Skip to content

it wallet comolake

Come funziona ComoLake di Micromegas e Fondazione Ets?

I quotidiani Fatto e Domani - che pizzicarono Barberio - oggi pizzicano all’unisono Butti post Barberio: ecco come sarà organizzata (e chi organizza) ComoLake 2025, la discussa kermesse lombarda sul digitale

Caro direttore,

spero tu sia pronto alla nuova edizione di ComoLake, la ComoLake2025. E pure a sborsare un po’ di soldi, perché chi vuole incontrare Alessio Butti, dominus indiscusso della kermesse comasca, quest’anno dovrà fare i conti con listini rialzati (si sa: il caro vita, l’inflazione, i dazi trumpiani… e tutto aumenta, pure il valore del tempo del nostro sottosegretario alla presidenza del Consiglio dello stesso partito della presidente Giorgia Meloni). Ma sto celiando mentre il discorso merita, per quanto possibile, una certa dose di serietà, sebbene l’oggetto della conversazione in sé – noterai – finisce per scivolare nelle sceneggiature dei film di Totò o di Sordi.

Leggo quest’oggi, sul Fatto Quotidiano e sul Domani che la più grande novità di ComoLake2025, evento nato per attività lobbistica alla luce del sole – sebbene con la garanzia di privacy che solo le sponde del lago lombardo sanno assicurare – le aziende paganti che aderiranno potranno prenotare, addirittura via app (del resto sovrintende tutto il dipartimento per la Trasformazione digitale…) incontri one to one col Dipartimento retto Butti e con, scrivono sul Fatto, “dirigenti di Società e Istituti pubblici”. Si parla tanto della necessità di tessere più stretti rapporti tra pubblico e privato, ma non avevo mai sentito di un obolo da versare per incontrare la Pubblica amministrazione. Che peraltro nemmeno ci fa una gran figura a passare tra gli industriali col cappello in mano, questuando una offerta.

Per ridurre gli imbarazzi, gli organizzatori parlano in merito di pacchetti di partnership. Il Fatto spiega che sono tre. “Il primo è “official” da 20 mila euro, il quale però non dà diritto di partecipare seduti al tavolo dei relatori e di parlare dal palco, e ha solo quattro posti riservati al giorno e due ospiti. Ma soprattutto non ha il servizio di “supporto per incontri one to one con istituzioni e aziende” che invece è garantito con le formule “Premium” da 30 mila euro e “Main” da 60 mila. Solo l’ultimo pacchetto dà la “Speaking Opportunity” cioè di parlare e partecipare a tutti gli eventi. Insomma, se paghi il massimo ottieni il massimo, compresa l’opportunità di incontrare quelli che contano”.

Sempre il Fatto ricorda che lo scorso anno ComoLake andò abbastanza deserta: insomma era così esclusiva che alla fine c’era solo chi ha pagato. E proprio chi ha pagato mugugnò non poco per l’investimento a quanto pare andato a vuoto. Forse è per questo che è stato cambiato il business model facendo perno, più sugli incontri col pubblico, su quelli con i tecnici istituzionali. Scrive il Domani: “Una tariffa da 30 a 60mila euro per avere la possibilità di incontro one-to-one dalla durata massima di 30 minuti col dipartimento della Trasformazione digitale che la premier Giorgia Meloni ha affidato al suo fedelissimo Alessio Butti. L’operazione è certificata dalla brochure di invito all’evento confezionata da Micromegas comunicazione” di Erminio Fragassa. Comunque complimenti a Micromegas, i suoi affari vanno a gonfie vele: oltre 6 milioni i ricavi nel 2023.

L’organizzatore è insomma sempre la stessa società romana, noi ne parlammo approfonditamente qua. Bene invece ha fatto l’altro organizzatore, Raffaele Barberio, non nuovo alla kermesse comasca e nell’edizione 2024 responsabile dei contenuti e dei rapporti con gli speaker, a tirarsene fuori (Barberio non è stato prorogato come consigliere di Butti e chissà perché), vista la deriva della manifestazione con tanto di incontri con Butti à la carte. “Per di più in quel di Como, che è anche la sua circoscrizione elettorale”, chiosano malignamente al Fatto. Anzi forse no: per via dell’immancabile svista sui materiali pubblicitari di ComoLake, spiegano sul Domani (“c’è stato un errore, il mercato ci chiedeva insistentemente le date e abbiamo agito con troppa fretta ma abbiamo già cambiato”, ha spiegato Fragassa), la definizione corretta sarà: “incontro dalla durata di trenta minuti con consulenti e tecnici delle istituzioni, esperti di trasformazione digitale”. Una formula che sembra escludere – o quanto meno non rende espliciti – confronti diretti tra clienti paganti e il sottosegretario Butti, come invece suggerito dalle prime brochure già inoltrate ai potenziali partner. Poi, ovviamente, se si paga per andare lì un incontro ci può anche scappare, ma non è più sul menu del giorno.

