Skip to content

volenterosi

Quali sono le vere volontà dei Volenterosi?

L’Italia non invierà militari, ma contribuirà al monitoraggio e alla formazione al di fuori dei confini ucraini. Che è un po’ la chiave di tutto. Il taccuino di Federico Guiglia

Parigi val bene una mossa. Dalla capitale francese, che ieri ha riunito in presenza o video-collegati 35 leader occidentali, parte la controffensiva politica e strategica a difesa dell’Ucraina aggredita da Vladimir Putin e quale risposta alla parata militar-propagandistica della Cina. Che poche ore prima aveva celebrato a Pechino gli 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, ingigantendo la propria partecipazione e la sua desunta vittoria sul Giappone.

Che fu invece dovuta -è Storia- all’intervento degli Stati Uniti al prezzo mostruoso di due bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki.

Ma la mistificazione ideologica della verità dei fatti passati o presenti (si vedano le spiegazioni date da Putin per giustificare l’ingiustificabile invasione dell’Ucraina), non deve sorprendere: è una costante dei regimi illiberali. E a Pechino c’erano tutti i sinceri democratici del nostro tempo, da Xi Jinping, l’organizzatore, a Putin. Dal nordcoreano Kim Jong-un all’iraniano Masoud Pezeshkian. Con loro -ma con un approccio diverso e pacifico sulla vicenda-Ucraina-, il primo ministro indiano Narendra Modi. Nel complesso i rappresentanti di una ventina di nazioni alla ricerca di un nuovo equilibrio nel mondo alternativo e nel caso degli autocrati spesso ostile all’Occidente.

Ecco, allora, il senso del vertice parigino dei cosiddetti volenterosi con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, concluso con un lungo collegamento col presidente statunitense, Donald Trump.

Il quale, a forza d’essere stato preso in giro dal suo “amico” Putin e scottato dall’imponente e guerresca sfilata di Pechino dal sentore anti-americano, ora chiede agli alleati europei di non comprare più petrolio russo (“l’acquisto aiuta a finanziare la guerra contro l’Ucraina”) e coglie lo spirito dei volenterosi: garantire la sicurezza dell’Ucraina nel dopoguerra ancora lontano e riprendere quel ruolo geo-politico ed economico nel mondo che il nuovo equilibrio sognato da Cina e Russia, gli alleati per ora ritrovati, tende a calpestare.

Dall’incontro è uscita la certezza di 26 Paesi pronti a mandare soldati a Kiev a conflitto finito per salvaguardare il Paese da future invasioni.

L’Italia non invierà militari, ma contribuirà al monitoraggio e alla formazione al di fuori dei confini ucraini. Che è un po’ la chiave di tutto. “La principale garanzia di sicurezza è un esercito ucraino forte”, ha sottolineato Zelensky. E il presidente francese Emmanuel Macron, nel definire “illegali, immorali e impossibili” le richieste di Putin per fermare le armi, ha ricordato che la Russia ha perso un milione di soldati tra morti e feriti “per conquistare l’1% del territorio ucraino dal novembre 2022”. Come dire: l’eroica resistenza degli ucraini sostenuta dagli occidentali non è stata piegata dopo tre anni, sei mesi e quasi due settimane di guerra.

Se Putin continuerà a rifiutare concreti negoziati di pace -ha avvertito Macron a nome di tutti-, arriveranno altre sanzioni contro Mosca “d’intesa con gli Stati Uniti”.

A Parigi l’Occidente ha battuto un colpo. Vuol dire che c’è.

 

(Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova)

www.federicoguiglia.com              

Torna su