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Il bilancio del Cnr ai raggi X della Corte dei conti

Il bilancio del Cnr: stabilizzazione del personale e aumento dei dirigenti fanno volare i costi e la Corte dei Conti bacchetta un po' il Consiglio presieduto da Maria Chiara Carrozza

 

La Corte dei conti approva la relazione del Cnr. I magistrati contabili, con la Delibera n. 122/20239, hanno validato la relazione sulla gestione 2021 del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) ma non senza qualche appunto.

COS’È IL CNR

Il CNR è un ente pubblico nazionale di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’università e della ricerca (Mur). L’Ente ha personalità giuridica di diritto pubblico, e gode di autonomia statutaria, scientifica, finanziaria, organizzativa, patrimoniale e contabile. Il CNR si occupa della “valorizzazione delle attività scientifiche in ambito nazionale, con una significativa ed esponenziale proiezione finalizzata alla cooperazione e integrazione a livello europeo”.

Ha, inoltre, il compito di svolgere e promuovere ricerche nei principali settori della conoscenza, in modalità interdisciplinare, “al fine di favorire lo sviluppo scientifico, culturale, tecnologico, economico e sociale dell’Italia, fornendo, altresì, supporto tecnico-scientifico agli organi costituzionali e alle amministrazioni pubbliche”. Gli organi del CNR sono: il Presidente, il Consiglio di amministrazione, il Consiglio scientifico generale e il Collegio dei revisori dei conti. I componenti del CdA e degli altri organi, compreso il Presidente, durano in carica quattro anni e possono essere confermati una sola volta.

I CONTI DEL CNR NEL 2021 SI CHIUDONO CON UN DISAVANZO

La Corte dei conti sottolinea che il 2021 del PNRR si è chiuso “con un disavanzo finanziario di competenza (-4,42 milioni)”, un dato che migliora i risultati del 2020, quando il disavanzo era stato di 22,48 milioni ma che potrebbe indicare, “se ripetuto per più di tre esercizi uno squilibrio tale da dover indurre l’ente a una revisione della gestione e all’adozione dei necessari rimedi”.

LE SPESE DEL CNR: 602 MILIONI PER I REDDITI DA LAVORO DIPENDENTE

Tra i conti del CNR la spesa principale è quella relativa ai “Redditi da lavoro dipendente” che si attesta a 602,20 milioni, pari al 57,14 per cento delle uscite effettive, e in aumento rispetto al 2020 quando si era attestata a 584,05 milioni (con un incremento del 3,11 per cento).  La voce in esame è comprensiva anche degli esborsi per il finanziamento degli assegni di ricerca. Aumenta anche la voce “Acquisto di beni e servizi” che arriva a 185,98 milioni, pari al 17,65 per cento delle uscite effettive. In aumento anche le spese calcolate nella voce “trasferimenti correnti”, che si attestano a 103,34 milioni, rispetto ai 101,28 milioni dell’esercizio precedente (con un aumento del 2,03 per cento).

Inoltre, nella classificazione delle spese secondo missioni e programmi, la voce più pesante è quella per “Ricerca e innovazione” (930,47 milioni, in aumento rispetto al 2020 nel quale erano attestata a 886,67 milioni) e “Servizi istituzionali e generali” della Direzione generale. Il costo riferito al rimborso mutui si attesta a 5,33 milioni, con un incremento del 20,92 per cento rispetto all’esercizio precedente (nel quale il costo era stato pari a 4,41 milioni).

LA DOTAZIONE DI PERSONALE PESA SUI CONTI DEL CNR: DIMINUISCONO I RICERCATORI E AUMENTANO I DIRIGENTI

Il CNR impiega 8327 persone, nel 2021 si è registrata, per la prima volta dopo alcuni anni, una diminuzione rispetto al 2020 (nel quale era pari a 8.494 unità). La diminuzione di 167 unità di personale è dovuta alla diminuzione del numero dei ricercatori, dei tecnologi, degli operatori amministrativi e degli operatori tecnici che, in parte, hanno cambiato categoria di riferimento con concorsi interni e, in parte, sono cessati senza essere sostituiti. Un’analisi per qualifiche evidenzia, infatti, che nell’anno di riferimento sono aumentati i dirigenti ricercatori di 66 unità e i primi ricercatori di 120 unità mentre sono diminuiti i ricercatori di 271 unità, con un saldo negativo della categoria pari a 85 unità. Inoltre, è diminuito il numero dei collaboratori di amministrazione (-35 unità) e degli operatori tecnici (-172 unità).