Al centro di tutto l’app il cui funzionamento è stato spiegato così da Fragassa al Fatto: “Quella brochure è scritta male ma è vero che realizzeremo un’App per facilitare gli incontri tra i partner e le istituzioni, ovvero che agevolerà le relazioni”. E come funzionerà? “Il soggetto istituzionale potrà vedere dai batch degli accessi chi sono le persone presenti e chi gli richiede l’incontro. Sarà poi lui a stabilire se quell’incontro si farà, dove, come e quando. Il soggetto istituzionale e il partner che attraverso la piattaforma decidono di incontrarsi avranno naturalmente la facoltà di non rendere pubblica la cosa sull’App. Noi, per motivi di privacy, non possiamo veicolare il dato”. Fragrassa precisa che l’opportunità degli incontri “è stata richiesta proprio dai partner. “Perché, insomma, è evidente il motivo…”.

Nonostante la correzione dell’ultimo minuto, la filosofia commerciale alla base dell’evento istituzionale a mio avviso è destinata a creare non pochi imbarazzi e magari a sollevare anche più di un interrogativo sull’opportunità di andare fino in fondo con questa formula che rischia di creare strane commistione pubblico-privato. Lo scorso anno proprio Start Magazine, assieme al Fatto e al Domani, non mancò di sottolineare che nel cortocircuito comasco potessero intravedersi conflitti d’interesse anche nella presenza di Barberio che, come sottolineato dal Domani è stato “a lungo direttore del giornale online specializzato sul digitale Key4Biz: la storia inizia nel 2023 quando Barberio struttura il primo ComoLake attraverso la società Now Italia con sede ad Ancona legata a doppio filo a Supercom Srl, editrice di Key4biz anch’essa con sede nella città marchigiana”. Come ricorda quest’oggi la testata diretta da Travaglio, probabilmente a seguito dei dubbi sollevati dai media, Barberio è stato il primo e il solo a capitolare: “Ne fece le spese il suo braccio destro, Raffaele Barberio, che un mese e mezzo dopo lasciò il suo incarico da 80 mila euro l’anno come “consigliere esperto” di Butti. “Per non dare adito a letture strumentali”, scrisse lui stesso. Il problema però, evidentemente, non era lui. Infatti oggi ci risiamo, ma con un’edizione ancora più spinta”.

Per questo, direttore, dico che Barberio ha fatto bene a ritirarsi. Certo, il suo addio alle scene non deve essere stato facile: come scriveva lo scorso anno l’AdnKronos, che era media partner dell’evento, Barberio era “ideatore e direttore ComoLake”. Sarebbe come se un film perdesse il proprio regista alla fine del primo tempo. Ma ComoLake a quanto pare andrà avanti comunque. E Barberio non si è ritirato a vita privata, ma si è fatto il proprio think-tank, IF-Italia nel Futuro (nel team anche la nota comunicatrice e lobbista Francesca Chaouqui, considerata molto vicina alla Lega di Salvini) che è anche un giornale online (la registrazione pare in corso al Tribunale di Roma) il cui direttore responsabile è appunto Raffaele Barberio. Un giornale che non lesina bordate al governo e, soprattutto, al dipartimento della Trasformazione digitale di Butti sui ritardi tutti italiani nel settore hi-tech, con editoriali al vetriolo firmati proprio da Barberio (proprio su dossier, guarda caso, seguiti anche da Butti).

Butti e Barberio, insomma, hanno preso ormai strade separate. E se Barberio s’è fatto il think-tank, Butti per ComoLake ha occupato quei vuoti rivolgendosi secondo il Fatto alla “fiorentina Fondazione Innovazione Digitale ETS”. E qui c’è un aspetto interessantissimo: la fondazione, pur chiamandosi Innovazione Digitale, non esiste sul Web, mentre a Firenze come si vede dallo statuto che linko ha sede Fondazione Italia Digitale ETS che però nulla c’entra, dalle verifiche fatte, con ComoLake. Ti invito a provare a googlare Fondazione Innovazione Digitale ETS e probabilmente il motore di ricerca ti restituirà solo risultati afferenti Fondazione Italia Digitale ETS e io stesso ero arrivato a pensare in un refuso del Fatto sul nome, ritenendo che il quotidiano si riferisse all’altro ente fiorentino. Pure su LinkedIn non si trova alcuna pagina dedicata a Fondazione Innovazione Digitale, ma facendo un controllo incrociato con le persone spunta almeno un soggetto che ne presiederebbe il Cda). La assenza da Internet del nuovo organizzatore mi pare un ottimo biglietto da visita. Come sarà stata scelta?

Insomma, direttore, pronto a mettere mano al portafogli per presenziare a ComoLake? La nuova edizione sembra persino più scoppiettante delle ultime!

Ci vediamo là,

Claudio Trezzano

Torna su