Dopo avere posto dei paletti alla scalata di UniCredit, sino a comprometterla, il governo potrebbe trovarsi presto a dovere decidere su Credit Agricole, salita negli ultimi mesi a poco sotto il 25%.
COSA DICE IL CREDIT AGRICOLE SU BANCO BPM
Al momento, i francesi hanno dichiarato di non avere intenzione di esercitare il controllo e, in assenza di controllo, non scatta nessuna notifica Golden Power al governo. Quiete prima della tempesta?
GLI SCENARI PER BANCO BPM CON IL CREDIT AGRICOLE
Battute a parte, se ad ora i francesi hanno evitato di confrontarsi con lo scrutinio politico dello Stato Panottico, eventuali prossime mosse non possono sfuggirne. La notifica scatta se:
- Credit Agricole lancia una OPA volontaria;
- Credit Agricole supera il 25% e lancia l’OPA obbligatoria;
- Credit Agricole arriva ad esercitare un controllo di fatto ai sensi dell’art. 2359 c.c. e art. 93 TUF;
- Banco Bpm e Credit Agricole deliberano un progetto di fusione.
A questo punto il governo sarebbe costretto a prendere una decisione non facile: come si può infatti ostacolare in modo assertivo una banca italiana come UniCredit e aprire le porte ad un istituto francese come Credit Agricole?
IL NODO CREDIT AGRICOLE IN BANCO BPM
Lascerebbe increduli i più e cozzerebbe con certe narrazioni nazionali. E non credo sia sufficiente l’alibi della presenza in Russia di UniCredit o – nel caso di fusione – le rassicurazioni di una fusione a pari tra due banche basate in Italia (Banco Bpm e Credit Agricole Italia).
CHE COSA ATTENDERSI DAL GOVERNO
Il minimo è che vengano riproposte le prescrizioni sul rapporto tra depositi/impieghi, portafoglio di project finance e titoli di Anima. Alle parti andrebbero bene? Sarebbero impegni già assunti in sede negoziale-di offerta-esercizio controllo?
I VINCOLI DEL GOVERNO SU ANIMA E NON SOLO
La sensazione è che, salvo il governo non voglia cadere in cortocircuiti politici, ormai Banco Bpm-Anima siano bollate dal timbro Golden Power (avallato dai giudici): ossia che chiunque voglia prenderne il controllo, o qualsiasi progetto di integrazione, dovrà tenere conto dei vincoli posti dalle famose e controverse prescrizioni di aprile 2025 su UniCredit. Prescrizioni che hanno contribuito, se non determinato, il fallimento di quell’offerta.