Allo stesso tempo è cresciuto il numero dei dirigenti passando da 452 unità a 549 (esclusi il Direttore generale e i Direttori di Dipartimento e di Istituto). “L’incremento ha riguardato prevalentemente i dirigenti di ricerca, passati dalle 422 unità del 2020 alle 488 unità del 2021, con una variazione assoluta di 66 posizioni e i dirigenti tecnologo che si sono attestati a 54 unità a fronte delle 22 unità in servizio nel 2020 (con un incremento di 32 unità) – si legge nella relazione -. Ai dirigenti operativi nei vari settori si aggiungono il Direttore generale, i Direttori di dipartimento, pari a 4 unità (a fronte delle 7 operative nel 2020) e i Direttori di istituto, pari a 78 unità, a fronte delle 75 unità presenti nel 2020”.

DIMINUISCONO I DIPENDENTI MA AUMENTANO LE SPESE PER IL PERSONALE

Queste operazioni hanno, chiaramente, avuto un riverbero sui conti del CNR e sui costi del personale dipendente che è passato da 533.060.086 del 2020 a 537.824.683 nel 2021, una variazione di 4.764.597superiore al disavanzo finanziario di competenza registrato (-4,42 milioni).

DIMINUISCE IL PERSONALE A TEMPO DETERMINATO

Tra il personale impiegato dal CNR figurano anche 147 persone a tempo determinato, finanziate con i fondi ordinari e con quelli esterni, in calo rispetto alle 286 del 2020, a testimonianza dell’ampio processo di stabilizzazione effettuato dall’Ente nel triennio 2018-2020. Diminuisce anche il numero di unità di personale CNR in comando presso altre Amministrazioni, con oneri a carico dell’Ente, che si attesta a 69 unità, a fronte delle 72 unità registrate nel 2020.

La Corte ha sottolineato che quest’ultima fattispecie dovrebbe avere “carattere di eccezionalità” soprattutto in una situazione finanziaria dell’Ente che presenta notevoli criticità e considerando che “negli ultimi anni il CNR ha aumentato in misura significativa il personale, con conseguente incremento dei costi”. Infine, il CNR ha finanziato 1.320 nuovi bandi per assegni di ricerca, 152 bandi per borse di studio, e sono 3.913 i contratti attivi nel 2021 per gli assegni di ricerca (in aumento sui 3.504 del 2020) e 472 i contratti per borse di studio, in diminuzione sui 502 dello stesso anno.

I CONTI DEL CNR: I PROBLEMI DI SPESA 

Come detto nel bilancio del CNR aumenta anche la voce “Acquisto di beni e servizi”, arrivando a 185,98 milioni di euro (il 17,65% delle uscite effettive). La Corte, nella sua relazione, evidenzia che una delle maggiori criticità riscontrate nella gestione degli ultimi anni dell’Ente ha riguardato l’acquisto dei beni e servizi necessari per lo svolgimento dell’attività istituzionale. I problemi sono stati causati da una scarsa programmazione la cui responsabilità è da rintracciare nel modello organizzativo dell’Ente con un numero elevato di sedi e di centri di responsabilità che, per molti anni, hanno agito in autonomia per gli acquisiti di beni e servizi.

I RITARDI NEL SALDO DELLE FATTURE

La Corte evidenzia come la crescita esponenziale della spesa, il ritardo nei pagamenti e la mancata osservanza delle procedure ad evidenza pubblica hanno indotto l’Ente ad avviare, a partire dall’anno 2019, i primi interventi di centralizzazione degli acquisti, anche mediante il ricorso alle Convenzioni Consip. Nel biennio 2020 – 2021 l’Ente ha proseguito lungo la strada della centralizzazione delle forniture (energia elettrica, gas naturale, buoni pasto). Ciononostante, l’Ente continua a essere un pagatore ritardatario. Nel 2021”il ritardo ha interessato 20873 fatture (18.241 nel 2020 e 22.858 nel 2019), per un ammontare pari a 81,29 milioni (56,61 milioni nel 2020 e 62,91 milioni nel 2019)”. Le fatture che hanno evidenziato ritardi maggiori di 99 giorni sono 1.255 (1.564 nel 2020), per un ammontare di 59,55 milioni (3,2 milioni nel 2020). Inoltre, i tempi di pagamento sono negativi e in peggioramento (11 giorni, contro i 9 del 2020).

LE ENTRATE DEL CNR: IN AUMENTO DEL 7,42%

Le entrate accertate sono in aumento rispetto all’anno precedente e si attestano a 1.049,54 milioni (+7,42% sul 2020), grazie anche all’aumento del finanziamento Mur passato da 693,50 a 745,06 milioni. Le entrate extra tributarie si fermano a 71,98 milioni, in aumento rispetto all’esercizio precedente (62,83 milioni) ma con un’incidenza percentuale sul totale annuo pressoché invariata (pari al 6,86 per cento, a fronte del 6,43 del 2020). Le entrate in conto capitale si attestano a 55,61 milioni di euro, in deciso aumento rispetto agli 29,69 milioni del 2020. Le spese impegnate, segnano quota 1.053,97 milioni (+5,45%) e la spesa principale è quella relativa ai redditi da lavoro dipendente (602,20 milioni di euro, contro i 584,05 dell’anno precedente).

