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La politica è una via alla santità?

Il testo dell'intervento di Sacconi al convegno "La politica: via alla santità", in omaggio a Carlo Casini e Shahbaz Bhatti, organizzato in Senato in collaborazione con le associazioni Amici di Carlo Casini, Pakistani Cristiani in Italia, Movimento per la Vita, One of Us, Shahbaz Bhatti Mission e Consulta italiana sulla libertà religiosa nel mondo

Ringrazio per l’onore di poter offrire un contributo allo svolgimento di un tema che dovremmo considerare immanente nella dimensione pubblica in quanto protesa al bene comune. Vi è tuttavia chi ha dubitato che santità e politica siano termini tra loro compatibili. Ma sono proprio gli esempi a dirci che la funzione politica  si è talora realizzata attraverso persone protese alla santità.

Giovanni Paolo II ha voluto dare un santo patrono a tutti i governanti e politici cattolici individuandolo nella figura di Tommaso Moro, straordinario modello di coerenza e coraggio fino alla scelta della morte terrena per salvare la vita vera. E sono particolarmente lieto di rendere queste considerazioni ricordando gli esempi di Carlo Casini e di  Shahbaz Bhatti. Con Casini ho condiviso l’ingresso in parlamento nel 1979. Come ho avuto modo di testimoniare in una recente pubblicazione che gli è stata dedicata, di lui ricordo il forte carisma, cui corrispondeva un diffuso rispetto per la inflessibile coerenza. Sosteneva tesi che nella secolarizzazione di quel periodo erano largamente rifiutate. Persino nel suo partito accolte con una certa freddezza nel nome di una presunta modernità. A lui dobbiamo l’intuizione dell’emersione in Occidente di una vera e propria emergenza antropologica e la convinzione del conseguente impegno per la tutela della vita dal concepimento alla morte naturale. Mai l’ho visto piegarsi al criterio della opportunità politica quando questo confliggeva con principi che non negoziava.

Alla figura di Bhatti mi ha invece avvicinato una carissimo amico, Franco Frattini, che lo aveva conosciuto e fortemente stimato per il coraggio con cui era andato consapevolmente incontro alla morte in un Paese ove i cristiani sono minoranza mal tollerata. Coraggio e coerenza in loro si sono reciprocamente alimentate. Virtù che abbiamo riconosciuto nella figura di Charlie Kirk, che ben avvertiva il pericolo cui lo esponevano le sue presenze negli atenei per offrire, attraverso un dialogo non facile, una speranza ai molti giovani che hanno smarrito il senso della vita. Ci hanno colpito i molti interventi di figure pubbliche che hanno evocato Gesù Cristo quale fondamentale riferimento della loro visione, dei loro valori, della loro azione. Cosa strana per noi europei, che pure dovremmo riconoscere le nostre radici culturali ma preferiamo citare piccoli o addirittura cattivi maestri. Se moltitudini crescenti in Occidente riprenderanno ad ispirare la loro vita e il loro impegno politico a Gesù Cristo, almeno una parte di loro vorrà tendere alla perfezione e avvicinarvisi come hanno fatto i beati e i santi.

In Occidente, come aveva previsto Carlo Casini, dalle università americane è partito un progetto di violenta eversione antropologica, così intollerante e ideologico da avere determinato la reazione di moltitudini e forse un punto di svolta nella società. Proprio nel momento più buio, nelle tenebre, la luce potrebbe prevalere riconciliando la politica e la santità.

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