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perplexity Google intelligenza artificiale

Perplexity divorerà Chrome di Google?

Nell'agone dell'Intelligenza artificiale va in scena la riedizione della lotta di Davide contro il gigante Golia: Perplexity (che farebbe gola ad Apple) pronta a sborsare 34,5 miliardi di dollari pur di accaparrarsi il browser di Google Chrome. Mountain View non ha motivi per voler vendere il proprio software al di fuori del rischio spezzatino che incombe negli Usa

Secondo il New York Times, seguito a ruota dal Wall Street Journal, la startup di Intelligenza artificiale Perplexity, una delle più arrembanti se si esclude OpenAi di Sam Altman, starebbe proprio in queste ore sventagliando sotto il naso di Sundar Pichai, Ceo di Google, 34,5 miliardi di dollari con l’obiettivo di acquistare il browser Chrome.

PERPLEXITY VUOLE CHROME

Si tratta di una offerta difficile da rifiutare per Alphabet / Google, considerato che il valore di Chrome è dato tra i 18 e i 20 miliardi di dollari. E soprattutto ricordato che su Google incombe la spada di Damocle di un possibile “spezzatino” coatto, imposto per via giudiziale nel tentativo, probabilmente tardivo, di ridurne lo strapotere nei vari servizi digitali che presidia e presiede.

Non a caso da Perplexity fanno sapere che l’offerta di acquisto di Chrome è “pensata” proprio “per soddisfare un rimedio antitrust nel massimo interesse pubblico, affidando il browser a un operatore capace e indipendente”.

GOOGLE RISCHIA LO SPEZZATINO

Sulla scrivania del giudice distrettuale statunitense Amit Mehta riposa al momento il voluminoso fascicolo che fotografa la situazione di mercato e le quote in mano ad Alphabet: sulla base di quei numeri e di quei dati potrebbe obbligare Google a vendere parti aziendali per ridurre la posizione dominante del colosso statunitense.

Al momento la situazione non sembra favorire Mountain View se si considera che lo scorso anno Mehta ha stabilito che Google ha monopolizzato illegalmente il mercato della ricerca dunque serve procedere ora con correttivi da attuare per ripristinare la concorrenza.

GOOGLE FA AFFARI D’ORO

Anche se il rischio spezzatino incombe negli Usa, col Dipartimento di giustizia trumpiano deciso a dar corpo alle accuse di monopolio sollevate durante l’amministrazione Biden, Google in questi ultimi mesi non ha mai smesso di correre. Alphabet, la holding che fa da cappello ai vari servizi, ha chiuso il secondo trimestre 2025 battendo le attese degli analisti, con ricavi trimestrali cresciuti del 14% a 84,74 miliardi di dollari nel periodo aprile-giugno rispetto alle stime di 84,19 miliardi di dollari.

LA PUBBLICITA’ IL VERO BUSINESS DI MOUNTAIN VIEW

I profitti netti hanno compiuto balzi del 28,6% a 23,62 miliardi, ben oltre attese di 22,9 miliardi. I ricavi da pubblicità sono saliti dell’11,1% a 64,62 miliardi, con un rallentamento rispetto al 13% del precedente trimestre. Il motore di ricerca da solo ha saputo totalizzare rialzi del 14% a 48,5 miliardi contro previsioni di 47,6 miliardi. Resta perciò da capire se Google abbia seriamente bisogno di vendere una parte tanto importante. E qui ritorna il rischio dell’alienazione coatta, disposta per mezzo di una sentenza, il solo motivo al momento per il quale da Alphabet potrebbero decidere l’offerta di Perplexity.

GOOGLE IN CONTINUO CAMBIAMENTO

Google da parte sua sta trasformando profondamente il proprio motore di ricerca per mezzo dell’Intelligenza artificiale destinata a sovvertire l’approccio dell’utente al Web. Attualmente quando si fa una ricerca privilegia i risultati rimasticati dagli algoritmi in un riquadro ribattezzato Overview Ai che sta peraltro facendo infuriare gli editori delle testate online, dato che così facendo marginalizza le fonti esterne, il più delle volte costituite da articoli di giornale. I risultati inclusi in Overview Ai sono tutt’altro che impeccabili, come avevamo già scritto qua. Si tratta però di una mossa che fa riflettere: anche la sola piazza di Internet teme di diventare periferica se non evolverà nel segno dell’intelligenza artificiale.

UNA STARTUP D’ORO

Perplexity forse non sarà nota al grande pubblico come xAi di Elon Musk o OpenAi di Sam Altman, ma è molto importante nell’ambiente, tando da essere finita nel mirino persino di Apple che, secondo i beninformati, avrebbe in mente di acquisirla per colmare il gap che la separa dai rivali proprio sul fronte Ai.

Per Apple un’eventuale operazione di tale portata avrebbe un indubbio vantaggio: anzitutto, le darebbe una Intelligenza artificiale proprietaria. In secondo luogo, dal momento che Perplexity ha impalcato i propri algoritmi a stregua di motore di ricerca, le permetterebbe eventualmente di sostituire Google. Infatti, benché sia poco noto, quando si fa una ricerca su Safari, il browser predefinito di iPhone, quella ricerca viene automaticamente eseguita attraverso i canali virtuali di Mountain View.

Non è la prima volta che le strade di Perplexity e Mountain View si incrociano. Qualche settimana fa Google è riuscita a sventare all’ultimo la defenestrazione della sua Intelligenza artificiale dai cellulari Motorola (della cinese Lenovo) più interessati agli algoritmi smart della startup Perplexity: subito dopo il medesimo scenario si è profilato con Samsung con una partnership tra la startup americana e il costruttore sudcoreano.

COS’E’ PERPLEXITY AI

Fondata nel 2022 da Aravind Srinivas, Perplexity Ai è una delle poche startup americane nate prima della spinta propulsiva dovuta all’entusiasmo per l’Intelligenza artificiale esplosa a seguito del fenomeno di ChatGpt. Tale realtà ha ottenuto in breve tempo il supporto di investitori di primo piano come Jeff Bezos e Nvidia.

QUALCHE NUMERO

Questo grazie al fatto che la software house con sede a San Francisco si distingue dalla massa per l’integrazione di un motore di ricerca “à la Google”, analisi contestuale in tempo reale e l’interazione diretta con app di terze parti. L’azienda ha una valutazione di 9 miliardi di dollari e vanta secondo quanto comunica oltre 10 milioni di utenti attivi mensilmente.

NUOVO ROUND IN VISTA?

Bloomberg sostiene che Perplexity abbia avviato trattative per raccogliere fino a 1 miliardo di dollari in un nuovo round di finanziamenti che, se portato a compimento, valuterebbe la startup 18 miliardi di dollari. Secondo il Wall Street Journal l’operazione sarebbe di portata inferiore anche se comunque astronomica: Perplexity AI sarebbe destinata a raccogliere 500 milioni di dollari per una valutazione sui 14 miliardi di dollari.

L’AUMENTO DI CAPITALE DICEMBRINO

L’ultimo aumento di capitale soltanto sul finire dello scorso anno pari sempre a 500 milioni di dollari. L’operazione era stata condotta da Institutional Venture Partners e conclusa negli stessi giorni durante i quali la startup aveva annunciato l’acquisizione di Carbon, una realtà specializzata nel collegamento di sistemi di intelligenza artificiale a fonti di dati esterne.

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