I RESIDUI ATTIVI AUMENTANO E LA CORTE ESORTA A FARE UNA VERIFICA DEI CREDITI PIÙ DATATI

La corte, nella sua relazione, attira l’attenzione sui residui attivi che a fine 2021 ammontano a 229,33 milioni, a fronte dei 228,14 del 2020, dunque in lieve aumento (+0,53%). La Corte sottolinea che l’elevato ammontare dei residui attivi e soprattutto la datazione di alcuni di essi “rende necessaria un’attività di verifica dei crediti e, non appena esigibili, del loro recupero”. Ad aumentare, in maniera costante, sono anche i residui passivi (810,10 milioni nel 2019; 911,12 nel 2020; 1.017,78 nel 2021).

L’AVANZO DELLA SITUAZIONE AMMINISTRATIVA

La situazione amministrativa mostra un avanzo (197,18 milioni) in aumento sui 173,53 registrati a fine 2020 e le attività patrimoniali crescono di 181,53 milioni (l’aumento 2020 era di 87,65 milioni) per i maggiori valori dell’attivo circolante (+165,95 milioni) e delle immobilizzazioni (+15,7 milioni). La differenza tra valori e costi della produzione (166,86 milioni di euro) è in significativo aumento sui 29,15 del 2020 (+472,49%), per i maggiori proventi della gestione (1.030,88 milioni di euro, contro i 921,73 precedenti) e il suo minor costo (864,02 milioni, contro gli 892,58 del 2020).

LA CENTRALITÀ DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEL CNR: VALE 760 MILIONI DI EURO

L’importanza del patrimonio immobiliare è centrale per il CNR poiché l’Ente è organizzato con una pluralità di sedi ubicate sull’intero territorio nazionale, dotate, in molti casi, di impianti ad alto valore tecnologico, strumentali per lo svolgimento delle attività di ricerca. Il valore del patrimonio immobiliare, valutata dal CNR al termine del 2021, si attesta a “760,60, (755,71 milioni a fine 2020), a fronte di una valorizzazione nello Stato patrimoniale del bilancio pari a 199,94 milioni e a 560,66 milioni di fondo ammortamento, e consta di 65 immobili/complessi immobiliari”.

IL CNR E IL PNRR

Il CNR partecipa attivamente alla realizzazione di progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e al Piano nazionale complementare (PNC) in qualità di soggetto attuatore. Al 30 giugno 2023 sono stati approvati 69 progetti, due dei quali rientrano nel Piano nazionale complementare; in relazione ad essi, in 25 progetti l’Ente è soggetto realizzatore, mentre in altri 40 è soggetto attuatore. Tutti i progetti sono stati avviati, perlomeno in relazione alle necessarie procedure di assunzione o conclusione dei contratti di ricerca.

LA RIORGANIZZAZIONE DEL CNR NEL TRIENNIO 2018-2020

Nel corso degli ultimi anni l’Ente è stato protagonista di una riorganizzazione, nel triennio 2018-2020, che ha provato a razionalizzare le risorse umane, finanziarie e strumentali in un numero limitato di Istituti a competenza specifica.

Il CNR è così organizzato:

  • 18 Aree di ricerca;
  • 7 Dipartimenti;
  • 14 Aree territoriali della ricerca, istituite in altrettante Regioni;
  • 88 Istituti di ricerca (con 220 Centri di spesa, tenendo conto delle sedi secondarie e periferiche;
  • Uffici dirigenziali e Unità, presso la sede centrale.

IL PIANO PER IL RILANCIO DEL CNR

Inoltre, la legge di bilancio 2022 ha delineato una significativa riorganizzazione dell’Ente, definita dal Piano di rilancio nel quale è stato definito un cronoprogramma che prevede, tra le altre cose:

  • la revisione delle aree disciplinari e dell’organizzazione scientifica, in base ai panel ERC;
  • la digitalizzazione dei sistemi di sicurezza informatica, nonché dell’applicativo della gestione contabile, e di quello della gestione del personale;
  • la definizione della programmazione pluriennale per la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare dell’Ente;
  • la programmazione degli interventi di efficientamento energetico e la pianificazione operativa dell’agenda digitale;
  • l’approvazione del nuovo sistema di reclutamento;
  • il completamento del programma di centralizzazione dei servizi in favore della Rete Scientifica;
  • lo sviluppo di metodi innovativi di valorizzazione della ricerca, anche in partnership con il mondo industriale.

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