A leggerne i bilanci, NetEase, colosso del gaming cinese (ma, attenzione, i videogiochi sono solo uno dei settori nei quali si muove) secondo solo a Tencent, continua a procedere col vento in poppa. Il fatturato trimestrale della società è aumentato del 9,4% su base annua, raggiungendo i 3,89 miliardi di dollari, un risultato che ha superato le stime degli analisti ferme a 3,86 miliardi di dollari.
I VIDEOGAME SONO UNA MINIERA D’ORO PER NETEASE
I ricavi derivanti dai videogiochi sono cresciuti del 13,7%, raggiungendo i 3,18 miliardi di dollari. Il margine lordo corrispondente è aumentato di 178 punti base, attestandosi al 64,7%, grazie ai maggiori ricavi netti generati da titoli come Identity V, Where Winds Meet, Marvel Rivals e da altri videogame su licenza.
Eppure da inizio anno si susseguono voci che il colosso asiatico, dopo anni di shopping in Occidente (l’acquisizione più recente è stata Skybox Labs, uno studio di sviluppo di videogiochi canadese fondato da diversi veterani di EA con sede a Burnaby, completata il 6 gennaio 2023) e di scouting tra i principali creativi del Vecchio e del Nuovo continente, sia ora intenzionata a fare un passo indietro, rientrando nei propri confini.
ADDIO A T-MINUS ZERO
E nelle ultime ore queste voci si sono concretizzate con l’annuncio della chiusura di uno degli studi apparentemente al riparo da qualsiasi rischio simile: T-Minus Zero Entertainment, team aperto soltanto ad agosto nel 2023 e fondato da veterani del settore provenienti da Bethesda e Bioware del calibro di Scott Malone, Mark Tucker e Jeff Dobson. Alla guida si trovava Rich Vogel, noto nell’ambiente per aver lavorato a Ultima Online e a Star Wars: The Old Republic.
Una notizia inattesa sia per la qualità di creativi che NetEase era riuscita a mettere insieme, sia per la giovane età dello studio (aveva appena compiuto due anni) sia soprattutto perché non aveva ancora sviluppato alcunché. E forse potrebbe essere questo ritardo nel riuscire a diventare remunerativo ad avere infastidito la dirigenza cinese.
CINESI TROPPO IMPAZIENTI, OCCIDENTALI TROPPO LENTI?
Vogel sul suo profilo LinkedIn si è limitato a dire che, nonostante i progressi fatti sull’action multiplayer in terza persona a cui stava lavorando lo studio, le “attuali condizioni del mercato” non hanno permesso al team di ricevere ulteriori fondi da parte di NetEase per continuare i lavori.
IL DIETROFRONT DI NETEASE
Resta da capire che stia accadendo in NetEase e se tali mosse saranno seguite a breve da Tecent che in Occidente peraltro ha investito molto di più. Lo scorso autunno l’etichetta cinese aveva deciso di ibernare le attività di Worlds Untold, lo studio diretto dal veterano di Mass Effect Mac Walters che era attualmente al lavoro su una nuova IP tripla A. Non una chiusura vera e propria ma una drastica riduzione di tutte le spese in cerca di finanziatori disponibili a sobbarcarsi parte dei costi.
LA MOSSA INATTESA SUL TEAM DI MARVEL RIVALS
A febbraio Thaddeus Sasser, game director di uno dei giochi che fattura di più nel portafogli di NetEase, ovvero Marvel Rivals (che vanta un record di 644.000 utenti contemporanei), aveva detto di essere stato accompagnato alla porta dall’editore assieme a tutto il suo team statunitense.
In un post comprensibilmente polemico su LinkedIn Sasser aveva scritto: “Certo che questa industria è davvero strana… Il mio fantastico e talentuoso team ha appena contribuito al lancio di un nuovo franchise di grande successo con Marvel Rivals per NetEase Games… e siamo stati licenziati!”, l’amaro sfogo del game director.
NetEase dal canto suo si era limitata a dire: “Abbiamo preso la difficile decisione di modificare la struttura del team di sviluppo di Marvel Rivals per motivi organizzativi e per ottimizzare l’efficienza dello sviluppo del gioco. Ciò ha comportato la riduzione di un team di progettazione con sede a Seattle, che fa parte di una più ampia funzione di progettazione globale a supporto di Marvel Rivals. Apprezziamo il duro lavoro e la dedizione delle persone coinvolte e le tratteremo con riservatezza e rispetto, riconoscendo il loro contributo individuale.”
Tutte mosse che vanno nella direzione di confermare le indiscrezioni di un ridimensionamento degli investimenti di NetEase fuori dalla Cina che secondo alcuni analisti sarebbe dovuto a un letale (per gli studi occidentali) mix di tensioni geopolitiche e insoddisfazione crescente per alcuni acquisti che secondo la dirigenza cinese non sarebbero andati a buon fine. Ma, come si anticipava, ora gli occhi di tutti sono puntati su Tencent, campione indiscusso cinese: se perseguisse una analoga strategia di rientro nei confini asiatici sarebbero davvero numerose le software house occidentali a farne le spese.