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Il Cnr di Carrozza è sfondato?

Perché il cda del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) non ha approvato ancora il bilancio 2023. Fatti, numeri e polemiche

Cosa succede al Consiglio nazionale delle ricerche?

Il consiglio di amministrazione del Cnr non ha accettato il “Rendiconto Generale dell’esercizio finanziario 2023” rimandando la sua approvazione “alla seduta del 25 giugno”. A segnalarlo è il sindacato Flc-Cgil che rintraccia le motivazioni del mancato avallo nel “riaccertamento dei residui passivi e attivi”.

PERCHÉ IL CDA DEL CNR HA RIMANDATO L’APPROVAZIONE DEL BILANCIO DELL’ENTE

“Il bilancio del Cnr è stato portato in cda con il parere positivo dei revisori ma con l’osservazione che i residui erano troppi”, dice a Startmag un addetto ai lavori che chiede l’anonimato. I residui sono le entrate accertate ma non ancora riscosse o alcune spese impegnate e non ancora pagate. “Il consiglio di amministrazione non l’ha voluto approvare e ha chiesto al bilancio una manovra straordinaria sui residui dal 2005 al 2016 che, a seguito di riaccertamento, verranno poi restituiti in toto agli istituti sotto forma di competenza. Solo a valle di questa operazione il bilancio sarà approvato, al 25 giugno, e prevedibilmente a luglio i residui torneranno disponibili”.

LA CORTE DEI CONTI APPROVA I CONTI DEL CNR CON QUALCHE APPUNTO

Di recente la Corte dei conti ha approvato la relazione del Cnr sulla gestione 2021 ma non senza qualche appunto. La Corte dei conti, nella Delibera n. 122/20239, ha sottolineato che il 2021 del Cnr si è chiuso “con un disavanzo finanziario di competenza (-4,42 milioni)”, un dato che migliora i risultati del 2020, quando il disavanzo era stato di 22,48 milioni ma che potrebbe indicare, “se ripetuto per più di tre esercizi uno squilibrio tale da dover indurre l’ente a una revisione della gestione e all’adozione dei necessari rimedi”.

I CONTI DEL CNR: AL PRIMO POSTO IL COSTO DEL PERSONALE

Tra le spese del Cnr presieduto da Maria Chiara Carrozza (nella foto) le più pesanti sono relative ai “Redditi da lavoro dipendente” che si attestano a 602,20 milioni, pari al 57,14 per cento delle uscite effettive, e in aumento rispetto al 2020 quando si era attestata a 584,05 milioni (con un incremento del 3,11 per cento).  La voce in esame è comprensiva anche degli esborsi per il finanziamento degli assegni di ricerca. Inoltre, nella classificazione delle spese secondo missioni e programmi, la voce più corposa è quella per “Ricerca e innovazione” (930,47 milioni, in aumento rispetto al 2020 nel quale erano attestata a 886,67 milioni) e “Servizi istituzionali e generali” della Direzione generale.

I CONTI DEL CNR: DIMINUISCONO I RICERCATORI E AUMENTANO I DIRIGENTI

Nel 2021 la dotazione di personale del Cnr è di 8327 persone, per la prima volta dopo diversi anni si è registrata una contrazione rispetto al 2020 (nel quale era pari a 8.494 unità). La diminuzione di 167 unità di personale è dovuta alla riduzione del numero dei ricercatori, dei tecnologi, degli operatori amministrativi e degli operatori tecnici che, in parte, hanno cambiato categoria di riferimento con concorsi interni e, in parte, sono cessati senza essere sostituiti. Invece, nell’anno di riferimento, sono aumentati i dirigenti ricercatori di 66 unità e i primi ricercatori di 120 unità mentre sono diminuiti i ricercatori di 271 unità, con un saldo negativo della categoria pari a 85 unità. Inoltre, è diminuito il numero dei collaboratori di amministrazione (-35 unità) e degli operatori tecnici (-172 unità). Allo stesso tempo è cresciuto il numero dei dirigenti passando da 452 unità a 549 (esclusi il Direttore generale e i Direttori di Dipartimento e di Istituto).

LE RIMOSTRANZE DEI SINDACATI: “INAMMISSIBILE IL RITARDO NELLA RESTITUZIONE DEI FONDI”

I sindacati reputano “inammissibile e gravissimo questo ritardo nella restituzione alla rete scientifica dei fondi necessari alla prosecuzione delle attività di ricerca in corso, fondi ottenuti grazie alla competenza e al lavoro del personale che opera negli istituti del Cnr”. Nella sua nota, la Flc Cgil spiega che il Foe (Fondo Ordinario per gli Enti di ricerca) “è quasi integralmente destinato al pagamento degli stipendi del personale, ed è solo la capacità delle colleghe e dei colleghi di attrarre fondi attraverso una moltitudine di progetti che consente quasi di raddoppiare il bilancio dell’Ente e di far fronte a questo pesante sottofinanziamento, sostenendo l’eccellenza nella ricerca e nell’innovazione”.

I FONDI RESIDUI INDISPENSABILI PER LE ATTIVITÀ DEI PROGETTI 

E i fondi residui su cui vuole vederci chiaro il cda? I fondi residui servono alla prosecuzione del progetto e rappresentano uno strumento indispensabile per le attività di progetti che prevedono l’erogazione di fondi a consuntivo. “Quando si è sollevato il problema di progetti che hanno ricevuto fondi a fine 2023, si è proposto, ove strettamente necessario per, ad esempio, assegni o rinnovi, di sbloccarli facendo uso del Fondo di rotazione – dice l’addetto ai lavori a Startmag -. La procedura richiede la realizzazione di una lista di suppliche motivate da inviare a DG e presidente. Si conta sulla collaborazione degli Istituti per inviare solo richieste davvero necessarie”.

LE RICHIESTE DEL SINDACATO

Le richieste dei sindacati sono chiare: “ripristinare nel più breve tempo possibile una modalità corretta di gestione delle risorse economiche, funzionale nei tempi e nei modi, oltre che improntata alla facilitazione e al rispetto del lavoro del personale, che rappresenta la più grande e preziosa risorsa del Cnr”.

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