Probabilmente Mark Zuckerberg sarà sobbalzato alla notizia che ByteDance potrebbe presto sconfinare nel comparto degli occhiali smart, strettamente presidiato almeno finora da Meta anche grazie alla partnership con la multinazionale italofrancese EssilorLuxottica.
LA GUERRA SI SPOSTA DAI SOCIAL AI DEVICE DA INDOSSARE?
Mentre pubblicamente mr. Facebook definisce la rivale una “minaccia urgente“, privatamente ammette coi suoi che il sorpasso è avvenuto perché non hanno capito con chi avessero a che fare ( “Quando ripenso a TikTok – la frase pronunciata dal founder in un meeting interno -, credo che parte del motivo per cui siamo stati lenti sia perché non pensavamo che fosse social. L’abbiamo guardato e abbiamo pensato: ‘Oh, questo è un po’ più simile a YouTube'”).
E ora che rumor su una possibile diversificazione di interessi della rivale hanno iniziato a rimbalzare in Rete, a Menlo Park non vorranno certo correre il rischio di sottovalutare l’avversaria che viene dal lontano Oriente. Anche perché se le voci di corridoio si rivelassero fondate, Meta si troverebbe a competere con ByteDance non solo sul fronte dei social, ma anche su quelli dei dispositivi indossabili.
I PIANI DI BYTEDANCE PER GLI OCCHIALI SMART
Non sarebbe la prima incursione di ByteDance nel settore hardware: i suoi laboratori hanno già realizzato auricolari e altri dispositivi con funzionalità supportate dall’Intelligenza artificiale (destinata a ravvivare anche il futuribile e vociferato wearable device made in China), mentre risulterebbe il suo debutto nel comparto, sempre più affollato, degli occhiali smart.
Secondo le indiscrezioni riportate da The Information, l’azienda nell’ultimo hanno avrebbe rimpinguato le proprie file di ingegneri del reparto Ricerca & Sviluppo al fine di ottenere un paio di smart glasses capaci di trasmettere file audio e video di elevata qualità mantenendo al contempo soddisfacente la longevità della batteria, evitando però moduli che finiscano per appesantire il device indossabile che va calato sul naso dell’utenza.
I DUE PRECEDENTI NEL SETTORE DEI VISORI VR
Non è chiaro se l’annuncio che ha sorpreso parecchi osservatori, diramato all’ultimo Mobile World Congress, tra una partnership tra ByteDance e la azienda di californiana di chip Qualcomm per la realizzazione di un visore VR (anch’esso settore strettamente presidiato da Meta e che ha visto diverse Big Tech Usa come Apple e Google perseverare con investimenti ingenti nonostante le difficoltà e l’indifferenza del mercato) c’entri in qualche modo con il progetto dei visori smart: le voci diffuse finora sarebbero scaturite anche da contatti che i cinesi avrebbero preso con fornitori esteri.
CON OCCHIALI E VISORI BYTEDANCE CI AVEVA VISTO LUNGO, EVITANDO I DAZI?
Quel che è certo è che ByteDance sembra avere piani per il settore dei device indossabili risalenti se si considera che nell’estate del 2021 la software house asiatica aveva acquisito la startup di San Francisco chiamata Pico, nota nell’ambiente per essere tra le realtà maggiormente attive nello sviluppo di visori VR.
Due mosse – l’accordo con Qualcomm e l’acquisizione di Pico – che oltre a confermare un interesse palpabile parrebbero scudare l’azienda cinese dagli effetti dei dazi di Trump considerato che la filiera sarebbe in massima parte statunitense.