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Bandiera Ue, perché sono ignoranti le critiche a Tajani

I sovranisti devono accettare che la bandiera europea rappresenta anche l'Italia. Gli “europeisti da piedistallo” devono invece accettare il simbolismo mariano. L’opinione del Generale della Guardia di Finanza in congedo, Alessandro Butticé

«Quarant’anni fa i leader europei scelsero la bandiera comune dell’Europa. Blu come il manto della Madonna, con le 12 stelle delle tribù d’Israele disposte in cerchio. Un simbolo dei nostri valori di libertà, delle nostre radici giudaico-cristiane». Questo il testo di un post su X (ex Twitter), del Primo Vicepremier e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, il 29 giugno. E sui social e sui media, si è scatenato l’inferno.

Un inferno che arde nelle fiamme dell’ignoranza che alimentano le polarizzazioni, da una parte e dall’altra. Quelle di sovranisti e nazionalisti (patrioti de noantri che nulla hanno a che fare col vero patriottismo del XXI secolo), coagulati anche da qualche generale e militare al contrario che ha dimenticato, o forse non compreso, la formula del proprio giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana, e di osservanza della Costituzione e delle leggi. E quelle, da sinistra, degli europeisti da piedistallo (non meno pericolosi per l’unità europea – che ogni vero patriota dovrebbe difendere ad ogni costo – del più peloso sovranismo) che vedono i riferimenti fattuali e storici del post di Tajani come una negazione della sacrosanta laicità delle Istituzioni Ue o, ancora peggio di questi tempi, una strizzatina d’occhio al governo israeliano di Netanyahu.

Interpretazioni campate per aria, per le stesse ragioni che, il 21 maggio dello scorso anno, mi hanno portato a scrivere un articolo su Startmag a seguito di alcune derisioni della bandiera europea da parte del generale in aspettativa (per mandato elettorale) Roberto Vannacci, che avevano costretto lo stesso Antonio Tajani, a delle precisazioni a chi aveva dimostrato ignorare ciò di cui parlava.

Ignoranza, o dimenticanza, che è molto grave, in modo particolare, per chi, sia esso rappresentante, civile o militare, delle Istituzioni ed abbia giurato osservanza della Costituzione e delle leggi.  Quella stessa Costituzione che agli articoli 10, 11, 81, 97, 117 e 119, prevede l’unità europea. E quelle stesse leggi che comprendono, oltre ai regolamenti Ue, la legge del 5 febbraio 1998, n. 22 in attuazione dell’art. 12 della Costituzione, sulla Bandiera della Repubblica italiana.

I sovranisti devono comprendere che la bandiera Ue rappresenta e incarna anche la Repubblica e la Costituzione italiana

Chi ricopre funzioni pubbliche, soprattutto se vestisse o avesse vestito un’uniforme, dovrebbe sempre conformarsi al rispetto della Costituzione e delle leggi, delle quali l’Unione europea è parte integrante.  Oltre che unica costruzione sovranazionale dell’umanità fatta nella pace e nel consenso, che molti – a ragione da fuori, e stoltamente da dentro – vorrebbero distruggere.

Nell’articolo dello scorso anno spiegavo le ragioni per le quali mettere in discussione la bandiera dell’Ue non va soltanto contro il diritto europeo, ma anche contro il diritto nazionale, e la stessa Costituzione. Alla stessa stregua dell’offesa alla bandiera italiana. Per un militare, inoltre, l’eventuale offesa della bandiera è un atto di insubordinazione che è sanzionato penalmente in modo più grave che per il civile. Perché assimilato al tradimento ed ai reati contro la fedeltà e la difesa militare. Mentre per un militare in congedo, invece, è anche un tradimento del proprio giuramento, che lo rende indegno, ad esempio, di appartenere ad un’associazione d’arma. E anche la Corte di Cassazione ha recentemente confermato che chi strappa la bandiera dell’Unione europea offende e disprezza tutti gli Stati esteri che fanno parte della Ue. Meritando quindi la condanna per il reato di vilipendio a carico del ricorrente, che aveva prima tentato di bruciare il vessillo poi, preso atto che la stoffa era ignifuga, l’aveva strappato. Non avendo alcuna possibilità di invocare la libertà di espressione e pensiero, perché il prestigio di uno stato come dell’Ue, dei suoi emblemi e delle sue istituzioni, rientra tra i beni costituzionalmente garantiti.

Gli “europeisti da piedistallo” devono invece accettare anche il simbolismo mariano racchiuso nella bandiera Ue

Agli “europeisti nemici dell’unità europea” (dei quali ho scritto su StartMag il 24 marzo) bisogna invece segnalare che Antonio Tajani, seppure nell’indiscusso rispetto della laicità delle Istituzioni democratiche, ha perfettamente ragione nel ricordare che la bandiera è costituita da un cerchio di 12 stelle dorate su uno sfondo blu. Dove le stelle rappresentano gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli d’Europa, di ispirazione – secondo l’autore della Bandiera Ue – anche Mariana e giudeo-cristiana.

