Skip to content

la russa

Il ventaglio di parole di La Russa su Meloni, dazi, Trump, Zaia e Berluschini

Che cosa ha detto e che cosa ha lasciato intendere il presidente del Senato, Ignazio La Russa, durante la tradizionale cerimonia del Ventaglio con la stampa parlamentare. La nota di Sacchi.

Dai dazi, dove difende il premier Giorgia Meloni dalle accuse delle opposizioni, alle Regionali, dove dice un chiaro no a una lista Zaia in Veneto, al sovraffollamento nelle carceri, tema sul quale conferma di essere “molto sensibile”, e per il quale annuncia un provvedimento per la liberazione anticipata dei detenuti con pena residua inferiore a 18 mesi e per reati non gravi, al Medioriente. Ignazio La Russa, presidente del Senato, cofondatore di FdI, affronta alla cerimonia del Ventaglio con la stampa parlamentare, prima della pausa estiva, i temi più caldi sul tappeto.

Sui dazi La Russa sottolinea che Meloni “difende gli interessi degli italiani e ha un rapporto con Trump come quello con un Capo di Stato tradizionalmente amico”. La Russa ricorda alle opposizioni che il rapporto di amicizia con Trump fa parte della consolidata amicizia nei rapporti transatlantici. Spiega con una battuta che potrebbe suonare come una presa di distanza dal presidente Usa: “Trump non è mai stato un punto di riferimento per la destra, come non lo è mai stato Biden che dava i baci in fronte alla Meloni ma nessuno ha detto che lei era succube”. Ma La Russa conferma: “Con Trump si può dissentire e discutere, ma non si può dimenticare che è il rappresentante del popolo americano democraticamente eletto con cui l’Italia ha un rapporto di consolidata amicizia”. “Credo che il comportamento dell’Italia, nell’alternarsi dei due presidenti, sia stato sempre identico”, aggiunge.

Parlando poi della situazione del Medioriente, la seconda carica dello Stato definisce “inaccettabile” il “clima anti-ebraico”, “che abbiamo visto anche in Italia verso una famiglia francese picchiata e insultata (in autogrill ndr)”. E ancora: “La situazione di Gaza va assolutamente risolta senza se e senza ma, contemporaneamente serve uno sforzo per non far crescere un clima antiebraico”.

Il tema più caldo sul piano della politica interna resta quello delle Regionali con in primo piano il nodo Veneto per il centrodestra, che deve trovare la quadra sul candidato successore di Luca Zaia, che non potrà più ricandidarsi in assenza del terzo mandato. Ma dopo Antonio Tajani, segretario di FI, ora è La Russa, nelle vesti di esponente di partito, ad ufficializzare di fatto il no anche di FdI, già circolato nelle cronache, a una lista Zaia. Che potrebbe essere presentata anche se il governatore leghista non potrà più correre per la presidenza. Una lista che aveva preso alle precedenti elezioni oltre il 44 per cento e che aveva intercettato molti voti oltre a quelli di centrodestra.

Ma La Russa è netto: “Se uno è iscritto in un partito deve candidarsi in quel partito, non mi è mai venuto in mente di fare una ‘lista La Russa’… Qualche voto l’avrei raccattato. Non credo che Zaia, che non correrà per la presidenza della Regione, pensi a una sua lista, lo conosco bene e conosco la sua morale”. E questo nonostante sia stato La Russa, come ricorda, “l’unico quando si è discusso di legge elettorale a presentare un emendamento per le preferenze” . Ma il punto è un altro: una lista con il nome del governatore, visto il suo sempre alto indice di popolarità potrebbe erodere consensi a FI e FdI.

Quanto, all’eventualità di una discesa in campo in politica di Pier Silvio Berlusconi, La Russa risponde in modo più che diplomatico: “Credo che tutti gli apporti di persone qualificate, come quello della famiglia Berlusconi, non solo siano possibili ma anche auspicabili. Non solo di Piersilvio ma anche di Marina, Barbara, Eleonora o Luigi. Se decidessero di scendere in politica sarebbe un fatto estremamente positivo”.

Torna su