Non ci sta l’israeliana Paragon alla versione del Copasir.
Il 4 giugno il Copasir – il Comitato per la sicurezza della Repubblica, ovvero l’ex comitato parlamentare di controllo dei Servizi segreti – ha approvato all’unanimità la relazione sull’utilizzo dello spyware “Graphite”, sviluppato dalla società israeliana Paragon, da parte dell’Intelligence italiana.
Tutto ha inizio il 31 gennaio quando WhatsApp, l’app di messaggistica istantanea del colosso social Meta, ha dichiarato che Paragon Solutions, produttore israeliano di software di hacking, ha preso di mira circa 90 utenti, tra cui giornalisti ed esponenti della società civile,“in oltre due dozzine di paesi, in particolare in Europa”.
Tra gli spiati anche il giornalista italiano Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, e Luca Casarini, fondatore di Mediterranea Saving Humans.
Innanzitutto la relazione del Copasir, inviata ai presidenti di Camera e Senato, conferma che le operazioni di sorveglianza verso Luca Casarini, Giuseppe Caccia e David Yambio sono state autorizzate secondo le procedure previste. Tutto è avvenuto con l’approvazione del Presidente del Consiglio dell’epoca (governo Conte) e del Procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma. Per il giornalista Cancellato invece “risulta che questi non sia stato sottoposto ad alcun tipo di attenzione da parte dei servizi di informazione per la sicurezza italiani attraverso l’utilizzo dello spyware prodotto dalla società Paragon”, si legge nella nella relazione, approvata all’unanimità dal Copasir.
Inoltre, dopo lo stop temporaneo è stato rescisso definitivamente il contratto tra Paragon Solutions ed il governo italiano, precisa il Copasir.
Non è così secondo la società di cyber intelligence israeliana.
Tutti i dettagli.
COSA SOSTIENE IL COPASIR
“A seguito del clamore suscitato dalla vicenda”, si legge nella relazione del Copasir, lo scorso 14 febbraio Aise ed Aisi hanno deciso “di non impiegare, dunque di sospendere temporaneamente, le capacità del software Graphite su nuovi target rinviando ogni decisione all’esito di approfondimenti da parte del Comitato parlamentare e dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale”. “Ma in occasione dei sopralluoghi effettuati dal Comitato presso le Agenzie – informa la relazione – è stato precisato che, successivamente alla sospensione, si è addivenuti alla decisione di rescindere comunque il contratto con Paragon”.
Inoltre, come già detto, il Comitato presieduto da Lorenzo Guerini (Pd) conferma la liceità delle operazioni di sorveglianza verso Luca Casarini, Giuseppe Caccia e David Yambio.
Nello specifico, dettaglia la relazione, “sulla base dell’istruttoria svolta risulta che tali attività si siano dispiegate nell’ambito di due distinte operazioni. La prima, la cui delega è stata rilasciata il 23 dicembre 2019 dal Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, per essere successivamente autorizzata dal Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Roma, si è conclusa nel mese di marzo 2020, coinvolgendo Luca Casarini e Giuseppe Caccia. La seconda, di natura più ampia, la cui delega è stata rilasciata dal Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore il 26 maggio 2020, si è conclusa nel mese di maggio 2024, previe autorizzazioni del Procuratore generale presso la Corte d’appello di Roma per le parti di competenza e sulle successive proroghe. Nell’ambito di tale operazione risulta attenzionato, oltre ai suddetti Casarini e Caccia, anche il cittadino sudanese David Yambio”.
IL CASO DEL GIORNALISTA CANCELLATO
Per il direttore di Fanpage Cancellato invece “risulta che questi non sia stato sottoposto ad alcun tipo di attenzione da parte dei servizi di informazione per la sicurezza italiani attraverso l’utilizzo dello spyware prodotto dalla società Paragon” si legge nella nella relazione, approvata all’unanimità dal Copasir.
LA POSIZIONE DI PARAGON
Non ci sta l’azienda israeliana, sviluppatrice dello spyware al centro della relazione del Copasir, che oggi fornisce la propria versione dei fatti.
Paragon sostiene infatti di aver proposto un supporto diretto nelle indagini italiane, offrendo strumenti tecnici per capire se il suo software fosse stato usato contro il giornalista e, in tal caso, per identificare gli autori. L’offerta sarebbe stata ignorata da Roma.
Con uno statement affidato al giornale israeliano Haaretz, Paragon dice che “a seguito delle segnalazioni riguardanti il giornalista Cancellato, Paragon ha disconnesso i suoi sistemi da tutti i clienti in Italia. L’azienda ha offerto sia al governo che al parlamento italiano un modo per determinare se il suo sistema fosse stato utilizzato contro il giornalista in violazione della legge italiana e dei termini contrattuali. Poiché le autorità italiane hanno scelto di non procedere con questa soluzione, Paragon ha risolto i suoi contratti in Italia”.
Dopodiché, l’azienda ribadisce che “Paragon vende la sua tecnologia esclusivamente alle forze dell’ordine e alle agenzie di intelligence dei Paesi democratici che hanno superato con successo il suo rigoroso processo di due diligence e vetting”.
Dunque Paragon dichiara di aver offerto la propria collaborazione all’inchiesta – che però le autorità italiane avrebbero rifiutato.
Non solo, mentre il Copasir sostiene che i servizi segreti italiani abbiano deciso di rescindere il contratto, Paragon si arroga la decisione di recedere il contratto per Graphite con il governo italiano.
Da che parte è la verità?
TESA LA MANO PER FAR LUCE SULLA VICENDA
Infine, l’azienda israeliana offre la sua disponibilità all’Italia: “Alla luce delle recenti conclusioni della commissione parlamentare italiana, Paragon è pronta a fornire assistenza in qualsiasi indagine, qualora le autorità italiane ne facciano richiesta ufficiale”.