La nostra camminata può rivelare molto sul tasso di invecchiamento del cervello. Ad affermarlo sono vari studi che hanno osservato in che modo la velocità con cui camminiamo fornisce in realtà molte informazioni sul nostro stato di salute.
Sebbene infatti sia normale che le persone camminino più lentamente con l’età, un declino repentino nella velocità del passo potrebbe indicare che c’è qualcosa di più grave in corso.
CAMMINATA E ASPETTATIVA DI VITA
Per comprendere se la velocità del passo è un indicatore significativo della speranza di vita negli anziani, i ricercatori dell’Università di Pittsburgh hanno raccolto i risultati di nove studi che, complessivamente, hanno seguito più di 34.000 adulti che vivevano in comunità e di età pari o superiore a 65 anni, per un periodo che variava tra i 6 e i 21 anni.
Lo studio ha mostrato che la velocità del passo era significativamente associata alla durata della vita. Per esempio, gli uomini che camminavano più lentamente a 75 anni avevano il 19% di possibilità di vivere per altri 10 anni, rispetto a quelli più veloci, la cui percentuale era dell’87%.
A questo dato si potrebbe controbattere che le persone anziane, che magari sono già malate, tendono a essere meno mobili. Tuttavia, uno studio del 2009 condotto in Francia ha scoperto che anche tra gli adulti sani di età superiore ai 65 anni, i partecipanti con una velocità di camminata bassa erano circa tre volte più propensi a morire di malattie cardiovascolari durante il periodo di studio rispetto alle persone che camminavano più velocemente.
PIÙ LENTO È PIÙ PICCOLO
“Quando la velocità normale di camminata di una persona diminuisce, è spesso associato a un declino sottostante della salute”, ha detto Christina Dieli-Conwright, professoressa di medicina alla Harvard Medical School, che studia gli effetti dell’esercizio sulla prognosi del cancro.
La velocità con cui una persona cammina infatti può rivelare molte informazioni circa l’invecchiamento del cervello. Secondo i ricercatori, inoltre, i camminatori più lenti hanno cervelli più piccoli e differenze fondamentali nelle strutture cruciali, come una neocorteccia più sottile – ovvero lo strato più esterno del cervello, che controlla il pensiero e l’elaborazione delle informazioni complesse – e più materia bianca.
“Potrebbe essere che la persona abbia una condizione cronica che ha fatto sì che non si muovesse molto o fosse diventata sedentaria. Ciò significa che, molto probabilmente, ha subito una diminuzione della forza muscolare e della mobilità articolare, il che purtroppo porta a ulteriori declini della salute”, ha aggiunto Dieli-Conwright.
ANCHE I GIOVANI NON SONO SEMPRE GIOVANI
Ma tutto questo non riguarda solo gli anziani. Una ricerca del 2019 condotta dalla Duke University della Carolina del Nord ha ugualmente dimostrato che anche tra i 45enni la velocità del passo poteva prevedere il tasso a cui il cervello e il corpo stavano invecchiando. Nello studio sono state coinvolte 904 persone di 45 anni che, nell’ambito di un progetto di ricerca longitudinale, sono state sottoposte regolarmente a valutazioni della salute e delle funzioni cognitive durante tutta loro vita.
“Ci si potrebbe aspettare che tutti, a 45 anni, siano più o meno nella media, ma alcuni camminavano velocemente come ventenni in salute, mentre altri avevano l’andatura lenta di persone molto più anziane”, ha raccontato Line Rasmussen, ricercatrice nel dipartimento di Psicologia e Neuroscienze alla Duke University.
Lo studio ha infatti rivelato che i 45enni con una velocità di passo più lenta mostravano segni di “invecchiamento accelerato”: i loro polmoni, denti e sistema immunitario erano in condizioni peggiori rispetto a quelli che camminavano più velocemente. Presentavano anche biomarcatori associati a un invecchiamento più rapido, come pressione sanguigna elevata, colesterolo alto e una minore forma fisica cardiorespiratoria. Mostravano anche altri segni di cattiva salute fisica, come una presa della mano più debole e maggiori difficoltà ad alzarsi da una sedia. Persino i volti risultavano come più invecchiati rispetto agli altri partecipanti.
IL TEST
Per eseguire il test della velocità di camminata, sono sufficienti un cronometro e un metro. Se si vuole provare all’aperto basta misurare 15 metri. È consigliabile camminare per 5 metri, per raggiungere la velocità normale, e poi percorrere gli altri 10. Per calcolare la velocità, basta dividere 10 per il numero di secondi impiegati per percorrere quella distanza. Se, invece, lo spazio è più limitato, ad esempio a casa, si può ripetere lo stesso test ma riducendo a 5 metri la distanza, con 1 metro di “preparazione” e 4 per calcolare il tempo impiegato.
Per valutarsi è possibile fare riferimento alla media stabilita dai ricercatori. La velocità media di camminata per una donna tra i 40 e i 49 anni è di 1,39 m/s, mentre per un uomo della stessa fascia d’età è di 1,43 m/s. Tra i 50 e i 59 anni, è di 1,31 m/s per una donna e sempre di 1,43 m/s per un uomo. Per le persone tra i 60 e i 69 anni, scende a 1,24 m/s per una donna, mentre è stabile a 1,43 m/s per un uomo. Per chi ha tra i 70 e i 79 anni, la velocità media di camminata è di 1,13 m/s per una donna e 1,26 m/s per un uomo. Infine, tra gli 80 e gli 89 anni, la velocità del passo è di circa 0,94 m/s per una donna e 0,97 m/s per un uomo.