Dei cinque spasimanti di cui si vociferava in autunno interessati all’acquisto del sito di Crevalcore di Marelli (tutti «soggetti industriali con una seria reputazione e dimensioni medio-grandi, attivi nel settore della fusione e lavorazione dell’alluminio per i settori automotive ed energia, tutti nomi credibili e con una esperienza consolidata sul mercato, già vagliati dal punto di vista sia finanziario sia industriale», aveva detto Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e Lavoro dell’Emilia-Romagna), nelle ultime settimane le proposte più concrete per rilevare lo stabilimento specializzato nella lavorazione di componenti in alluminio per l’automotive sono rimaste un paio.
Da parte sua, per ingolosire gli investitori, la Giunta Bonaccini ha già fatto sapere di essere pronta ad attivare la legge 14/14 per l’attrazione di investimenti, come pure i fondi per l’efficientamento energetico e quelli per la ricerca così da sostenere l’eventuale acquirente nel caso fossero necessarie altre spese per la riconversione delle produzioni in essere.
LE OFFERTE DI TECNOMECCANICA E NICHE FUSINA
Restano così in scena, come anticipato da fonti di stampa, da un lato Tecnomeccanica, azienda attiva nel medesimo settore dell’alluminio pressofuso, il cui potenziale investimento sarebbe di 25 milioni per un totale di 150 addetti. La realtà piemontese – scrive Il Sole 24 Ore – vorrebbe installare un terzo forno e nuovi macchinari per le lavorazioni di alluminio pressofuso.
La società sabauda dovrà vedersela con l’offerta della multinazionale Niche Fusina, con stabilimenti sparpagliati in tutta Europa, dalla Gran Bretagna alla Francia fino al Veneto. A Crevalcore – si legge sempre sul quotidiano di Confindustria – l’aziende continuerebbe le attuali lavorazioni ma l’intenzione sarebbe di installare un nuovo laminatoio di dimensioni più ridotte rispetto a quelle del polo veneto, con nuove lavorazioni collegate. L’investimento sarebbe inferiore, compreso tra i 12 e i 15 milioni, ma il numero di lavoratori assorbiti si avvicinerebbe comunque alle 150 unità.
LE PRETENDENTI: CHI È E COSA FA TECNOMECCANICA
Tecnomeccanica è una fonderia della provincia di Novara concentrata nella produzione di componenti di precisione pressofusi in alluminio per l’automotive e per questo, aggiunge il Corriere della Sera, già cliente dello stabilimento.
Attiva dal 1945, produce componenti pressofusi in lega di alluminio e produce parabole metallizzate per fari nel settore dell’auto e dissipatori di calore per luci a led. Nel 2016, Idea Sgr, parte di gestito da DeA Capital Alternative Funds Sgr Spa, ha acquisito il controllo della società novarese dalla famiglia Agradi.
Il Fondo IDeA Efficienza Energetica e Sviluppo Sostenibile sul finire del 2021 ha poi ceduto la partecipazione in Tecnomeccanica a un pool di soci guidato dall’attuale amministratore delegato della società, l’Ingegner Simone Ferrucci.
Secondo quanto riportato da BeBeez, il fondo ha incassato circa 20 milioni di euro per la sua quota del 93,6%. Inoltre, nel corso del 2018, Tecnomeccanica ha acquisito Mea Srl di Moncalieri dal gruppo industriale Olsa. Tecnomeccanica ha chiuso il 2020 con ricavi per 20,5 milioni, un ebitda di 1,6 milioni e una posizione finanziaria netta di 3,5 milioni.
LA RIVALE: CHI È E COSA FA NICHE FUSINA ROLLED PRODUCTS
Sempre dal Nord arriva la seconda pretendente, Niche Fusina Rolled Products, azienda guidata dal presidente Thomas Robb e dal ceo Vincenzo Zinniche che fa capo al gruppo statunitense Dada, specializzata nella produzione di laminati industriali in alluminio.
L’ACQUISIZIONE DELL’EX ALCOA DI PORTO MARGHERA
Questa realtà di recente, nel 2022, ha rilevato dalla Slim Fusina Rolling in concordato preventivo, società attiva a livello mondiale nella produzione di laminati in alluminio per il comparto industriale, lo stabilimento ex Alcoa di Porto Marghera.
Il percorso ha permesso il salvataggio del compendio produttivo e di 248 posti di lavoro, grazie a tavoli tra le parti sociali, le rappresentanze dei lavoratori, della Regione del Veneto ma soprattutto dello Stato che ha sostenuto l’operazione di rilancio intervenendo nel capitale della nuova azienda attraverso il Fondo di Salvaguardia gestito da Invitalia.
Niche Fusina Rolled Products si è aggiudicata all’asta il ramo d’azienda di Slim Fusina il 25 gennaio del 2022, al prezzo base di 14 milioni e 470 mila euro con la partecipazione come detto di Invitalia, con circa 10 milioni, attraverso il Fondo Salvaguardia a supporto delle attività in Italia.
LA PARTECIPAZIONE DI INVITALIA
Niche Fusina Rolled Products è la newco costituita in joint venture da Concord Resources Limited (società inglese attiva nel commercio di metalli primari e principale fornitore di alluminio di Slim Fusina) e Dada Holdings al 51% con la partecipazione di Invitalia in qualità di gestore del Fondo di salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell’attività d’impresa, che ne detiene il 49%.