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difesa terrestre

Droni e non solo. Ecco come si sta evolvendo il campo di battaglia secondo il generale Masiello

Che cosa ha detto il generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, in occasione della conferenza “L’evoluzione dei requisiti nel settore della difesa terrestre”, organizzata dal CeSI presieduto da Andrea Margelletti in collaborazione con Mbda.

I droni hanno modificato totalmente il campo di battaglia.

È importante chiederci “dove siamo e dove stiamo andando” ha esordito così il Generale Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, introducendo i lavori della conferenza dal titolo “L’evoluzione dei requisiti nel settore della difesa terrestre”, organizzata del Centro Studi Internazionali (CeSI) presieduto da Andrea Margelletti, in collaborazione con Mbda.

Ci troviamo in “un momento di conflitto tra stati” ha evidenziato il generale, spiegando che il “problema di un conflitto è un problema del paese”.

Tutti i dettagli.

NECESSARIO UN ATTEGGIAMENTO PROATTIVO DA PA PARTE DELL’ESERCITO

Da capo della forza armata terrestre, Masiello ha fatto presente che “i militari si preparando in base all’ultimo conflitto che hanno visto, avere un atteggiamento proattivo è faticoso, siamo sempre stati sorpresi e abbiamo sempre rincorso gli eventi”.

“Più che adattarsi a quello che sta succedendo, bisogna pensare a dove stiamo andando” ha evidenziato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, puntualizzando che “ci stiamo preparando in base alla lezione ucraina, ma l’occhio deve essere all’Africa e non solo, sarà quello il vero campo di battaglia, se mai ci sarà, e speriamo mai”.

“Guardando al conflitto in Ucraina, teatro articolato, complesso e completo per quello che ci riguarda, si combattono tre conflitti in contemporanea – ha spiegato il Capo di Sme – convenzionale, da seconda guerra mondiale, poi c’è la guerra tecnologica – siamo stati sorpresi dalla velocità con cui la tecnologia ha stravolto la guerra – e la terza è cognitiva. La cognitiva non è limitata all’Ucraina, il confronto cognitivo lo viviamo tutti i giorni, c’è un’attività di manipolazione delle menti, per le 95mila persone che sono alle mie dipendenze e devo preservare. I russi sono degli esperti del settore, una guerra manipolazione psicologica che fa parte della loro dottrina”.

I PROSSIMI CONFLITTI: DRONE CENTRIC-WARFARE

Soffermandosi sulla guerra tecnologica, secondo il generale Masiello “i prossimi conflitti saranno drone centic warfare” e non riguarderanno soltanto gli Uav, ma anche droni terrestri e droni anfibi manovrati dalle forze terrestri.

“Questi strumenti hanno modificato totalmente il campo di battaglia” spiega il generale. “Da che erano sistemi di sorveglianza e ricognizione oggi i droni ricoprono tutte le attività su un campo di battaglia” sottolinea il capo di Sme precisando che “Non è semplice prepararsi a una guerra di droni, a partire dall’approvvigionamento, la forza armata non piò organizzarsi comprando 10mila droni da mettere in magazzino, purtroppo non è così”. Ed è per questo che bisogna trovare “soluzioni su cui ci stiamo confrontando”.

Nel frattempo infatti “lo scopo dei droni è cambiato dalla sorveglianza, ora coprono tutta la gamma di attività che si possono fare sul campo da battaglia” sottolinea il capo di Sme ammettendo che “Non è facile prepararsi alla guerra dei droni: le difficoltà partono dall’approvvigionamento, dalla vita operativa dei droni che richiederebbe di avere una quantità molto grande di droni.”

Innanzitutto, “è  importante che tutti gli uomini siano capaci di pilotare droni”, ma riguardo la tecnologia e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito non ha dubbi: “mai delegheremo la decisione di una vita a un algoritmo, ma non è così per l’avversario pertanto si crea un’asimmetria etica” ha fatto presente il generale Masiello, in riferimento all’evoluzione dettata dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

UOMO SEMPRE AL CENTRO

Ecco perché in “tutto ciò l’uomo per noi è sempre al centro, non è più il soldato classico, ma è un operatore capace di utilizzare tecnologie complesse” prosegue il generale Masiello definendo il soldato “uomo che usa tecnologia, come moltiplicatore delle forze, che rimane il principale sistema d’arma, indipendentemente da tutto.”

Infine, rivolgendosi all’industria, il capo di Sme invita il comparto a “lavorare sempre più insieme, questo rapporto deve estendersi anche al mondo accademico, che deve fare la propria parte nel perseguire la sicurezza nazionale”. Senza dimenticare che “bisogna avere la libertà di pensare, di uscire fuori dagli schemi. Oggigiorno l’approccio a problemi complessi richiede di pensare fuori dagli schemi tradizionali” ha concluso il generale Carmine Masiello.

 

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