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Le imprese di Mattarella, La Russa e Renzi (attenzione: foto d’archivio)

Qualche impresa impossibile nel pur festoso contesto di fine anno... I Graffi di Damato

Voglio dedicare questo penultimo giorno dell’anno a qualche impresa impossibile, almeno nel contesto in cui si muovono gli interessati. E comincio dal più alto in grado sul piano istituzionale, che è il Capo dello Stato.

I PENSIERI DI MATTARELLA

Sergio Mattarella è alle prese col consueto messaggio di Capodanno a reti unificate cercando parole, concetti e quant’altro nuovi o diversi da quelli che ha trattato nei giorni e nelle scorse settimane incontrando autorità, diplomatici, giornalisti parlamentari e via via scorrendo l’elenco dei suoi ospiti al Quirinale. Certo, la cosiddetta attualità qualcosa gli ha lasciato a disposizione, come la clamorosa provocazione del regime iraniano di arrestare una giornalista italiana, Cecilia Sala, per poterla scambiare con un iraniano di cittadinanza anche svizzera, trafficante di droni e simili nelle guerre in cui l’Iran è impegnato direttamente e non. Costui è stato legittimamente arrestato in Italia su mandato di cattura internazionale degli americani, che ne attendono l’estradizione.

LA STAFFILATA DI MERLO (REPUBBLICA) A GOVERNO E GIORNALI SU CECILIA SALA

Vedremo se e come il capo dello Stato vorrà o potrà esporsi su questo fronte, che è costato ieri sera in televisione, a In Onda su la 7, una imbarazzata e imbarazzante esperienza al collega Francesco Merlo. Coraggiosamente invitato a spiegare le perplessità espresse sulla sua Repubblica sul contributo che il giornalismo ha voluto dare alla politica nell’azione fiancheggiatrice di questa sfida iraniana, ma trovatosi solo fra gli ospiti e i due conduttori della trasmissione. Che ad un certo punto non vedevano l’ora di ringraziarlo e scollegarlo dallo studio.

I RAPPORTI LA RUSSA-RENZI

Ma torniamo, o continuiamo nel nostro ragionamento risalendo all’inizio e passando dal presidente della Repubblica al presidente del Senato Ignazio La Russa. Il quale all’indomani del “camerata” e del sordo ricevuto in aula da Matteo Renzi ha cercato, in una intervista al Corriere della Sera, di declassarsi addirittura a “vigile urbano” del traffico interno a Palazzo Madama per spiegare come e perché si sia contenuto nella seduta, peraltro in diretta televisiva. E non si è detto per niente offeso, salvando quel poco che resta dei suoi rapporti con Renzi, senza i quali, perdurando allora una certa diffidenza o resistenza di Silvio Berlusconi, documentata anche da immagini d’aula, La Russa non sarebbe riuscito ad essere eletto alla presidenza del Senato, almeno così presto in apertura della legislatura partorita dalle elezioni vinte nel 2022 dal centrodestra.

LE IMPRESE FANTAPOLITICHE DI RENZI

Renzi, dal canto suo, pago di uno scontro cercato anche per accreditarsi nel campo dell’alternativa al centrodestra dove ha deciso di collocarsi, e di restare nonostante l’ostilità di Angelo Bonelli, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni, in ordine rigorosamente alfabetico, ha affidato alla Stampa il suo ultimo -ma sarebbe il caso di chiamare penultimo- progetto. Che è di “ricreare il Centro”, a sinistra, senza tuttavia guidarlo, visto che non riesce ad andare d’accordo con nessuno. Vasto programma, diceva la buonanima di Charles De Gaulle.

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