Dopo averne lasciato scrivere per giorni fra cronache e retroscena la segretaria del Pd Elly Schlein ha sgranato gli occhi quando, ospite del salotto televisivo delle “altre parole” di Massimo Gramellini, si è sentita chiedere di confermare il progetto, la tentazione e quant’altro di un congresso del suo partito anticipato all’anno prossimo. Sarebbe quello straordinario proposto nei mesi scorsi da Luigi Zanda, tra i fondatori del Pd, già capogruppo al Senato, tesoriere e per niente defilatosi come ex parlamentare dal dibattito mediatico. Al quale egli è ben lieto di partecipare ogni volta, o quasi, che gliene offrono l’occasione i giornali, come quando appunto lamentò l’assenza di una chiara linea di politica estera al Nazareno e chiese di definirla nel modo più chiaro e vincolante possibile come sarebbe un congresso.
Lì per lì la segretaria del partito, peraltro spiazzata -a dir poco- dagli europarlamentari piddini divisisi nella votazione a Strasburgo sul piano di “riarmo” -si chiamava ancora così- proposto dalla commissione di Bruxelles presieduta da Ursula von der Leyen, si mostrò imbarazzata dalla sortita di Zanda e dall’interesse suscitato. Poi si lasciò tentare dalla sfida anche direttamente, e non solo attraverso dichiarazioni o sussurri del suo cerchio magico. Di cui ogni segretario di partito o leader dispone già dai tempi della cosiddetta prima Repubblica, senza bisogno di copiare la buonanima di Silvio Berlusconi nella seconda e successive.
Lo statuto del Pd però prevede per congressi non ordinari le dimissioni vere, non finte e formali, del segretario di turno per sostituirlo con uno di garanzia. Quando i poco esperti evidentemente della materia se ne resero conto gli umori e le disponibilità della segretaria sembrarono cambiare. Ma per poco, perché si è poi tornati a leggerne sui giornali. Sino a quando, appunto, Elly Schlein non ha deciso, o preferito, chiudere la porta allo scenario di un congresso straordinario a doppia mandata, o quasi. Ricordando a Granellini le scadenze più urgenti del Pd nell’anno in corso e in quello successivo, tra referendum ed elezioni locali. Nelle e con le quali la segreteria del Nazareno vorrebbe costruire l’alternativa al centrodestra a sua personale trazione. E ciò per quanto dall’interno del suo stesso partito si siano recentemente levate voci anche di una certa autorevolezza sulla improbabilità di una simile trazione nel quadro di incertezza, se non di confusione, in cui la segretaria è costretta a muoversi sul terreno della politica estera e, a questo punto, anche della difesa.
Nel prendersi tutto il tempo che vorrebbe per coltivare il suo ambizioso progetto la Schlein ha mostrato nel salotto televisivo di Granellini di non temere le difficoltà che altri invece hanno intravisto nell’ultimo sondaggio della Ipsos di Nando Pagnoncelli pubblicato sul Corriere della Sera. Da cui risulta che da gennaio ad aprile il Pd è sceso dell’1,7 per cento dei voti e il MoVimento 5 Stelle ormai di Giuseppe Conte è aumentato dell’1,4.