“Il centrodestra, nato dalla storica intuizione di Silvio Berlusconi, per Forza Italia è una scelta irreversibile, anzi è elemento costituente della nostra identità. Ma naturalmente è un incontro tra culture e partiti diversi. La nostra collocazione è nel centro liberale e moderato”. Il consiglio nazionale di Forza Italia riunito ieri mattina a Roma mette dunque lo stop a tutti retroscena su possibili manovre con il Pd e il resto della sinistra sul tema dello ius scholae che resta ma, si sottolinea nel documento approvato all’unanimità, non è affatto un allargamento delle maglie sulla cittadinanza, ma un rafforzamento delle garanzie che con dieci anni di scuola dell’obbligo svolti con profitto ci siano maggiori condizioni di integrazione.
La sinistra “non si illuda di dividere il centrodestra”, “troveremo una sintesi con gli alleati”. FI con Antonio Tajani, che conferma l’obiettivo del 20 per cento alle Politiche del 2027, obiettivo “che è nelle nostre possibilità”, si rilancia con un manifesto liberale anche in vista delle prossime Regionali e rivendica il fatto che proprio grazie alla sua esistenza e alla cifra politica di questo centrodestra fondato da Berlusconi in Italia non hanno attecchito a destra “forze illiberali” e “anti-occidentali”.
Tajani, contrariamente ai retroscena che lo descrivevano in difficoltà dopo che Pier Silvio Berlusconi aveva chiesto più “volti nuovi“, rilancia il partito e la sua leadership, anche tenendo conto a giudicare dai fatti dei suggerimenti di Berlusconi jr, pure con modifiche allo statuto. Ai Congressi regionali i segretari non saranno più nominati ma eletti ed è previsto l’obbligo di tesseramento per due anni per partecipare con diritto di voto al Congresso nazionale.
Maurizio Gasparri, capogruppo al Senato, sottolinea i significativi recenti ingressi nelle file azzurre di sindaci e consiglieri regionali. Ma, innanzitutto, FI rivendica il contributo dato alla “vittoria epocale” con il secondo sì del Senato alla separazione delle carriere per quella riforma della giustizia che era il sogno di Berlusconi. “Una giustizia che non deve essere più usata come una clava contro gli avversari politici”, ma in cui il cittadino deve essere giudicato da un giudice che sia davvero terzo.
Quindi, avanti ora con il referendum “che vinceremo”. Quanto ai distinguo nella coalizione di governo, FI avverte che “il centrodestra ha sempre trovato la sintesi”. FI rimarca: ‘Il centro liberale, moderato, riformista siamo noi”, e il centrodestra “dal 1994 rappresenta l’Italia che guarda al futuro”. Soprattutto ora che “un Pd sempre più a sinistra rende marginali i moderati progressisti”.
Non esattamente musica per le orecchie di Matteo Renzi che aveva previsto il “game over” di FI con la scomparsa del Cavaliere. Mentre il campo largo è scosso da tensioni interne a causa di vicende giudiziarie per le quali “noi non chiederemo mai dimissioni”, sottolinea Forza Italia, rivendicando la sua storica cifra garantista.