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Altri powerbank di Anker rischiano di prendere fuoco?

Dopo il maxi richiamo negli Usa per oltre un milioni di dispositivi, Anker annuncia nuove campagne che riguardano diversi modelli di power bank. Una nuova grana per una delle più note aziende cinesi operanti nel settore hi-tech.

Nuove grane per Anker, uno dei principali produttori al mondo di powerbank: soltanto pochi giorni fa era stato costretto ad avviare una maxi campagna di richiami per oltre un milione di dispositivi a seguito dell’allerta dell’ente federale Consumer Products Safety Commission degli Stati Uniti, secondo la quale il modello PowerCore 1000 A1263 avrebbe possibili vizi alla batteria agli ioni di litio che può surriscaldarsi creando rischi concreti di combustione e ustioni per gli utilizzatori, ora tramite i propri social informa di altri possibili dispositivi difettosi.

QUALI SONO I POWER BANK A RISCHIO INCENDIO

“Nell’ambito dei nostri protocolli di sicurezza rafforzati, Anker ha condotto una revisione proattiva dei lotti di power bank prodotti in precedenza. Questo processo ha identificato un potenziale problema con le celle di una comune batteria agli ioni di litio di un unico fornitore”, spiega il produttore di power bank.

Anker comunica di avere informato la Commissione statunitense per la sicurezza dei prodotti di consumo e di essere al lavoro “in coordinamento con l’agenzia per avviare un nuovo richiamo volontario”. Questa volta i modelli di powerbank interessati saranno: A1257, A1647, A1652, A1681 e A1689.

LA PROCEDURA DI RICHIAMO

I consumatori con i powerbank inclusi in questo richiamo potranno scegliere un dispositivo sostitutivo o una carta regalo valida sull’e-commerce di Anker. Il produttore non ritira direttamente il powerbank difettoso: è compito dell’utente consegnarlo a una struttura adeguata che sia in grado di trattare non solo le batterie normali ma anche quelle potenzialmente difettose, che presentano maggiori profili di rischio.

LA CAMPAGNA PRECEDENTE

Come si anticipava, le unità interessate dal precedente richiamo sono state invece prodotte tra il 1° gennaio 2016 e il 30 ottobre 2019, commercializzate negli Stati Uniti dal giugno 2016 al dicembre 2022 nei colori nero, blu, rosso e bianco. Le segnalazioni raccolte sui malfunzionamenti del PowerCore 1000 A1263 sono in tutto diciannove e denunciano incendi, esplosioni e danni materiali per oltre 60.700 dollari distribuiti su undici casi documentati. La casistica contempla anche due episodi di ustioni a persone che utilizzavano il dispositivo.

LE REGOLE PER TRASPORTARE I POWERBANK IN AEREO

Dal momento che si tratta di dispositivi da trattare con riguardi particolari, le compagnie aeree hanno adottato regole differenti per il trasporto che è bene tenere a mente con l’arrivo della stagione estiva.

Ita Airways per esempio richiede per l’imbarco l’inserimento del dispositivo nella propria confezione originale o all’interno di una bustina di plastica, puntualizzando che i viaggiatori devono avere cura di coprire i punti di contatto con nastro isolante. Prevede inoltre il limite di 100Wh.

Quanto alle low cost Ryanair non permette di posizionare i powerbank nella cappelliera e nemmeno nella stiva, mentre EasyJet impone un limite a 100Wh e il passeggero dovrà tenere con sé il device. Restrizioni tutt’altro che frutto di psicosi (come potevano essere quelle invece riguardanti dentifrici e boccette contenenti liquidi) se si considera l’imponente campagna di richiami avviata negli ultimi giorni da Anker, azienda cinese attiva nella produzione di device tecnologici.

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