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Il “dispotismo mite” di Donald Trump

L'America di Trump sta scivolando verso una sorta di neobonapartismo? Non saprei dire, ma... La lettera di Michele Magno

Caro direttore,

molti si chiedono se è in corso un cambiamento di regime negli Stati Uniti. Se con questa espressione si intende la crisi o addirittura il crollo del suo sistema costituzionale, credo che siamo fuori strada.

Tuttavia, prendiamo la questione dei dazi. L’articolo I (sezione 8) della Costituzione parla chiaro: solo il Congresso può deliberare in questo campo. Ma una legge del 1977 (firmata da Jimmy Carter) autorizza il presidente a imporre sanzioni negli scambi internazionali, ove si manifesti una minaccia straordinaria “alla sicurezza nazionale, alla politica estera o all’economia degli Stati Uniti”. Per attivarla, occorre una dichiarazione di “emergenza nazionale” (che va rinnovata ogni anno).

È esattamente questa la legge invocata da Trump nel suo “ordine esecutivo” del 2 aprile scorso,  che riguarda appunto sulle tariffe doganali. Esso sostiene che lo stato del commercio mondiale, la mancanza di reciprocità nei rapporti bilaterali, le barriere doganali e non doganali praticate dagli altri paesi che penalizzano gli Usa, i persistenti deficit americani negli scambi di beni, hanno creato una “minaccia inusuale e straordinaria alla sicurezza nazionale e all’economia”. Stabilisce quindi che esiste una emergenza nazionale e usa i poteri eccezionali che così gli competono.

Secondo il Brennan Center for Justice, un prestigioso istituto di tendenze progressiste della New York University, in realtà non c’è nessuna emergenza, nessuna minaccia all’economia nazionale. I poteri conferiti dalla legge sono destinati a sanzionare stati ostili, non il mondo intero, e i dazi neanche vi sono nominati. Inoltre, quei poteri servono per reagire con rapidità a una crisi improvvisa, non per affrontare problemi strutturali di lungo periodo.

È vero, il Congresso potrebbe bloccarli con un suo atto. Per superare il veto presidenziale, dovrebbe però essere approvato dai due terzi dei membri di entrambe le Camere. Impresa impossibile con l’attuale Congresso.

Da questa forzatura cruda e estrema dei poteri presidenziali si può concludere che l’America di Trump sta scivolando verso una sorta di neobonapartismo? Non saprei dire. Ricordo soltanto che studiosi come Tocqueville, Weber e Franz Neumann hanno osservato che forme di più o meno “dispotismo mite” spesso nascono e si sviluppano in contesti democratici.

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