L’azienda statunitense Nvidia, la più importante produttrice di semiconduttori al mondo, ha pubblicato martedì un comunicato per ribadire che i suoi microchip non contengono backdoor né kill switch, vale a dire – semplificando – dei meccanismi nascosti che permettono di aggirare i sistemi di controllo e di sicurezza dei dispositivi al fine di disattivarli da remoto o di spiare l’utilizzatore.
Nel comunicato, diffuso in inglese e in cinese, Nvidia spiega che l’inserimento di queste backdoor costituirebbe un “regalo” agli hacker e altri attori malevoli.
LA CONVOCAZIONE IN CINA E LE DISCUSSIONI NEGLI STATI UNITI
La settimana scorsa i rappresentanti di Nvidia erano stati convocati dalle autorità cinesi – più precisamente dall’ente di regolazione del cyberspazio – per discutere proprio dei rischi di sicurezza associati ai microchip H20, finiti al centro delle tensioni politiche tra Washington e Pechino.
L’intera vicenda è nata dopo che alcuni membri del Congresso americano avevano parlato della necessità di installare delle funzionalità di tracciamento nei microchip avanzati venduti all’estero, in modo da evitare che vengano dirottati in Cina e utilizzati da quest’ultima per lo sviluppo delle sue capacità militari.
La discussione ha coinvolto anche la Casa Bianca, ma le raccomandazioni sul tracciamento dei microchip esportati non sono state convertite in obblighi formali.
LA POSIZIONE DI NVIDIA
Nvidia, comunque, ha già espresso la sua contrarietà. “Incorporare backdoor e kill switch nei chip sarebbe un regalo per gli hacker e gli attori ostili”, ha spiegato; inoltre, ciò “minerebbe l’infrastruttura digitale globale e comprometterebbe la fiducia nelle tecnologie statunitensi”.
“Non esistono backdoor segrete ‘buone’, ma solo vulnerabilità pericolose che devono essere eliminate”, ha ribadito la società.
L’INCONTRO TRUMP-HUANG ALLA CASA BIANCA E L’IMPATTO DEI DAZI
Mercoledì l’amministratore delegato di Nvidia, Jensen Huang, si è riunito alla Casa Bianca con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha annunciato nuovi dazi al 100 per cento sulle importazioni di microchip: sono previste esenzioni per alcune aziende, però.
I microchip e la componentistica associata di Nvidia vengono prodotti principalmente a Taiwan, dove si trovano gli stabilimenti manifatturieri più avanzati della compagnia Tsmc. Tuttavia, è probabile che Nvidia venga esentata dalle tariffe: sia perché i suoi processori sono cruciali per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale – l’amministrazione Trump vi sta puntando moltissimo -, e sia perché l’azienda possiede delle strutture produttive negli Stati Uniti.
Nvidia, peraltro – lo aveva rivelato il Financial Times lo scorso marzo -, ha intenzione di investire centinaia di miliardi di dollari in capacità manifatturiere di microchip e componenti elettronici negli Stati Uniti entro i prossimi quattro anni. Pare che l’azienda sia in grado di produrre i suoi sistemi più avanzati sul suolo americano attraverso la collaborazione di fornitori come Tsmc e Foxconn, entrambi taiwanesi.