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Patto di stabilità Ue: Italia e Francia promosse, Austria e Paesi Bassi rimandati

Ecco i giudizi della Commissione europea sulla situazione dei conti pubblici dei Paesi Ue. Estratto dal Mattinale Europeo

COSA DICE LA COMMISSIONE UE SUI CONTI PUBBLICI DI ITALIA, FRANCIA E NON SOLO

A un anno dalla sua entrata in vigore, il nuovo Patto di stabilità e crescita ha prodotto una serie di sorprese ieri, quando la Commissione ha espresso i suoi giudici sulla situazione dei conti pubblici degli Stati membri dell’Unione europea. In sintesi: Italia e Francia, nonostante il loro debito pubblico elevatissimo, stanno rispettando gli impegni; i Paesi Bassi, da sempre sostenitori dell’ortodossia fiscale, sono a rischio “deviazione”; l’Austria, un altro falco del rigore di bilancio, sarà posta sotto procedura per deficit eccessivo. E’ il mondo fiscale al contrario per l’Ue. E’ anche la conseguenza degli stravolgimenti geopolitici in corso e della progressione dell’estrema destra nelle urne o della sua presenza al governo. Ma alla fine, molto più delle nuovo regole del Patto di stabilità, sono i mercati a dettare la politica di bilancio dei governi nazionali: di fronte a rendimenti più elevati dei partner sul loro debito, Italia e Francia sono costrette a mostrarsi più seri degli altri evitando di aprire ulteriormente i rubinetti della spesa pubblica.

PATTO DI STABILITA’ TRA PASSATO E PRESENTE

In passato, quando il vecchio Patto di stabilità era ancora in vigore, prima della sospensione per la pandemia di Covid e per la guerra della Russia contro l’Ucraina, il pacchetto economico di primavera del semestre europeo era uno dei due appuntamenti di alta tensione politica tra Bruxelles e e le capitali dei paesi più spendaccioni (l’altro era a novembre, con il pacchetto di autunno). Questo è il momento in cui la Commissione non solo esprime giudizi sui conti pubblici, ma apre procedure per deficit eccessivo e chiede manovre correttive per i paesi che sgarrano. Spesso Italia e Francia si sono trovate sull’orlo del baratro, salvate da concessioni politiche da parte della Commissione attraverso acrobazie fiscali e giuridiche o flessibilità. Quest’anno le cose sono andate diversamente per entrambi.

LA PAGELLA DELL’ITALIA

Il governo di Giorgia Meloni è riuscito a superare positivamente il primo esame sui conti pubblici con le nuove regole del Patto di stabilità. Anche se sotto procedura per deficit eccessivo, la Commissione ha certificato che nel biennio 2024-25 l’Italia è rimasta in linea con la traiettoria di bilancio concordata per sette anni e lo sforzo annuale richiesto ai paesi che superano il 3 per cento di disavanzo. “Non sono necessari ulteriori passi”, ha detto la Commissione. Ancora meglio. Il governo italiano è riuscito a tenere l’aumento della spesa netta – il nuovo parametro per valutare il rispetto delle regole nel nuovo Patto di stabilità – ben al di sotto di quanto concordato con Bruxelles. Il margine non è enorme, ma per Meloni vale comunque tra lo 0,15 e lo 0,2 per cento del pil (circa 4 miliardi di euro) che potrebbe spendere in futuro (la Commissione consiglia di non farlo).

LO STATO DELLA FRANCIA

La Francia, in preda alle convulsioni seguite alla dissoluzione dell’Assemblea nazionale e delle elezioni anticipate dello scorso luglio, è riuscita a tenere i conti pubblici sufficientemente sotto controllo. Non bene come l’Italia, ma comunque sufficientemente da essere classificata in linea con i paesi che rispettano gli impegni di riduzione del deficit. Il commissario all’Economia, Valdis Dombrovskis, ha avvertito che il governo di François Bayrou deve tenersi pronto a fare delle correzioni perché sono previsti “piccoli scostamenti” rispetto agli obiettivi. Ma, almeno per il momento, come per l’Italia, “non sono necessari ulteriori passi” per la Francia.

LE BACCHETTATE A IRLANDA, AUSTRIA E PAESI BASSI

E’ tra i sostenitori dell’austerità fiscale che il pacchetto di primavera del semestre europeo ha riservato più sorprese. Per Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi la Commissione vede un “rischio di deviazione” rispetto agli obiettivi di bilancio concordati. L’Austria sarà posta sotto procedura per deficit eccessivo per aver superato il 3 per cento. Per la Germania, la Commissione non ha potuto effettuare alcuna valutazione per la mancanza di un piano di bilancio di medio termine. Bruxelles si aspetta che il governo di Friedrich Merz lo presenterà entro metà luglio. Visti i suoi piani di spesa nella difesa e nelle infrastrutture è probabile che i nuovi parametri del Patto di stabilità non saranno rispettati da Berlino.

LA DEROGA AL PATTO DI STABILITA’

In realtà la Commissione ha già introdotto una deroga al nuovo Patto di stabilità e crescita. E’ la possibilità di usare la clausola di salvaguardia nazionale per ottenere più flessibilità di bilancio nell’ambito del piano di riarmo da 800 miliardi di euro proposto da Ursula von der Leyen. Sedici Stati membri hanno fatto richiesta e quindici hanno ottenuto il via libera per spendere fino all’1,5 per cento in più del Pil nella difesa. Italia e Francia non sono nel gruppo. I due governi hanno preferito non sollevare dubbi tra gli investitori sulla sostenibilità del loro debito pubblico già elevatissimo.

(Estratto dal Mattinale Europeo)

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