“Assistiamo alla fine dell’ordine liberale globale”: l’ambasciatore Giampiero Massolo, protagonista della presentazione del quadrimestrale di luglio di Start Magazine, ha offerto una lettura pragmatica del nuovo scacchiere geopolitico.
Uno scenario inedito, in cui cresce l’influenza delle potenze medie a discapito degli equilibri internazionali, e ciascun attore si trova più libero di perseguire autonomamente i propri interessi.
GLI STATI UNITI E IL RITIRO DAL RUOLO DI GUARDIANI
Gli Stati Uniti non intendono più essere i guardiani dell’assetto globale, preferendo “sfere di influenza e leve di negoziazione” piuttosto che un impegno universale. La prima conseguenza di ciò è che “i conflitti diventano potenzialmente irrisolvibili”. La seconda è la limitata capacità di richiamare e limitare le potenze “medie” nel loro gioco di interessi.
L’INTERVENTO USA IN IRAN PER SALVARE LA FACCIA
Gli effetti di ciò possono essere destabilizzanti, malgrado, per esempio, “le azioni di Israele contro l’Iran non sono spiaciute poi a nessuno, neanche a chi normalmente è contrapposto all’Occidente come Cina e Russia. Trump è intervenuto per limitare il protagonismo di Netanyahu ed evitare un conflitto prolungato in Iran, che avrebbe contraddetto le sue promesse elettorali”. Non un gioco delle parti, dunque, ma “l’unica possibilità di salvare la faccia” per sé, per Israele e per l’Iran.
LA DINAMICA INVOLUTIVA IN UCRAINA
Con una lettura che applica una simile griglia interpretativa all’Ucraina, il presidente di Mundys evidenzia la “differenza cruciale” tra la crescente convergenza verso il cessate il fuoco in Medio Oriente e la guerra di attrito in corso tra Mosca e Kiev, dove “la paura delle città viene usata come arma strategica”. Qui gli Usa mantengono un atteggiamento ben più distante perché Trump e la sua amministrazione “non vedono in Putin un attore in grado di soppiantare l’ordine politico europeo, almeno non nell’orizzonte della fine del suo mandato”.
LE POTENZE REGIONALI: JOLLY DEL NUOVO ORDINE MONDIALE
Il focus, infine, si è spostato sulle potenze regionali, veri jolly del nuovo ordine mondiale. Secondo l’ambasciatore, esistono Paesi destabilizzanti che sfruttano e cavalcano le crisi, come Corea del Nord e Iran, puntando sullo sviluppo del nucleare per garantirsi la continuità delle rispettive leadership.
DA BENZINAI A FINANZIATORI: IL NUOVO RUOLO DEI PAESI DEL GOLFO
E poi ci sono attori come Arabia Saudita ed Emirati, e in generale i Paesi del Golfo, che promuovono un cambiamento epocale nella regione, passando “da benzinai a finanziatori del mondo” grazie alle loro immense riserve, proponendosi come nuovi mediatori dello scacchiere internazionale.
Insomma, le medie potenze possono essere collante o miccia: sta all’Europa scegliere con chi giocare.