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Ecco cosa deve fare Sace secondo la Corte dei Conti

Che cosa emerge dalla relazione della Corte dei Conti sul bilancio 2023 della Sace su governance, rapporti con il Mef, spese per il personale e Fincantieri

Una maggiore diversificazione settoriale visto che il principale settore per esposizione al rischio di credito si conferma il settore crocieristico (con Fincantieri, il gruppo navale di Trieste controllato con il 71% da Cdp Industria).

Lo suggerisce tra l’altro la Corte dei Conti a Sace, nella relazione finanziaria sul 2023.

La concentrazione dei rischi, secondo la Corte, costituisce una problematica tradizionale di Sace: rilevante è, infatti, l’esposizione nel settore croceristico (con un’incidenza pari al 42,4%), in aumento rispetto al 2022 del 3,5%, evidenzia la magistratura contabile.

Tutti i dettagli sulla relazione sulla gestione finanziaria di Sace per l’esercizio 2023, come da delibera della Corte di pochi giorni fa.

LA STRUTTURA DEL PORTAFOGLIO RISCHI DI SACE SECONDO LA CORTE DEI CONTI

Innanzitutto, la magistratura contabile rileva nella sua relazione sulla gestione 2023 del gruppo assicurativo-finanziario controllato dal Mef e guidato da Alessandra Ricci, che “al 31 dicembre 2023, l’esposizione totale al rischio di Sace (somma di capitale e interessi dei crediti e delle garanzie perfezionate) è pari a euro 56,7 miliardi (euro 61,9 miliardi nel 2022), in diminuzione dell’8,4% rispetto a un anno prima”.

Nel corso del 2023 – prosegue la nota della Corte dei Conti – “si è osservata un’incidenza del 91% dell’operatività export credit sul totale del flusso dei perfezionamenti. La quota in riassicurazione risulta in diminuzione (75,9% rispetto al 78,8% del 2022)”.

Inoltre, “il portafoglio crediti evidenzia una riduzione rispetto al 2022 pari al 6,9%, imputabile prevalentemente ai crediti sovrani che registrano una contrazione del 7,8% e che rappresentano il 54,9% del portafoglio crediti complessivo. L’incidenza della componente commerciale, che rappresenta il 45,1% del portafoglio, ha registrato un decremento del 5,8%, passando da euro 162,9 milioni ad euro 153,4 milioni”.

ESPOSIZIONE MAGGIORE VERSO MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA

Per quanto riguarda l’analisi per area geo-economica del rischio, la Corte dei Conti rileva “al primo posto l’esposizione verso i paesi dell’area Medio Oriente e Nord Africa (29,8% rispetto al 30,1% del 2022) e al secondo posto l’area Americhe (26,3% rispetto al 22,5% del 2022). La prima esposizione per paese corrisponde agli Usa, con una concentrazione del 22,4%. A seguire, in termini di area, i Paesi Europei non appartenenti a UE e CIS (Commonwealth of Independent States) mostrano un’incidenza del 22,6%, rispetto al 2022 dove il peso era pari al 24,6%; le altre aree geo-economiche rappresentano complessivamente il 21,3% del portafoglio. L’analisi per tipologia di rischio evidenzia una riduzione del 48,5% dell’esposizione al rischio politico rispetto al 2022; l’esposizione sul rischio privato mantiene un peso centrale, con un’incidenza pari al 72,1% (70,5% nel 2022), del totale del portafoglio”.

LA CONCENTRAZIONE DEI RISCHI IN SACE SOTTO LA LENTE DELLA CORTE DEI CONTI

Passando invece alla concentrazione settoriale, la magistratura contabile evidenzia che “i primi cinque settori (crocieristico, gas, chimico-petrolchimico, oil ed elettrico) rappresentano l’83,5% del portafoglio totale”.

Come detto all’inizio “Il principale settore per esposizione al rischio di credito complessivo si conferma il settore crocieristico con un’incidenza pari al 42,4%, in aumento rispetto al 2022 del 3,5%”. Pertanto la Corte dei Conti “ribadisce la necessità che gli organi aziendali e l’azionista sorveglino con attenzione l’evoluzione dei rischi assunti da Sace, ponendo in atto azioni e strumenti che possano mitigare il rischio di concentrazione”.

