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Sempio scalza Trump dalle prime pagine dei quotidiani italiani. Il giornalismo si è incartato

Contenti che Trump sia stato scalzato dal caso Garlasco sui giornali italiani? I Graffi di Damato

Da quando è stato rieletto, prima ancora di tornare fisicamente alla Casa Bianca, il presidente americano Donald Trump ha quasi permanentemente occupato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, compresi quelli italiani. Persino nei giorni della morte, dei funerali e della successione a Papa Francesco, lasciandosi travestire da Pontefice, che è poi diventato il connazionale Robert Francis Prevost chiamandosi Leone XIV.

Sottoposto in televisione, particolarmente nel salotto di Lilli Gruber, a visite e consulti di natura psicologica, anzi psichiatrica, pur a distanza, Trump è scampato per un pelo alla definizione di “matto del mondo”, Dal quale forse il mio amico Mattia Feltri sulla Stampa si è trattenuto solo perché sta rischiando il processo in qualche tribunale italiano, dove notoriamente può accadere di tutto, più che altrove, per avere dato del “matto del Paese” al vice presidente del Consiglio, ministro delle Infrastrutture e segretario della Lega Matteo Salvini. Che non è evidentemente un uomo spiritoso, per quanto ogni tanto si finga.

Ebbene, dopo una così lunga, ostinata esposizione mediatica, fra guerre che voleva far chiudere e che invece si sono ulteriormente inferocite, come in Ucraina, pur tra apparenze, cenni e simili di trattative, Trump ha trovato almeno sulla stampa italiana qualche concorrente. Sono i magistrati di Pavia e i carabinieri di Milano che hanno scalato in pochi giorni le prime pagine per le indagini rumorosamente riaperte su un delitto di 18 anni fa a Garlasco. Dove fu uccisa la giovane Chiara Poggi finendo condannato il fidanzato Alberto Stasi per avere la Cassazione bocciato l’assoluzione in appello, dopo quella in primo grado.

A contendergli adesso la responsabilità è, suo malgrado, Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara che è invece convinto della sua estraneità nonostante le impronte esibite a mezzo stampa e televisione dagli inquirenti. Ed anche reperti di diari o simili in cui dopo il delitto di Garlasco egli si dichiarava autore di “cose orribili, inimmaginabili”.

La solita guerra in corso tra innocentisti e colpevolisti, tanto di Stasi quanto di Sempio, durerà presumibilmente parecchio, visti i tempi e anche i metodi della giustizia italiana. Una guerra anch’essa orribile, come le “cose” genericamente attribuitesi da Sempio. Che, se dovessero essere, rivelarsi, confermarsi vere non comprendono solo la morte della povera Chiara ma il carcere di Stasi. Risarcibile -secondo i calcoli effettuati dagli esperti e finiti anch’essi sulle prime pagine dei giornali- con 4 milioni di euro. Quasi otto miliardi delle vecchie lire. Ma miliardi, appunto, fasulli. Di conio estinto. Che neppure la fantasia di Trump riuscirebbe a rianimare, pur nell’intenzione del presidente americano di mettere sottosopra il mondo.

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