privati e nell’industria, accadono cose assurde – scrive il Wall Street Journal. È il caso del tentativo del presidente Usa Donald Trump di assumere il ruolo di farmacista capo in materia di produzione di farmaci, approvazioni governative, accesso dei consumatori e prezzi.

L’ANNUNCIO DI TRUMPRX: UNA RICETTA CONFUSA

La parte comica di questo spettacolo ha fatto il suo debutto questa settimana con l’annuncio da parte di Trump di un nuovo sito web governativo chiamato (ovviamente) TrumpRx. Il piano è quello di vendere medicinali direttamente ai consumatori a prezzi scontati. I dettagli sono vaghi, anche se la teoria commerciale è presumibilmente quella di aggirare gli “intermediari” assicurativi.

IL MERCATO LO FA GIÀ (E MEGLIO)

Qualcuno avrebbe dovuto dire al presidente che le aziende private lo fanno già. Un esempio è la Cost Plus Drug Co. di Mark Cuban, che si pubblicizza come venditrice di “farmaci sicuri al prezzo più basso possibile”. Sappiamo che Trump non ama Cuban, ma ci sono altri concorrenti, e perché il governo federale dovrebbe diventare un venditore di farmaci? Non fa già abbastanza male?

I “GRANDI SCONTI” SONO UNA FINZIONE

La Casa Bianca sta pubblicizzando gli sconti di TrumpRx su farmaci come Xeljanz per le malattie autoimmuni (40% di sconto), Zavzpret per l’emicrania (50%), Eucrisa per la dermatite (80%) e Duavee per l’osteoporosi (85%). Ciò che la Casa Bianca non dice è che la maggior parte dei farmaci costa già molto meno dei prezzi di listino.

COSA PAGANO DAVVERO GLI AMERICANI

La maggior parte degli americani paga molto meno di tasca propria per i medicinali utilizzando le proprie tessere assicurative nelle farmacie di quartiere. Uno studio del Berkeley Research Group dello scorso anno ha rilevato che le aziende farmaceutiche ricevono solo circa il 50% di un dollaro di entrate per ogni farmaco venduto negli Stati Uniti. La maggior parte del resto va ai gestori di benefici farmaceutici, che utilizzano gli sconti delle aziende farmaceutiche per ridurre i premi assicurativi.

UN GIOCO POLITICO PIÙ CHE SANITARIO

La spesa diretta per i farmaci da prescrizione rappresenta solo l’1% della spesa sanitaria degli Stati Uniti. TrumpRx sembra un’operazione di branding politico volta a dimostrare agli elettori che Trump sta riducendo il costo dei farmaci. Ma aspettiamo che il prossimo presidente democratico riprenda questa idea e la sviluppi ulteriormente.

IL “PATTO” CON PFIZER E L’EFFETTO BORSA

Nel frattempo, martedì Trump ha annunciato un accordo che concede a Pfizer una proroga di tre anni dai suoi discussi dazi del 100% sui farmaci importati. In cambio, Pfizer venderà i farmaci a Medicaid a un prezzo pari al più basso pagato nei Paesi sviluppati, il cosiddetto prezzo della nazione più favorita.

Si tratta di un buon accordo a breve termine per Pfizer, poiché la legge federale già impone alle aziende di vendere i farmaci a Medicaid con sconti enormi. Martedì le azioni di Pfizer sono salite del 6,8% e mercoledì di un altro 6,8% sulla scia della notizia. Le azioni delle aziende farmaceutiche hanno sottoperformato quest’anno a causa della minaccia dei dazi e dei controlli sui prezzi di Trump.

PRESSIONI, RICATTI E CONSEGUENZE GEOPOLITICHE

La Casa Bianca sta facendo trapelare alla stampa che qualsiasi azienda che rifiuti un accordo del genere sarà colpita da dazi punitivi e controlli sui prezzi. Si tratta di una forma di estorsione politica simile a quella che i Democratici hanno messo in atto con i controlli sui prezzi dei farmaci nell’Inflation Reduction Act. I veri vincitori in tutto questo sono la Cina, che sta cercando di sostituire gli Stati Uniti come sede dell’industria biotecnologica e farmaceutica leader a livello mondiale.

(Estratto dalla rassegna stampa estera a cura di eprcomunicazione)

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