LEGGERO AUMENTO PER IL CONTENZIOSO PASSIVO

Al 31 dicembre 2023, la magistratura contabile rileva che “il contenzioso passivo di Sace è costituito da n.17 posizioni” rispetto a 15 nel 2022, “con petitum complessivo di circa euro 44,66 milioni euro” rispetto ai 43,1 milioni nel 2022″, “mentre il contenzioso attivo comprende n.6 posizioni con petitum complessivo di circa euro 180,23 milioni, di cui n. 2 recuperi internazionali (con petitum complessivo di circa euro 38 milioni)”.

INCREMENTO PER LE SPESE DEL PERSONALE

Al 31 dicembre 2023, la società conta 667 dipendenti. In riferimento alla spesa per il personale, questa è aumentata da 42,3 milioni nel 2022 a 46,9 milioni nel 2023 (circa +11%). Nello specifico, “la spesa per il personale di Sace ammonta, per l’anno 2023, complessivamente ad euro 46.898.216 (di cui euro 41.338.867 per stipendi ed euro 5.559.349 per competenze variabili) rispetto a euro 42.314.680 del 2022 (+10,8%), di cui euro 37.307.554 per stipendi” dettaglia la Corte dei Conti.

GOVERNANCE SOTTO PRESSIONE DALL’EVOLUZIONE DETTATA DALLE NORME

Il ruolo assunto da Sace negli ultimi anni è stato profondamente ridefinito da norme emergenziali, spesso adottate con decreto-legge. La Corte segnala che la controllata del ministero dell’Economia è stata spinta in ambiti nuovi, con un impianto regolatorio in continua evoluzione, che può aver inciso sulla stabilità della governance.

IL BILANCIO 2023 DI SACE

In merito alla gestione 2023, la magistratura contabile ha rilevato che  Sace “ha mobilitato complessivamente risorse pari ad euro 41,7 miliardi, (euro 44,2 miliardi nel 2022), di cui euro 22,7 miliardi relative all’operatività export e internazionalizzazione, euro 16,6 miliardi a supporto del programma “Garanzia Supportitalia” (ex art. 15 “d.l. Aiuti”) ed euro 2,4 miliardi per garanzie emesse in ambito green new Deal (ex art. 64 decreto “Semplificazioni”).

“Nel corso dell’anno è continuato il supporto alle imprese italiane colpite dagli effetti economici negativi derivanti dalla crisi russo-ucraina, tramite la misura di “Garanzia Supportitalia” (art. 1 del dl 50 del 2022 “dl Aiuti”) con un ammontare di sostegno complessivo pari a circa euro 17 miliardi. Attualmente è ancora in corso la fase di gestione degli indennizzi e recuperi relativamente alla misura “assicurazione crediti commerciali” (ex art. 35 del decreto “Rilancio”), tramite la quale le compagnie di assicurazione del credito a breve termine, aderenti alla convenzione, tra cui SACE BT, hanno potuto continuare a garantire i servizi di assicurazione del credito commerciale per le imprese colpite dagli effetti del Covid-19” ha proseguito la Corte dei Conti.

Sace, in particolare, ha chiuso il bilancio relativo al 2023 con un patrimonio netto di 5,2 miliardi, in aumento del 6,99% rispetto all’esercizio 2022; si evidenzia, nella composizione del patrimonio netto, il maggior utile di esercizio rispetto al 2022 (+ 375,04%).

IL RISULTATO ECONOMICO

Il conto economico evidenzia che il risultato prima delle imposte incrementa a euro 529.294.415 (rispetto a euro 128.710.234 del 2022, +311,23 %).

PESA LA CESSIONE AL MEF DEL 90% DEL PORTAFOGLIO

Infine, la Corte evidenzia ancora una volta che “I dati di bilancio di Sace anche nel 2023 risentono fortemente delle ripetute novità normative, in particolare del trasferimento fino a una percentuale di riassicurazione del 90% del portafoglio in bonis risultante alla data dell’8 aprile 2020, mediante cessione in riassicurazione al Mef del portafoglio con contestuale iscrizione di un debito verso lo stesso Mef per circa euro 1,5 48 Corte dei conti – Sace – esercizio 2023 miliardi. Deve inoltre essere ricordato che il bilancio al 31 dicembre 2023 include le disponibilità liquide giacenti sul conto corrente di tesoreria intestato a Sace, pari a euro 31 miliardi e relative al fondo istituito dall’art. 1, c. 14, del “decreto liquidità”, a copertura degli impegni dello Stato connessi alla concessione delle garanzie riferite alla nuova operatività della stessa Sace, iscritto con contropartita nella voce “Passività diverse”.

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