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Bilancio Ue, cosa va e cosa non va nel progetto von der Leyen

Nuovo Quadro finanziario pluriennale, il bilancio 2028-34 dell'Unione Europa: fatti, numeri, approfondimenti e polemiche. Estratto dal Mattinale Europeo

Duemila miliardi di euro. E’ questo l’ammontare annunciato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per il nuovo Quadro finanziario pluriennale, il bilancio 2028-34 dell’Unione Europa. Il metodo von der Leyen fa molto discutere. Anche la sostanza. Ma forse per le ragioni sbagliate. Il principale obiettivo di von der Leyen era modernizzare il bilancio dell’Ue per adeguarlo per il nuovo secolo, le nuove crisi e le nuove priorità.

ECCO LE NOVITA’

“La proposta contiene cambiamenti radicali alle modalità di spesa dell’Ue e alle priorità di bilancio”, ha spiegato Lucas Guttenberg, direttore per l’Europa della Bertelsmann Stiftung a Berlino in un post su Bluesky. C’è “un massiccio spostamento delle quote di bilancio dalla politica regionale e agricola alla spesa comune per temi come la decarbonizzazione o l’innovazione”. Inoltre, “la Commissione propone anche una radicale modifica alle modalità di spesa dei fondi Ue”, dice Guttenberg. Si tratta di “un inizio incoraggiante per i negoziati. Ora c’è la possibilità di arrivare a un bilancio dell’Ue che sia in linea con le priorità dell’Ue in un momento estremamente difficile per l’Unione”. Quello di von der Leyen è un atto di coraggio. La presidente della Commissione non ha cercato un facile consenso.

I NUMERI DEL QUADRO FINANZIARIO PLURIENNALE DELL’UE

La cifra annunciata da Ursula von der Leyen è un po’ gonfiata. A prezzi correnti, tenendo conto delle previsioni di inflazione, il bilancio arriverà a 1.984 miliardi di euro. A prezzi costanti, cioè del 2025 eliminando l’effetto dell’inflazione, si ferma a 1.763 miliardi. Per fare un paragone serio con il bilancio 2021-27, è necessario guardare alla percentuale sul Reddito nazionale lordo. Il nuovo bilancio prevede impegni di spesa pari all’1,26 per cento del RNL contro l’1,1 per cento di quello attuale. Tenendo conto che 149 miliardi (a prezzi costanti) saranno spesi per rimborsare il debito di NextGenerationEU, non c’è un incremento significativo della spesa per le politiche europee. Secondo i calcoli degli esperti ammonta a un “più 0,04 per cento” del RNL.

LA FUSIONE DEI FONDI DI COESIONE E DELLA PAC

Una delle grandi novità della proposta sul nuovo Quadro finanziario pluriennale è la fusione delle risorse della Politica agricola comune, della Politica di coesione e di altre politiche come la sicurezza e le migrazioni in un unico fondo. Sarà gestito sul modello dei Piani nazionali di ripresa e resilienza. Le risorse saranno pre-allocate per gli Stati membri in un’unica dotazione nazionale. I governi concorderanno Piani di partnership nazionali e regionali che contengono riforme e investimenti e gli esborsi avverranno sulla base della realizzazione di obiettivi e traguardi.

LA MAGGIORE AUTONOMIA DI MANOVRA DEI GOVERNI

I governi avranno molta più libertà e flessibilità per decidere dove spendere la loro dotazione nazionale. E’ il principale incentivo per sostenere la proposta von der Leyen. Tuttavia, sotto pressione di Stati membri, eurodeputati e lobby, la Commissione ha scelto di proteggere una parte dei fondi per l’agricoltura e le regioni.

