Youtuber in agitazione dopo che la Cnbc ha rivelato che Google sta utilizzando il suo catalogo di 20 miliardi di video di YouTube per addestrare i suoi famelici algoritmi di intelligenza artificiale. Sentita dal canale americano di informazione economica di proprietà di NBCUniversal News Group, Mountain View ha effettivamente ammesso di sfruttare quell’archivio sterminato, puntualizzando però di ricorrere “solo” a un sottoinsieme dei suoi video per l’addestramento nell’alveo di specifici accordi con content creator e aziende del settore media. Ma è davvero così?
GLI YOUTUBER IGNARI DI ESSERE FINITI NEL MENU DELLE AI
Sebbene YouTube affermi di agire in modo trasparente, gli esperti che hanno parlato con Cnbc hanno affermato che i creatori e le organizzazioni media non sarebbero pienamente consapevoli del fatto che Google sta addestrando i suoi modelli di intelligenza artificiale utilizzando la loro libreria video. Non solo: gli utenti che hanno caricato contenuti sul servizio non hanno modo di impedire a Google di addestrare i propri video.
“Fornendo Contenuti al Servizio, concedi a YouTube una licenza mondiale, non esclusiva, esente da royalty, sublicenziabile e trasferibile per utilizzare tali Contenuti”, si legge nei termini di servizio. Parallelamente, si fa notare come YouTube offra ai creator la possibilità di escludere i propri video dall’addestramento da parte di società terze, come Amazon o Nvidia.
VEO 3 SAZIATO CON IL LAVORO DEGLI YOUTUBER?
E c’è già chi sospetta che gli ultimi ritrovati hi-tech come per esempio il chiacchieratissimo Veo 3, strumento capace di generare clip video incredibilmente realistiche, abbia raggiunto tali risultati proprio grazie ai dati introitati da YouTube, a quanto pare senza che coloro che hanno realizzato i video finiti sul menu degli algoritmi ne fossero pienamente consapevoli.
OLTRE AL DANNO, LA BEFFA
Anche se il risultato finale di Veo 3 non replica direttamente il lavoro e la creatività degli Youtuber, il contenuto generato alimenta strumenti commerciali che potrebbero competere molto presto con i content creator che hanno addestrato con i loro video questa e altre Intelligenze artificiali, il tutto senza riconoscimento, consenso o compenso.
L’azienda aveva condiviso in un post sul blog pubblicato a settembre che i contenuti di YouTube potrebbero essere utilizzati per “migliorare l’esperienza del prodotto… anche attraverso applicazioni di apprendimento automatico e intelligenza artificiale”.
QUANTA FAME HA L’AI?
YouTube, si sottolinea da Cnbc, non ha specificato quanti dei 20 miliardi di video presenti sulla sua piattaforma siano sfruttati a tale scopo, ma viene fatto notare come l’addestramento su solo l′1% del catalogo ammonterebbe a 2,3 miliardi di minuti di contenuti, ovvero oltre 40 volte i dati di addestramento utilizzati dai modelli di IA concorrenti.
Una miniera d’oro cui Google, evidentemente, non rinuncerebbe mai. Mountain View acquistò la piattaforma nel 2006 per 1,65 miliardi di dollari e oggi, anche grazie alla possibilità di sfruttarne l’archivio come “ristorante per AI”, il valore sarebbe prossimo ai 550 miliardi di dollari, nonostante in un primo momento pareva che i cinesi di TikTok potessero eroderne considerevolmente l’appeal.