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La carica dei cloni di Instagram pronti a intercettare i delusi da una Meta troppo trumpiana

Le trumpate di Musk e Zuckerberg potrebbero lasciare qualche spiraglio alle app clone, anche di matrice europea, in grado di intercettare i delusi del nuovo corso delle piattaforme social principali? Da Flashes a Skygram, ecco quelle da tenere d'occhio.

Con ogni probabilità è ancora troppo presto per dire che il nuovo corso della Meta di Mark Zuckerberg, fatto di tagli di personale improvvisi, reprimende pubbliche, giravolte su fact checking e programmi sull’inclusione, già valso a Menlo Park un articolo su Fortune dal titolo evocativo che la presenta come ‘cruelest tech company out there’, ovvero l’azienda tecnologica più crudele del mondo, porterà a una emorragia di utenza simile a quella sofferta da X, che ha permesso a rivali come Mastodon o BlueSky, il social creato (e poi abbandonato, lo scorso maggio) dall’ex fondatore di Twitter, Jack Dorsey, di vivere un periodo particolarmente fortunato.

Ma è anche vero che ultimamente Meta martella parecchio con le pubblicità sui nuovi account per minorenni di Instagram e, data la posizione di indiscutibile rilievo di cui gode la piattaforma verticale su foto e brevi video, oggigiorno saldamente ai vertici nella classifica delle piazze del Web maggiormente frequentate, qualcosa sembrerebbe muoversi.

L’INTUIZIONE CHE POTREBBE RENDERE FLASHES VIRALE

Un indizio più consistente in tal senso potrebbe arrivare dai primissimi dati a disposizione su Flashes, app molto simile a Instagram messa a punto dallo sviluppatore berlinese Sebastian Vogelsang che ha avuto l’intuizione di crearla sullo stesso protocollo di base di Bluesky, l’AT Protocol (o  atproto  in breve).

Così facendo, infatti, Flashes ha accesso a un pubblico integrato: tutti i post che vengono pubblicati sull’app sono compatibili con Bluesky e ciò permette di raggiungere un pubblico più ampio rispetto a quello che utilizza l’app Flashes stessa se si considera che, anche grazie al mal contento che si è generato attorno a X, la startup di social network oggi può contare su una platea di 32 milioni di utenti.

COSA CI DICONO I DATI SU FLASHES

Andando ai dati più interessanti, l’app berlinese ha avuto 28mila e 400 download in meno di 24 ore dal lancio, risultato raddoppiato subito dopo per superare i 50mila download già sabato scorso. Vogelsang spera che Flashes attiri su Bluesky anche chi non si è mai visto come una “persona da Twitter“. “Questo potrebbe dar loro un punto d’accesso alla rete, all’intero protocollo“, ha detto a gennaio in occasione del lancio della beta (che suscitò la curiosità di alcune migliaia di persone), lasciando intuire la forza di simili soluzioni aperte, vero e proprio fumo negli occhi per chi invece detiene le chiavi d’accesso dei social che oggigiorno la fanno da padrone sul mercato.

La lista dei client di Vogelsang include anche Bluescreen, una delle tante app nate per riprodurre un’esperienza simile a TikTok su Bluesky. E proprio come Flashes, anche Bluescreen si appoggia a Bluesky, che sembra sempre più la “casa” delle varie app che stanno germogliando nel sottobosco ai piedi dei colossi del settore.

LE ALTERNATIVE A INSTAGRAM

Intanto, il panorama delle applicazioni che si pongono come alternativa più o meno seria e sensata a Instagram, talvolta ricalcandone lo stile grafico e il concept – in alcuni casi pure il nome – si va arricchendo di novità. Le principali sono senza dubbio Pixelfed basata su ActivityPub, utilizzato da Mastodon (altro rivale di X), e parte integrante di quel fediverso che ha iniziato a produrre numeri interessanti, Pinksky (5mila download sul Google Store) che proprio come Flashes è già direttamente collegata a Bluesky e infine Skygram, la quale, nonostante sembri la più rudimentale tra quelle più arrembanti, ha comunque oltre 100mila download sull’App Store di Google. Flashes invece al momento è presente solo nella vetrina digitale dei sistemi Apple, ma con l’arrivo della versione Android la sua corsa potrebbe subire un’altra grande accelerazione. L’app europea ha nel logo una nuvola temporalesca: sarà forse un cupo presagio per Menlo Park?

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