Le sigarette elettroniche sono il futuro, dicevano le grandi aziende del tabacco. A distanza di circa 15 anni però questa previsione si è rivelata sbagliata. Dopo un periodo di forte crescita, ora le vendite sono in calo, mentre aumentano quelle dei dispositivi non autorizzati e la Gen Z, a differenza dei Millennials, è di nuovo attratta dalle sigarette “di una volta”, mettendo a rischio i passa avanti fatti grazie alle campagne anti-tabagismo.
Anche la regolamentazione non è dalla parte dello svapo, infatti, un numero sempre maggiore di Paesi sta introducendo divieti e restrizioni di vario tipo.
SVAPARE NON VA PIÙ DI MODA…
La crescita delle vendite di sigarette elettroniche sta rallentando su entrambe le sponde dell’Atlantico, afferma il Financial Times, mandando in fumo le ottimistiche previsioni di Big Tobacco, che le vedeva già come l’alternativa del futuro.
A confermarlo sono due giganti del settore. British American Tobacco ha dichiarato all’inizio del mese di aspettarsi un calo globale delle vendite dei suoi dispositivi da svapo di una percentuale intorno al 15% nella prima metà dell’anno. E negli Stati Uniti, il più grande mercato mondiale del vaping, le vendite annuali dei dispositivi regolamentati sono diminuite quasi ogni mese negli ultimi due anni. Nel Regno Unito, secondo mercato per grandezza, la diffusione dello svapo si è stabilizzata.
“Il rallentamento – osserva il FT – arriva dopo oltre un decennio di forte crescita, che si era ulteriormente accelerata tra il 2021 e il 2024 con la diffusione delle sigarette elettroniche usa e getta negli Stati Uniti e nel Regno Unito, dove sono state recentemente vietate”.
…FUMARE INVECE SÌ
Nonostante a livello globale negli ultimi 25 anni i fumatori siano diminuiti – secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) circa 1 persona su 5 consuma tabacco, rispetto a 1 su 3 nel 2000 -, il fumo starebbe tornando di moda, con il rischio di cancellare decenni di campagne anti-tabagismo. Tra modelle che le mostrano in passerella, influencer e pop star che le fumano in pubblico e il cinema che, dopo anni di censura, le riporta sul grande schermo, le sigarette si stanno riappropriando di quel fascino che sembrava ormai scomparso.
“Eradicare il glamour del fumo è stato uno dei successi dei difensori della salute”, scriveva nel 2011 Edward Tenner, storico della tecnologia e della cultura. Com’è possibile quindi che fumare sia di nuovo considerato chic? Per The Atlantic potrebbe esserci una componente di nostalgia, come accaduto con altri fenomeni nella moda o nella musica via via resuscitati dalla generazione di turno. Ma anche la reazione imprevista a scelte che avrebbero dovuto provocare l’esatto contrario, come le immagini sui pacchetti di sigarette e l’obiettivo mancato delle stesse sigarette elettroniche.
Nel primo caso, infatti, alcune ricerche sostengono che le etichette di avvertimento potrebbero causare una “reazione psicologica” – un effetto boomerang che si verifica quando la percezione di una perdita di libertà spinge gli utenti a intraprendere un comportamento che gli viene detto di evitare. Nel secondo caso, invece che portare gli amanti delle sigarette verso il vaping si è verificata la tendenza opposta.
CONSEGUENZE ECONOMICHE (E NON SOLO)
Il calo delle vendite delle sigarette elettroniche, afferma il FT, mette a rischio miliardi di sterline di investimenti da parte dei giganti dell’industria del tabacco. Philip Morris International, produttore delle Marlboro, per esempio, ha investito oltre 14 miliardi di dollari nello sviluppo di alternative alle sigarette e punta a ottenere due terzi dei propri ricavi da prodotti “senza fumo” entro il 2030. British American Tobacco vuole diventare un’azienda “prevalentemente senza fumo” entro il 2035.
Resta, però soprattutto il tema della salute. Sebbene infatti le campagne contro il fumo abbiano dato i loro risultati, secondo l’Oms sono più di 8 milioni ogni anno i decessi per patologie legate al tabacco.