Per Cedacri la decisione del Tar su Ion e golden power non ha nessun impatto.
E’ quanto emerge da un lancio dell’agenzia Bloomberg che ha dato conto di un commento della società comprata dal gruppo Ion nel 2021.
Il tribunale – come scritto da Start Magazine – ha confermato la decisione del governo di limitare le modalità di utilizzo dei proventi dei bond da parte di una società (Cedacri) comprata dal gruppo Ion, impedendole potenzialmente di raccogliere debito per pagare dividendi alla società madre, ha sottolineato l’agenzia di stampa Bloomberg. Dividendi che comunque Cedacri sarebbe in grado di distribuire grazie ai 200 milioni di euro di Ebitda e cash flow a disposizione.
Il governo aveva prescritto a Cedacri (gruppo Ion) di utilizzare il prestito obbligazionario garantito da pegni su azioni e conti per implementare il piano industriale e non distribuire dividendi. Il tribunale ha respinto il ricorso presentato da Cedacri, fornitore di software per società finanziarie, contro la decisione del luglio 2023 del comitato per il golden power. Tale decisione faceva seguito alla vendita di un corporate bond avvenuta due mesi prima.
Il tribunale ha detto che il governo voleva condannare le azioni di Cedacri – rilevata da Ion in un leveraged buyout nel 2021 – per aver “aumentato rapidamente il debito in un breve periodo di tempo con l’unico scopo di distribuire grandi dividendi ai suoi azionisti”, secondo la sentenza pubblicata alla fine del mese scorso.
Scrive dunque Bloomberg: Ion può ancora trasferire dividendi senza emettere debito e potrebbe presentare un ulteriore ricorso per annullare la sentenza.
L’azienda ha sottolineato che le decisioni della commissione sono successive alla vendita delle obbligazioni del maggio 2023 e “non hanno un impatto” sull’uso dei proventi di tali titoli. “Ad oggi, la sentenza non ha alcun impatto su Ion, né su Cedacri”, ha dichiarato un portavoce.
Il tribunale di Roma, scrive ancora Bloomberg, “ha reso ancora più difficile la distribuzione di dividendi per le società sottoposte al controllo del golden power e già fortemente indebitate”, ha scritto in una newsletter di questa settimana Mila Filomena Crispino, avvocato di Freshfields Bruckhaus Deringer.