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Tesla, SpaceX, Microsoft, Meta, Lockheed Martin, Google e non solo: vincitori e sconfitti della Finanziaria di Trump

La legge fiscale e di spesa di Donald Trump, meglio nota come "Big Beautiful Bill", favorisce i produttori di carbone, i fondi di private equity e i gruppi della difesa. Danneggia, invece, gli interessi delle aziende di energie rinnovabili, i costruttori di auto elettriche (come Tesla) e le grandi compagnie tecnologiche. Ecco perché.

La “Grande e bellissima legge” (Big Beautiful Bill) di Donald Trump, cioè il provvedimento fiscale e di spesa approvato la scorsa settimana, piace alla maggior parte delle aziende statunitensi perché contiene dei significativi tagli alle imposte. Questo non significa, però, che favorisca tutti i settori, o tutti allo stesso modo.

VITTORIA GRANDE (MA NON ASSOLUTA) PER IL PRIVATE EQUITY

A uscirne “vincitore” è soprattutto il settore dei capitali privati, o private equity: un settore dal valore complessivo di 13.000 miliardi di dollari. Il Big Beatiful Bill, infatti, non modifica la cosiddetta carried interest provision, che permette ai fondi di pagare le tasse sulle plusvalenze di lungo termine sui profitti ottenuti, anziché le tasse sul reddito (molto più alte).

La legge, inoltre, contiene una riduzione delle aliquote fiscali per molte società sostenute dai fondi di private equity ed estende le deduzioni fiscali per gli interessi sul debito al deprezzamento e all’ammortamento.

La vittoria, tuttavia, non è stata assoluta. Come ricorda il Financial Times, nonostante il grande lavoro di lobbying, i fondi di private equity non sono riusciti a ottenere i crediti d’imposta da quasi 11 miliardi di dollari in dieci anni.

IL BIG BEAUTIFUL BILL FAVORISCE IL CARBONE E PENALIZZA LE RINNOVABILI

Un’altra grande vincitrice del Big Beautiful Bill è l’industria del carbone, che Trump aveva già mostrato di voler sostenere con un ordine esecutivo apposito. Nella legge fiscale viene stabilito che i produttori di carbone metallurgico, quello utilizzato nella produzione dell’acciaio, potranno richiedere la detrazione dalle tasse del 2,5 per cento dei costi sostenuti fino al 2029.

Sono stati mantenuti i crediti d’imposta alle fonti energetiche a zero emissioni ma stabili, come il geotermico, l’idroelettrico e il nucleare. Sono stati invece cancellati i tax credit per gran parte dei progetti sull’eolico e il solare – due fonti pulite ma dalla produzione intermittente -, e da settembre verranno anche eliminati gli incentivi all’acquisto di veicoli elettrici.

Dall’anno prossimo, inoltre, spariranno anche i crediti per l’installazione di pannelli fotovoltaici e pompe di calore negli edifici. I produttori di batterie continueranno invece ad avere accesso agli incentivi fiscali fino al 2033, ma per accedervi dovranno garantire un livello più alto di contenuto made in Usa.

Una delle aziende più colpite dal Big Beautiful Bill è Tesla, la casa automobilistica di Elon Musk, per tre ragioni: perché vende veicoli elettrici, che non potranno più beneficiare degli incentivi; perché produce impianti fotovoltaici e di stoccaggio domestici; perché non potrà più vendere i crediti per la compensazione delle emissioni agli altri produttori di automobili (si trattava di operazioni molto rilevanti per i conti).

MALE PER LE BIG TECH, BENE PER SPACEX E BLUE ORIGIN

Anche le grandi compagnie tecnologiche statunitensi impegnate nello sviluppo dell’intelligenza artificiale – come Amazon, Google, Microsoft e Meta – escono “sconfitte” dall’approvazione del Big Beautiful Bill. La legge, infatti, ha respinto la proposta di moratoria per dieci anni sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale da parte degli stati americani: significa che la regolazione, sgradita alle Big Tech, si farà probabilmente più pesante.

La legge avvantaggia invece le società aerospaziali private, come Blue Origin di Jeff Bezos e SpaceX di Musk, perché permette il finanziamento degli spazioporti – le strutture dove avvengono i lanci di veicoli spaziali, semplificando – sul mercato dei bond municipali.

I GRUPPI DELLA DIFESA FESTEGGIANO

Tra i grandi vincitori della Big Beautiful Bill ci sono, infine, i gruppi della difesa, visto che la legge assegna altri 150 miliardi di dollari al bilancio del Pentagono, da circa 1000 miliardi di dollari in tutto.

Una parte (23 miliardi) dei fondi extra verrà destinata alla realizzazione del sistema di difesa missilistico Golden Dome: vi partecipano Lockheed Martin, Rtx, Anduril e Palantir, tra gli altri. 28 miliardi saranno invece indirizzati alla cantieristica navale, in particolare allo sviluppo di imbarcazioni senza pilota: a beneficiarne, in questo caso, saranno i gruppi Huntington Ingalls Industries e General Dynamics (attraverso la sussidiaria Electric Boat).

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