UNA DIFFERENZA MATERIALE: IGNORATE L’IPERBOLE SUL CONSUMO ENERGETICO DELL’AI, GLI SCIENZIATI HANNO TROVATO UNA SOLUZIONE
(The Daily Telegraph, Ambrose Evans-Pritchard, 27 giugno 2025)
Scienziati di tre università britanniche stanno sviluppando un chip di grafene spesso un atomo, capace di ridurre del 90% il consumo energetico dei data center per l’AI, rivoluzionando la domanda globale di elettricità nei prossimi 25 anni. Sir Colin Humphreys, leader del progetto alla Queen Mary University di Londra, prevede un prototipo funzionante entro il 2029 e una produzione di massa di milioni di dispositivi entro il 2032-33. Questo chip, che utilizza il grafene per condurre elettroni in modo ultraefficiente, potrebbe permettere di ricaricare smartphone una volta a settimana e laptop per 80 ore.
Il cuore dell’articolo è la promessa tecnologica del grafene, che potrebbe rendere obsoleta l’era del silicio e smentire le previsioni allarmistiche secondo cui i data center consumeranno metà dell’elettricità mondiale entro il 2040. A differenza dei chip tradizionali, il grafene, combinato con strati di seleniuro di indio, supera i limiti dei semiconduttori, eliminando la necessità di costosi sistemi di raffreddamento ad acqua, come i 6 miliardi di galloni usati da Google nel 2024. La produzione locale del grafene, derivante dal metano, riduce anche le dipendenze estere. Intanto, rivali come gli Usa (con il disolfuro di molibdeno) e la Cina competono in questa corsa globale, ma il Regno Unito guida la ricerca.
Sebbene l’AI raddoppi i consumi ogni sei mesi e i data center assorbano già il 20% dell’elettricità irlandese, Evans-Pritchard liquida come esagerazioni i timori di un’espansione massiccia di carbone e gas, promossa da Trump e Russia. Soluzioni come i superconduttori di Imec o il grafene promettono di risolvere la crisi energetica, evitando un ritorno ai combustibili fossili e superando le carenze di minerali strategici, spesso monopolizzati dalla Cina. La tecnologia, sostiene, salverà l’umanità dalla propria miopia.