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maniglie a scomparsa

La Cina vuol far scomparire le maniglie a scomparsa di Tesla (e non solo)

Ideate dalla Casa texana e presenti su di un buon numero di modelli anche di altri marchi, le maniglie a scomparsa si rompono più spesso di quelle meccaniche, tendono a funzionare meno bene e soprattutto potrebbero bloccare le portiere dopo un sinistro. Pechino ora indaga. Bruxelles, solitamente più puntigliosa in materia, stranamente tace

Bruxelles, è noto, legifera continuamente. Troppo secondo chi la accusa di soffocare l’iniziativa economica privata se non persino l’innovazione. Washington è più per la deregulation, genuinamente convinta che il mercato sani da sé le principali magagne. Ma Pechino finora si è spinta anche oltre, pur di ridurre il gap tecnologico con l’altra sponda del Pacifico. O meglio, si spingeva, perché dopo aver “lasciato correre” sta irrigidendo le sue normative con interventi restrittivi per esempio sui test delle auto a guida autonoma. E non solo: adesso le autorità starebbero focalizzando la propria attenzione pure sulle maniglie a scomparsa, esempio della creatività made in Tesla.

LE MANIGLIE A SCOMPARSA DESTINATE A… SCOMPARIRE?

Ideate dalla Casa americana guidata da Elon Musk che per prima, nell’ormai lontano 2012, le montò sulla Model S (e che tutt’ora sul proprio sito dedica una sezione per spiegare alla propria utenza come funzionano e come non restare bloccati fuori), si sono presto diffuse su modelli di altre Case desiderose di presentare la medesima trovata avveniristica.

Ora, però, secondo le anticipazioni di Car News China, sarebbero finite sotto la lente dei regolatori cinesi che, come s’è detto, non sembrano più disposti a lasciar correre in nome del progresso. Se i test dessero risultati negativi le maniglie a scomparsa potrebbero persino essere vietate.

Un bel problema per Tesla e per tutti gli altri marchi che montano soluzioni analoghe, dal momento che si ritroverebbero obbligati a cambiare meccanismo per continuare a vendere le proprie auto in quello che ormai è proiettato a diventare il primo mercato per giro d’affari.

COME MAI LE MANIGLIE A SCOMPARSA NON PIACCIONO PIU’

Alla base dell’ispezione non solo il fatto che in questi anni l’utenza si è spesso lamentata dei costi sostenuti per le continue riparazioni (avrebbero un tasso di rottura rispetto a quelle meccaniche otto volte superiore, costando tre volte in più), ma soprattutto per motivi di sicurezza.

Si va dall’impennata (+132 per cento) di segnalazioni di dita schiacciate nel meccanismo, soprattutto da parte di bambini, al rischio che la portiera si blocchi a seguito di un sinistro. In merito, si portano come esempio due casi, entrambi del 2024: il primo è avvenuto a Changchun col congelamento del motore della maniglia che ha intrappolato nell’abitacolo gli occupanti, in secondo nel Guangdong quando le alluvioni hanno impedito l’apertura delle portiere.

Ma soprattutto si vuole indagare se funzionino in caso di sistema elettrico in tilt, per esempio dopo che un’auto è caduta in mare, in modo che guidatore e passeggeri possano abbandonare il mezzo prima che affondi. Si intende pure dare risposta se si possano aprire le porte in caso di incendio o di perdita di potenza elettrica. Il rischio è che gli occupanti non riescano a uscire e i soccorritori non possano entrare. Dato che tali maniglie a scomparsa sono spesso montate su auto elettriche che dopo uno scontro possono divampare velocemente, anche il singolo secondo può fare la differenza nel salvataggio.

Per l’agenzia di stampa cinese Mingjing Pro, il divieto potrebbe entrare in vigore entro luglio del 2027, lasciando ai costruttori un anno di tempo per adeguare i propri veicoli ai nuovi standard.

ANCHE NEGLI USA SI INDAGA (E TESLA CERCA NUOVE SOLUZIONI)

Anche oltre oceano si è iniziato a guardare tali maniglie con sospetto. Negli Stati Uniti, l’ente federale National Highway Traffic Safety Administration ha aperto un’indagine su circa 174.000 auto Tesla Model Y dell’anno modello 2021 a seguito di diverse lamentele da parte dei proprietari che non riuscivano a sbloccare le portiere dopo essersi fermati, secondo il Financial Times.

Tesla ha fatto sapere a Bloomberg che le sta ridisegnando per renderle più intuitive per le persone in “situazioni di panico”, ma tale scarno intervento lascia fuori le risposte che attese invece sul fronte della sicurezza. Sempre negli Stati Uniti alcuni proprietari della Mustang Mach-E hanno fatto causa alla Ford per le difficoltà nell’aprire le portiere in caso di interruzione di corrente.

BOCCIATE AI TEST DI SICUREZZA?

Indipendentemente dal modello e dal costruttore, i test di sicurezza di cui si ha notizia sono tutt’altro che rassicuranti: le maniglie a scomparsa si aprirebbero il 67 per cento delle volte, contro il 98 per cento ottenuto dai modelli tradizionali. L’alta tecnologia piace a tutti, è indubbio, ma le innovazioni si impongono sul mercato quando funzionano meglio dei prodotti precedenti, non solo per l’effetto “wow” suscitato. Qui l’utilità sembra tutta da verificare.

Per tornare a quanto scritto nell’attacco dell’articolo, inoltre, Pechino sembra confermarsi un legislatore più attento rispetto a quello americano. La testata italiana Quattroruote però evidenzia anche un aspetto curioso della vicenda ovvero che Bruxelles, tacciata spesso di iperattività regolatoria, questa volta non si sia mossa. Questo nonostante il tema sia da tempo sotto gli occhi di tutti. L’Ad di Volkswagen, Thomas Schäfer, ha dichiarato pubblicamente che le maniglie a filo sembrano carine ma sono “terribili da utilizzare“.

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