L’origine della bandiera Ue è infatti nel Consiglio d’Europa (che è Istituzione diversa dall’Unione europea, dal Consiglio Europeo e dal Consiglio dell’Unione europea) che, impegnato nella difesa dei diritti umani e nella promozione della cultura europea, scelse il disegno in uso ancora oggi, dopo che il 9 maggio 1950, Robert Schumann presentò la proposta di creare un’Europa unita, indispensabile al mantenimento di relazioni pacifiche fra gli Stati che la componevano. Nel 1950, il Consiglio bandì un concorso per realizzare la bandiera della futura Europa unita. Arrivarono 101 bozzetti e venne scelto quello di un grafico alsaziano, Arsène Heitz.

Il bozzetto piacque molto, e nel 1955 il Consiglio lo adottò ufficialmente, diffondendo la nuova bandiera in centinaia di migliaia di esemplari.

Ma subito scoppiò lo scandalo. La bandiera era un perfetto simbolo mariano.  È costituita, infatti, da 12 stelle poste in cerchio su sfondo azzurro.

San Giovanni nell’Apocalisse, al capitolo 12, riferendosi alla Madonna, scrisse: “Apparve un segno grande nel cielo: una donna vestita di sole e sul suo capo una corona di dodici stelle”. E quella corona di dodici stelle divenne il simbolo della Vergine Maria. Simbolo che si vede in moltissime immagini realizzate lungo il corso dei secoli.

Fu lo stesso Arsène Heitz a rivelare che per il bozzetto della bandiera europea si era ispirato al simbolo mariano delle dodici stelle.

Raccontò che, quando seppe del concorso, stava leggendo la storia della “Medaglia miracolosa”. La “medaglia miracolosa” è un oggetto di devozione che risale al 1800. Una religiosa, Suor Caterina Labouré, oggi santa, viveva in un convento a Parigi e aveva delle visioni della Madonna.

Un giorno, il 27 novembre 1830, la Vergine le chiese di far coniare una medaglia promettendo grazie a chi l’avrebbe tenuta con devozione, e fece vedere il bozzetto, come lei voleva la medaglia. La realizzazione fu piuttosto elaborata perché nessuno credeva alle parole della suorina. Ma poi la medaglia venne coniata e diffusa in milioni di esemplari nel mondo. Tra i credenti è ancora un oggetto diffusissimo ed ha fama di essere veramente prodigiosa, per questo viene chiamata la “Medaglia miracolosa”.

Quella storia colpì molto Arsène Heitz, cattolico e devoto della Madonna. Si procurò una di quelle medaglie e vide che da una parte era raffigurata la Vergine e sull’altra un cerchio di dodici stelle che racchiude un anagramma costituito da una “M” (Maria), un “I” Jesus, sormontati da una croce. Subito, come egli stesso raccontò, pensò di preparare un bozzetto per la bandiera europea con quel simbolo mariano: le 12 stelle, su sfondo azzurro, il colore del cielo, in modo che la Madonna potesse proteggere gli abitanti di questa nuova Europa, dilaniata fino al secolo scorso da guerre fratricide, che alcuni vorrebbero ripetere.

Nel 1983 il Parlamento europeo decreta che la bandiera della Comunità europea sia quella già usata dal Consiglio d’Europa. Mentre nel 1985, i capi di Stato e di governo dei paesi membri ne fecero l’emblema ufficiale della Comunità europea, poi diventata “Unione europea”.

Diritto di critica vs doveroso rispetto dei fatti  e della storia

Criticare un rappresentante politico e membro del governo deve restare un sacrosanto diritto di ognuno. Ma farlo con argomenti che negano le due realtà citate – la prima costituzionale, la seconda storica -, che piacciano o meno, significa contribuire alla disinformazione imperante di cui è vittima l’Europa. E l’Italia, più di altri Paesi, è il ventre molle della guerra ibrida e cognitiva che si sta combattendo contro l’unità europea.

I belati scomposti seguiti in questi giorni, da destra come da sinistra, alla dichiarazione fattuale di Antonio Tajani, che non c’è ragione di pensare che potesse avere intenzione diversa dalla celebrazione del quarantesimo anniversario dell’adozione ufficiale della bandiera Ue, decisa dai capi di Stato e di Governo nel 1985, hanno fatto pensare a chi scrive, e con preoccupazione, a due cose.

Da un lato all’indiscussa brutalità leonina degli attuali inquilini del Cremlino e della Casa Bianca, accomunati dalla dichiarata volontà di demolire l’unità europea. All’insegna del divide et impera di romana memoria. Che potremmo anche comprendere, dal punto di vista delle loro agende personali.

Dall’altro, ad Alessandro Magno, che ha avuto un impatto significativo anche sullo sviluppo della civiltà occidentale ed europea, sia in termini culturali che politici, il quale sosteneva: io non ho paura di un esercito di leoni, se sono condotti da una pecora. Io temo un esercito di pecore, se sono condotte da un leone”.

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