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antisemitismo

Le radici dell’antisemitismo contemporaneo

Il nuovo antisemitismo pseudodemocratico non nega la tragedia. Se ne appropria cannibalizzando la memoria della Shoah e usandola contro gli ebrei, le vittime di ieri diventate i carnefici di oggi. La lettera di Michele Magno

Caro direttore,

ha scritto Theodor W. Adorno che ogni spiegazione economica, sociale e religiosa dell’antisemitismo si rivela sempre inadeguata, perché le radici del fenomeno si spingono fino alla profondità più oscura e misteriosa della nostra civiltà.

Pensiamo al tempo presente. Come ha osservato David Meghnagi, l’antisemitismo del passato rimuoveva la realtà di Auschwitz. La banalizzava o la derubricava. Era un antisemitismo di tipo razzista che persisteva malgrado Auschwitz. Il nuovo antisemitismo pseudodemocratico non nega la tragedia. Se ne appropria cannibalizzando la memoria della Shoah e usandola contro gli ebrei, le vittime di ieri diventate i carnefici di oggi.

E oggi, al di là della gigantesca asimmetria informativa -clamorosa in Italia- su quanto accade realmente a Gaza, non il governo di Gerusalemme, ma lo stesso Stato ebraico è il capro espiatorio di una sorta di bias cognitivo delle opinioni pubbliche occidentali.

Un giornalista del Daily Telegraph, Alistair Heath, ha acutamente osservato che Israele è inviso a tante persone di ogni ceto e livello d’istruzione non tanto per ciò che fa, ma per ciò che è: una nazione piccola, ma con un esercito di prim’ordine e una intelligence unica al mondo. E, come il calabrone non dovrebbe volare, così Israele non dovrebbe nemmeno esistere. Non ha petrolio né risorse naturali. Ha un territorio grande come il Piemonte e una popolazione inferiore a quella della Lombardia. È circondato da nemici che vogliono distruggerlo. È odiato dalle Nazioni Unite. È calunniato dalla maggioranza dello star system e dell’intellettualità “progressista” europea e americana.

Eppure Israele resiste, anzi prospera: nella cybersicurezza, nella medicina, nella ricerca scientifica, nell’innovazione tecnologica. E continua a trasformare il deserto in giardini agricoli. Il mondo la guarda stupito e tuttavia non riesce a capirlo. Quindi reagisce come fosse di fronte alle performance di un mago. È bravo, c’è però il trucco. C’è il trucco degli aiuti di Washington e dei complotti della lobby ebraica internazionale. Il suo potere, quindi, è truffaldino.

Il popolo di Abramo doveva scomparire molto tempo fa e invece è tornato a casa, ha ricostruito la sua terra, la sua lingua, la sua memoria, la sua identità. E questo non è normale. Non è politico. È quasi biblico. Perché è inconcepibile la storia di un popolo che passa dalle camere a gas all’Iron Dome. Perchè è inconcepibile la storia di un popolo sopravvissuto ai babilonesi, ai romani, ai crociati, all’Inquisizione, ai pogrom, alla Shoah, e che ancora si presenta il lunedì a Tel Aviv per lavorare.

Probabilmente è questo, o anche questo, che fa impazzire gli antisemiti.

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