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A che gioco gioca Putin?

Gli ultimi sviluppi della guerra Russia-Ucraina e le trattative internazionali. Il taccuino di Guiglia.

L’Europa c’è e batte un altro colpo per fermare la guerra di Putin. Ma stavolta la storia si ripete con maggiore determinazione politica e più forte convinzione morale sull’appoggio “incrollabile” all’Ucraina, la nazione aggredita.

La prima volta che anche simbolicamente lo Zar aggressore e il mondo allibito compresero da che parte sarebbe stata l’Unione europea, fu fotografata sull’ormai celebre “treno per Kiev”: Olaf Scholz, Emmanuel Macron e Mario Draghi, rappresentando la Germania, la Francia e l’Italia, ovvero i tre principali Paesi dell’Ue che fecero da nucleo alla scelta a fianco del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, andavano insieme a Kiev per testimoniarla sotto le bombe. Correva l’anno 2022, mese di giugno, e nessuno dei tre avrebbe allora immaginato che gli aggrediti, con il sostegno economico e la fornitura di armi dalle democrazie occidentali, avrebbero resistito così a lungo.

Tre anni dopo il “treno per Kiev” è più affollato e la decisione di aiutare il popolo di Zelensky più esplicita. Del viaggio di ieri hanno preso parte anche Keir Starmer e Donald Tusk a nome dei governi della Gran Bretagna e della Polonia. Assente Giorgia Meloni e l’opposizione l’attacca. La presidente del Consiglio ha partecipato in video collegamento per rimarcare che l’Italia condivide in pieno l’esito di quanto deciso al vertice di Kiev tra i leader della “coalizione dei volenterosi”.

Che è questo: d’intesa con l’Ucraina e con l’America di Donald Trump, la proposta di un piano in 4 punti alla Russia per fermare il conflitto. Ma fermarlo subito: da lunedì prossimo 30 giorni di tregua incondizionata. Altrimenti, pesanti sanzioni economiche contro Mosca.

La prima reazione del Cremlino è stata negativa e il solito Dimitrij Medvedev ha insultato il piano europeo con parole volgari.

Ma col passare delle ore le autorità moscovite, che all’inizio chiedevano all’Ue la precondizione di cessare l’invio di armi che hanno finora consentito agli ucraini di difendersi dall’invasore, hanno detto che “valuteranno” la proposta di cessate il fuoco.

Dunque, a che gioco gioca Putin? Vuole solo guadagnare tempo e altro territorio di conquista? O comincia a capire che l’Occidente – specie dopo l’accordo tra Kiev e Washington sulle “terre rare”, quasi una polizza di sicurezza americana sulla nazione ucraina -, non intende cedere al grave atto di violazione internazionale e di violenza quotidiana perpetrati dai russi? Furbizia o spiraglio?

Certo è che il segnale europeo arriva all’indomani della parata a Mosca per gli 80 anni della vittoria russa nella seconda guerra mondiale con cui Putin ha voluto “parlare” al mondo di oggi, sia pure con toni più dimessi del solito, come molti osservatori hanno colto. E il piano si presenta serio e concreto: oltre alla tregua immediata, si prospetta il rafforzamento delle difese per l’Ucraina e, se possibile, un’interlocuzione diretta tra Kiev e Mosca.

Non è un piano astratto o per temporeggiare, ma per mettere Putin con le spalle al muro: se davvero vuole la tregua, è arrivato il momento che lo dimostri.

(Pubblicato su L’Arena di Verona, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova)
www.federicoguiglia.com

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