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richiedenti asilo ue

Tutto sulla nuova linea meloniana dell’Ue sui migranti

Ecco le novità della Commissione europea su migranti e diritto d'asilo. Estratto dal Mattinale europeo

La Commissione europea ieri ha proposto una modifica mirata al concetto di paese terzo sicuro che apre le porte all’adozione da parte degli Stati membri del modello Ruanda per inviare i richiedenti asilo lontani dai confini dell’Ue. Il sistema era stato introdotto dal governo di Boris Johnson nel Regno Unito per inviare i migranti che chiedono protezione internazionale in Ruanda, dove dovevano rimanere anche in caso di ottenimento dell’asilo. Le Corti britanniche hanno bocciato il piano prima che iniziassero le deportazioni. All’epoca anche la Commissione aveva criticato il modello Ruanda, per i rischi di violare il principio di non respingimento. Un anno fa, dopo che il PPE aveva introdotto una proposta analoga nel suo manifesto elettorale, l’allora commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, aveva assicurato che la Commissione non avrebbe dato il suo assenso. “Dobbiamo inviare le persone che sono nel territorio dell’Ue per chiedere l’asilo in un paese terzo? La mia risposta è no. Non siamo aperti per questo nel Patto (su migrazione e asilo)”, aveva detto Johansson a Euronews. Ieri nessun commissario si è presentato in sala stampa per illustrare la proposta sul modello Ruanda e rispondere alle domande dei giornalisti sulla giravolta della Commissione.

UN EMENDAMENTO MIRATO CHE ALTERA IN MODO FONDAMENTALE IL DIRITTO DI ASILO NELL’UE

La modifica mirata proposta dalla Commissione al concetto di paese terzo sicuro altera in modo significativo il funzionamento del diritto di asilo nell’Ue. Un migrante che ha diritto alla protezione internazionale potrà essere inviato lontano dai confini europei, anche se ha diritto all’asilo. Secondo la legislazione attuale, la domanda di protezione internazionale di un richiedente asilo può essere dichiarata inammissibile, solo se il migrante proviene e ha una connessione con un paese terzo sicuro. Secondo la modifica della Commissione, il principio della connessione di un migrante con il paese terzo sicuro non sarà più obbligatorio. Inoltre, basterà che un migrante sia transitato in un paese considerato sicuro per considerare che ha una connessione sufficiente a dichiarare inammissibile la richiesta. La principale novità riguarda la possibilità di applicare il concetto di paese sicuro anche ai paesi rispetto ai quali un richiedente asilo non ha connessioni o nel quale non è transitato. È la base del modello Ruanda. Affinché il concetto possa essere applicato sarà sufficiente avere un accordo con un paese terzo. Sarà lo Stato membro dell’Ue a decidere in tutta autonomia se considera o meno sicuro il paese terzo. C’è un’ulteriore modifica che compromette i diritti fondamentali: i ricorsi contro le decisioni di inammissibilità basati sul concetto di paese terzo sicuro non avranno più un effetto automatico sospensivo. In altre parole, i richiedenti asilo potranno deportati prima che un tribunale abbia deciso sul loro ricorso.

LA COMMISSIONE NEGA DI VOLER APPLICARE IL MODELLO RUANDA

“La risposta breve è no”, ci ha detto un portavoce della Commissione, quando gli abbiamo chiesto se la proposta di ieri equivalga al modello Ruanda. Secondo il portavoce, il paragone più adeguato è quello con la Turchia, con cui l’Ue ha concluso un accordo per l’esternalizzazione dell’asilo nel 2016. Ne è seguita una lunga spiegazione sui criteri elevati che un paese terzo deve rispettare affinché sia designato come “sicuro” dagli Stati membri dell’Ue e sulle garanzie giuridiche previste dalla legislazione comunitaria. Ma la Commissione non è in grado di dire se il Ruanda è un paese terzo sicuro, né ha saputo indicarci quali paesi potrebbero essere considerati come tali. La Tunisia, da dove transitano i migranti verso l’Italia, anche se sono perseguitati dal regime di Kais Saied? Nessuna risposta. Una fonte ci ha liquidato con una battuta: il Canada.

LE ONG DENUNCIANO IL CINISMO DELL’UE

Queste proposte sono un altro cinico tentativo di eludere le responsabilità dell’Ue sulla protezione dei rifugiati, scaricandole su paesi con meno risorse e poca capacità di offrire protezione durevole”, ha detto Olivia Sundberg Diez di Amnesty International, commentando la proposta della Commissione: “Inviare persone in paesi con cui non hanno alcun legame, sostegno e prospettive, o che potrebbero aver attraversato solo brevemente, non è solo caotico e arbitrario, ma anche devastante a livello umano”. Secondo Amnesty, inoltre, la proposta della Commissione aumenta “il rischio di respingimento” vietato dal diritto internazionale. “Possiamo aspettarci che le famiglie vengano separate e che le persone vengano deportate senza un adeguato controllo giurisdizionale verso luoghi che nemmeno conoscono. Questo non è un modo per essere all’altezza dei valori europei della dignità umana e dei diritti umani”, ha detto Silvia Carta di PICUM.

SOCIALISTI E LIBERALI CONTRO VON DER LEYEN

Socialisti e liberali al Parlamento europeo hanno alzato la voce per criticare la proposta della Commissione von der Leyen. La presidente ha accettato di farsi dettare la politica migratoria dal PPE, nel cui manifesto chiedeva il modello Ruanda e i “return hubs”, inseguendo l’estrema destra verso un approccio sempre più estremista contro i migranti. Cecilia Strada, europarlamentare socialista, ha definito la proposta della Commissione come “inquietante. Se approvata, potrebbe portare a espulsioni ingiuste e a violazioni del diritto d’asilo. Questa misura non solo mette a rischio i diritti fondamentali dei richiedenti asilo, ma mina anche i principi democratici su cui si basa la nostra società”, ha detto Strada. “La soppressione del legame di connessione tra il richiedente asilo e un paese terzo sicuro è problematica”, ha detto la francese di Renew, Fabienne Keller, relatrice sul Patto su migrazione e asilo. Non è l’unico elemento problematico. “L’esternalizzazione della migrazione, attraverso degli accordi con paesi terzi, fa temere un non rispetto dei valori dell’Ue (…) La soppressione dell’effetto sospensivo dei ricorsi contro le decisioni di inammissibilità è preoccupante”, ha detto Keller. Socialisti e liberali avranno il coraggio di rompere con von der Leyen? Ieri i loro membri nella Commissione non hanno obiettato alla proposta che è stata preparata del commissario del PPE, Magnus Brunner.

 

(Estratto dal Mattinale Europeo)

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