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Ceffoni e carezze di Unicredit al governo, tutti i dettagli

Che cosa sta succedendo fra Unicredit e governo su golden power, titoli di Stato e Banco Bpm? Fatti, stilettate e polemiche

Carota e bastone. Unicredit nel supplemento del documento di offerta per l’ops su Banco Bpm ha illustrato le sue più recenti mosse sul debito sovrano italiano ma ha anche stressato la sua posizione sul nodo del Golden Power. Nel primo caso confermando un’iniziativa che al governo non può che far piacere. Nel secondo, invece, sottolineando le conseguenze negative della scelta compiuta dall’esecutivo di usare il preciso strumento normativo per bloccare la sua operazione.

QUANTO È ESPOSTA UNICREDIT SUL DEBITO SOVRANO ITALIANO

Dal documento pubblicato questa mattina, giovedì 3 luglio, Unicredit ha fatto sapere di aver aumentato di poco più di un miliardo di euro l’esposizione sul debito sovrano italiano. Se al 31 dicembre, infatti, il valore di bilancio delle esposizioni in titoli di debito sovrano di Piazza Gae Aulenti era di 116,13 miliardi di euro, di cui 39,824 miliardi sull’Italia, al 31 marzo 2025 l’esposizione complessiva è salita a 117,536 miliardi, con 40,913 miliardi sull’Italia.

Il 75% dei titoli di Stato è concentrato in otto paesi, l’Italia è ovviamente in testa. Dietro ci sono Spagna (16.093), Germania (8.025), Francia (6.561), Stati Uniti d’America (5.308), Austria (4.326), Repubblica Ceca (3.885) e Romania (3.157). Titoli che rappresentano circa il 14,8% delle attività del gruppo Unicredit.

LA POSIZIONE SUL GOLDEN POWER

Rispetto al Golden Power, invece, la banca ci ha tenuto a evidenziare il fatto di aver “presentato un ricorso dinanzi al Tribunale Amministrativo del Lazio al fine di ottenere l’annullamento, totale o parziale”. Anche se “Unicredit mantiene interazioni con le autorità competenti, comprese quelle preposte al controllo delle disposizioni contenute nel decreto Golden Power, al fine di ottenere una revisione delle prescrizioni e maggiore chiarezza riguardo al loro scopo”. Il disappunto dell’istituto guidato da Andrea Orcel, in merito alla scelta del governo, è evidente. E non da oggi.

Oltre a ribadire di aver “il diritto di adottare qualsiasi decisione”, piazza Gae Aulenti ha avvertito che “sussiste il rischio che la poca chiarezza circa la portata e l’interpretazione delle prescrizioni contenute nel Golden Power possa condurre le autorità competenti, in sede di futuro monitoraggio, a comminare una sanzione amministrativa per la violazione di tali prescrizioni”. Una sanzione che potrebbe “fino al doppio del valore dell’operazione, e comunque non inferiore all’1% del fatturato dell’ultimo esercizio”.

L’INTERESSE SU ASSICURAZIONI GENERALI

Sempre nel supplemento al documento d’offerta relativo all’ops su Banco Bpm, Unicredit ha rimarcato di non avere nessun interesse strategico in Assicurazioni Generali, tanto che l’investimento nel Leone di Trieste “potrebbe essere progressivamente ridotto e potenzialmente ceduto integralmente, in base alle condizioni di mercato, senza influire in modo significativo sull’attività ordinaria di Unicredit”.

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