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Perché la Cina ha la febbre dell’oro?

Nella disfida commerciale fra Usa e Cina c'è anche un corposo capitolo che riguarda l'oro. Fatti, numeri e approfondimenti

Nel dubbio, compra l’oro. Acquistare lingotti del metallo prezioso è da sempre considerato un investimento da fare quando la situazione globale è incerta. Un cosiddetto bene rifugio. Un concetto valido anche oggi, tra crisi geopolitiche e guerre commerciali o militari. Lo sa bene la Cina che ad aprile, per il sesto mese consecutivo, ha aumentato le sue riserve auree.

LA BANCA CENTRALE CINESE ACCUMULA ORO

È stata la Banca Popolare Cinese, l’istituto centrale di Pechino, che ha pubblicato i dati relativi ai lingotti d’oro presenti nei propri caveau. Il valore del metallo prezioso posseduto dalla Cina è aumentato di circa 70mila once troy ad aprile. E in questi sei mesi, ricorda Bloomberg, i volumi sono aumentati di quasi 1 milione di once, ovvero circa 30 tonnellate. Al momento, le riserve della Banca Popolare Cinese si attestano quindi a 73,7 milioni di once.

I MOTIVI DEGLI INVESTIMENTI CINESI

Secondo Bloomberg, Pechino starebbe proseguendo negli acquisti dell’oro per diversificare i propri investimenti e allontanarsi dal dollaro statunitense, anche per ridurre la dipendenza dalle attività Usa. Per esempio, la Cina sembra stia vendendo i titoli del Tesoro Usa. La guerra commerciale è in corso, sebbene nel fine settimana i rappresentanti di Washington e Pechino si incontreranno in Svizzera per discuterne. E la Cina, qualsiasi cosa succeda, si sta attrezzando per far fronte alle conseguenze con stimoli e misure finanziarie.

Il prezzo dell’oro da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca è salito, nonostante una volatilità del mercato causata dalla guerra commerciale scatenata dagli Stati Uniti nei confronti della Cina (e anche del resto del mondo, prima di una parziale marcia indietro sui dazi). E la nuova elezione di Trump è stata decisiva anche in altro modo, perché, a partire da novembre 2024, Pechino – dopo sette mesi di stallo – ha iniziato ad aumentare le proprie riserve di oro.

L’ASSIST DI PECHINO ALLE BANCHE PER IMPORTARE ORO

Il continuo aumento dell’acquisto di oro da parte cinese è una scelta quindi precisa. Tanto che, secondo quanto riportato da Reuters, oltre ad aver aumentato le quote possibili di importazioni di oro per le varie banche commerciali cinesi, la Banca Popolare Cinese gli ha dato il via libera per acquistare dollari (e valute estere) per finanziare tali operazioni. Di fatto, Pechino spera che, importando più oro, lo yuan non vada incontro a un rialzo eccessivo. Rialzo che verrebbe subìto in particolare dagli esportatori già messi a dura prova dai dazi.

LA FEBBRE DELL’ORO IN CINA

Ma in Cina – che è il maggior produttore e il maggior consumatore d’oro – non sono solo gli istituti bancari che comprano il metallo prezioso. Negli scorsi giorni le autorità – lo Shanghai Gold Exchange – hanno dovuto avvertire della volatilità del mercato, specie dell’oro, per via di una vera e propria corsa all’oro che sta avvenendo nel paese. Fino a poche settimane fa, infatti, il prezzo dell’oro ha raggiunto livelli record e ha di fatto alimentato una crescita della domanda al dettaglio in Cina, con volumi di scambio mai visti sulla borsa di Shanghai.

Bloomberg ha parlato di un clima di “frenesia” tra gli investitori, anche tra quelli con poca esperienza di investimento. Anche perché secondo vari istituti – da Goldman Sachs a China International Capital Group – il rally dell’oro potrebbe proseguire fino a raggiungere per oncia i 4000 se non addirittura i 5000 dollari. E nessuno sembra volerne rimanere fuori, nonostante i rischi.

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