DOSSIER AGRICOLTURA

L’ammontare minimo dei pagamenti diretti agli agricoltori sarà di 300 miliardi di euro, compresa la riserva agricola, ha detto von der Leyen. Si tratta comunque di un taglio di circa il 25 per cento rispetto all’attuale bilancio. Per la coesione sono stati protetti appena 218 miliardi per le regioni meno sviluppate. Von der Leyen ha anche annunciato uno strumento di prestiti fino a 150 miliardi di euro, chiamato Catalyst Europe, che saranno messi a disposizione degli Stati membri per investire di più negli obiettivi dell’Ue. Infine ci sarà un altro strumento di prestito: un meccanismo di crisi “con una potenza di fuoco fino a quasi 400 miliardi” che tuttavia “non potrà essere usato per tempi normali”, ha detto von der Leyen.

COME SARA’ IL FONDO PER LA COMPETITIVITA’

La seconda novità della proposta di nuovo Quadro finanziario pluriennale è la creazione di un Fondo per la competitività che riunirà quasi tutti i programmi a gestione diretta della Commissione, da quello per l’ambiente Life al Fondo per la Difesa. La dotazione complessiva annunciata aumenta in modo consistente rispetto all’attuale bilancio: 410 miliardi di euro (in realtà 362 miliardi a prezzi costanti). Il vicepresidente della Commissione, Stéphane Séjourné, lo ha definito il “Fondo Draghi”. O “una forza d’attacco e di investimenti nei settori strategici”. Le risorse per la competitività saranno moltiplicate per tre. Le priorità saranno decarbonizzazione, digitale, biotech, spazio e difesa. Séjourné ha annunciato una novità: la preferenza europea nell’attribuzione dei fondi perché “il denaro del contribuente europeo deve portare benefici alle imprese localizzate in Europa”.

CAPITOLO POLITICA ESTERA

Anche la dotazione per la politica estera aumenta leggermente nella proposta di Quadro finanziario pluriennale di Ursula von der Leyen. La cifra annunciata è di 200 miliardi di euro (176 miliardi a prezzi costanti), ripartiti tra le diverse regioni del mondo. Ai paesi candidati andranno 42 miliardi. Ma la fetta più grossa è destinata ai paesi dell’Africa sub-sahariana con quasi 60 miliardi e ai paesi del Nord Africa e del Medio oriente con 42 miliardi. Sarà lì che verranno prelevati i fondi per gli accordi con i paesi terzi per frenare le partenze di migranti o aumentare il numero di rimpatri. L’Ucraina è trattata a parte. Ursula von der Leyen ha annunciato 100 miliardi per la resilienza e la ricostruzione. Ma le risorse dovrebbero restare fuori dal bilancio per confluire nella “Facility Ucraina”, probabilmente con un nuovo programma di prestiti garantiti dall’Ue.

CHI SBUFFA SUL BILANCIO DI VON DER LEYEN

Ormai è diventato raro vedere una dichiarazione congiunta dei gruppi del Parlamento europeo che hanno votato a favore di Ursula von der Leyen, tanto sono le divisioni interne alla maggioranza pro europea. Ma ieri Manfred Weber (capogruppo del PPE), Iratxe García Pérez (Socialisti&Democratici), Valérie Hayer (liberali Renew), Bas Eickhout e Terry Reintke (Verdi) hanno apposto la loro firma su una dichiarazione congiunta per denunciare la proposta di bilancio di von der Leyen. “Il Parlamento europeo non accetterà alcuna riduzione del controllo parlamentare e del legittimo controllo e scrutinio democratico sulla spesa dell’UE o, peggio, una rinazionalizzazione delle politiche principali dell’Unione”, hanno detto i leader della maggioranza pro europea. “Siamo delusi. Linee rosse fondamentali fissate dal Parlamento europeo sono state ignorate”, ha detto l’europarlamentare rumeno del PPE, Siegfried Muresan, relatore per il nuovo QFP. “Nella sua forma attuale, non possiamo dare il via libera al bilancio a lungo termine”. “L’Europa ha bisogno di una visione condivisa, non di 27 liste della spesa separate. Un vero bilancio europeo non può essere ridotto al minimo comune denominatore delle preferenze nazionali”, ha detto Muresan.

(Estratto dal Mattinale Europeo)

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