Skip to content

jihad

Lo scontro tra Islam e Occidente raccontato da Domenico Quirico

“Le quattro jihad. Lo scontro tra Islam e Occidente da Napoleone a Hamas” di Domenico Quirico.

Le vacanze estive sono imminenti e, come ogni anno, bisogna scegliere i libri da leggere sotto l’ombrellone. Ovviamente si vorrebbe qualcosa di rilassante. Ma, se si preferisce la saggistica, oggi è davvero un problema. Orma da due anni gli scaffali delle librerie sono pieni di novità editoriali che parlano soltanto di guerre. Ben pochi i titoli che aiutano a evadere dalla devastante realtà mondiale dei nostri giorni. Ma si può anche fare di necessità virtù scegliendo un libro che, pur trattando di vicende tragiche, ha qualcosa di originale come contenuto e come scrittura. Uno di questi, ancora fresco di stampa, è sicuramente “Le quattro jihad. Lo scontro tra Islam e Occidente da Napoleone a Hamas” di Domenico Quirico (Rizzoli, 324 pagine, 19 euro). La novità interessante è che probabilmente per la prima volta le cosiddette “guerre sante” dei più fanatici integralisti musulmani vengono raccontate dalle origini ai nostri giorni. L’altro aspetto che attira è l’approccio narrativo. Diversamente da tanti altri giornalisti che si vestono da storici e non sempre ottengono risultati apprezzabili, Quirico sceglie di ripercorrere le jihad con ritmo e stile da reportage. Non servirà a dimenticare neanche per un attimo le tristi realtà di oggi ma di sicuro basterà a capirle meglio.

L’inizio delle guerre sante si può datare nel luglio del 1798 quando Napoleone Bonaparte sbarca in Egitto e lo conquista rapidamente sconfiggendo i mamelucchi che di fatto lo governavano. Ma l’esercito francese si spinge più a nord fino in Siria minacciando direttamente l’impero ottomano. La reazione è la prima jihad per eliminare gli infedeli ovvero gli invasori. La proclama ufficialmente il sultano Selim III e il clero musulmano provvede subito a diffondere i suoi ordini. La rivolta scoppia ovunque e le truppe francesi che avevano vinto tutte le battaglie sono costrette a trincerarsi dentro le cittadelle fortificate. Nel giugno del 1800, Jean-Baptiste Kléber, il valoroso generale a cui Napoleone ha affidato il comando al momento di tornare in Francia, viene assassinato da uno studente di una scuola coranica originario di Aleppo. Senza la sua guida, ai francesi non resta che abbandonare l’Egitto ed essere rimpatriati grazie a un accordo con la flotta inglese. Di fatto, l’Islam ha vinto la prima jihad. E soprattutto senza stragi e in poco tempo.

Non sarà così per le altre jihad. La rivolta capeggiata dal Mahdi in Sudan provocherà un bagno di sangue. L’assedio di Khartoum si conclude tragicamente e viene ucciso Gordon pascià, personaggio mitico dell’imperialismo britannico che in teoria avrebbe dovuto fermare la ribellione. A sconfiggerla sarà nel 1898 soltanto un’imponente spedizione militare inglese. Le altre due jihad sono storia recente: la guerra senza quartiere agli infedeli di Bin Laden e Al Qaeda e oggi quella di Hamas contro Israele. Il flusso di notizie fa pensare che ne sappiamo abbastanza ma non è così. Leggendo il libro di Domenico Quirico si scopre molto di più. E, pur essendo profani della materia, vengono interrogativi inquietanti sul perché le nuove jihad siano così ravvicinate e di lunga durata. Segno di un malessere fra Islam e Occidente che nessuna delle due parti ha mai saputo risolvere e neppure gestire.

Torna su