Il gruppo Campari ha annunciato la cessione del business Cinzano – storico marchio italiano di vermouth e vini spumanti – al gruppo Caffo 1915, proprietario del famoso e intramontabile Vecchio Amaro del Capo. L’operazione, il cui closing è previsto entro fine 2025, ha un valore di 100 milioni di euro e comprende anche il marchio Frattina, attivo nel segmento della grappa e dello sparkling wine.
L’accordo segna un passaggio chiave nella strategia di razionalizzazione annunciata dal Ceo Simon Hunt, nominato nel 2023, con l’obiettivo di semplificare il portafoglio prodotti e concentrare risorse sui marchi considerati “core”, cioè strategici per la crescita globale del gruppo. Ma la decisione risponde anche a una necessità finanziaria: contenere il forte indebitamento accumulato negli ultimi anni, frutto di diverse operazioni straordinarie.
DEBITO IN CRESCITA, LA VERA MOTIVAZIONE DIETRO LA VENDITA
Secondo la Relazione annuale approvata il 4 marzo 2025 dal consiglio di amministrazione di Campari, l’indebitamento finanziario netto ha raggiunto i 2.377 milioni di euro al 31 dicembre 2024, in aumento di 523 milioni rispetto al 2023. Un incremento significativo, attribuito principalmente ad acquisizioni e investimenti straordinari, solo in parte bilanciate da una solida generazione di cassa.
Come riporta anche Il Sole 24 Ore, questa operazione contribuisce a ridurre la leva finanziaria e ad alleggerire il carico operativo dell’azienda, che negli ultimi anni ha puntato fortemente sullo sviluppo internazionale degli spirit premium (come Aperol, Campari e Wild Turkey), considerati più redditizi rispetto ai prodotti storici ma meno dinamici come vermouth e spumanti.
COSA EREDITA GRUPPO CAFFO E COSA RESTA A CAMPARI
Nel dettaglio, l’accordo con il Gruppo Caffo prevede la creazione di una newco alla quale verranno trasferiti tutti gli asset legati a Cinzano e Frattina: marchi, proprietà intellettuale, scorte, contratti commerciali, parte del personale e alcuni macchinari produttivi in Italia. Non rientrano nella cessione invece gli stabilimenti di produzione in Italia e Argentina, dove Campari continuerà a produrre altri brand del portafoglio.
Durante la fase di transizione, Campari manterrà la distribuzione dei prodotti Cinzano in alcuni mercati chiave, come Argentina, Spagna, Messico, Russia, Corea del Sud e Sud Africa, in attesa del passaggio operativo alla rete di gruppo Caffo.
Campari è stata assistita nell’operazione da Mediobanca per gli aspetti finanziari e da Baker McKenzie per quelli legali. Per Caffo, hanno agito Broletto Corporate Advisory come advisor finanziario e lo Studio Legale Scimemi per la parte legale.
IL DECLINO DI CINZANO
Fondato nel 1757 in Piemonte, Cinzano è stato acquisito da Campari nel 1999, mentre Frattina è entrata nel portafoglio del gruppo nel 2014, con l’acquisizione di Fratelli Averna. Entrambi i marchi hanno contribuito a consolidare la posizione di Campari nel segmento del vermouth e dei vini spumanti, ma nel tempo hanno perso centralità nella strategia del gruppo.
Come riporta il Corriere, i marchi acquisiti, attivi in oltre 100 mercati, hanno generato vendite per 75 milioni di euro nel 2024, con un margine operativo – escluse le spese marketing – di 21 milioni e una crescita media annua del 5% negli ultimi quattro anni.
CAFFO TRA CRESCITA E INTERNAZIONALIZZAZIONE
Per il Gruppo Caffo 1915, con sede in Calabria, a Vibo Valentia, si tratta di un’acquisizione di forte valore simbolico e strategico. “Questa acquisizione segna un importante passo verso il nostro percorso di crescita internazionale – ha affermato Sebastiano Caffo, Ceo dell’azienda -. Cinzano, un brand storico e iconico, sarà la chiave per accelerare la nostra espansione all’estero, portandoci subito in più di 100 mercati”.
L’azienda ha già ottenuto risultati significativi sul mercato domestico grazie al successo di Vecchio Amaro del Capo e ora mira a espandersi globalmente sfruttando la reputazione storica e la presenza internazionale di Cinzano, già consolidata in numerosi Paesi.