Il capo dei Servizi segreti Elisabetta Belloni ha ricevuto il premio “Francesco Cossiga per l’Intelligence”.
Si è tenuta ieri 4 ottobre nell’Aula dei Gruppi di Montecitorio l’assegnazione del riconoscimento “Per l’intelligence” 2023 alla numero uno del direttore del Dis (il Dipartimento che coordina i Servizi Segreti, ossia Aisi e Aise), ricevuto dalle mani di Gianni Letta, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio nei governi Berlusconi.
Il premio che porta il nome del Presidente della Repubblica emerito, scomparso nel 2010 all’età di 82 anni, è un’iniziativa promossa dalla Società Italiana di Intelligence (Socint) dal 2020 per riconoscere il contributo agli Studi sull’Intelligence in Italia.
L’edizione 2023 assegnata ieri alla Camera dei Deputati a Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dis, è stata l’occasione per esaminare le sfide dell’intelligence, strumento indispensabile per la difesa della democrazia, nel segno e nel ricordo di Francesco Cossiga, al quale è intitolato il Premio.
Tutti i dettagli.
LE MOTIVAZIONI DEL PREMIO “FRANCESCO COSSIGA PER L’INTELLIGENCE” 2023 E GLI ELOGI DI LETTO E CALIGIURI
Elisabetta Belloni “si è concretamente adoperata per diffondere la cultura dell’intelligence, per garantire il benessere dei cittadini e la sicurezza delle istituzioni democratiche” ha spiegato il professor Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence, intervenendo all’assegnazione del “Premio Francesco Cossiga per l’intelligence 2023” alla direttrice generale del Dis Elisabetta Belloni, presso l’Aula dei Gruppi di Montecitorio.
Al vertice della Farnesina, “Elisabetta Belloni ha servito tutti i governi, di tutti i colori, tanti e diversi. Ma lei, indipendentemente dal colore, svolge il suo ruolo in maniera rigorosamente istituzionale. È animata dallo stesso senso dello Stato e dallo stesso culto delle istituzioni che animava Francesco Cossiga”, ha fatto eco Gianni Letta, presidente della Giuria del premio istituito dalla Socint.
ATTIVITÀ E VERTICI DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI INTELLIGENCE
Come si legge sul sito web, la Società Italiana di Intelligence è un’associazione scientifica senza fini di lucro che promuove lo studio e la cultura scientifica dell’intelligence in Italia. Il principale obiettivo dell’associazione è quello di diffondere l’intelligence come materia di studio e ricerca scientifica, facendola riconoscere come disciplina nelle università del nostro Paese.
Come già detto, il presidente della Società Italiana di Intelligence è Mario Caligiuri, professore ordinario di pedagogia all’Università della Calabria ed è considerato uno dei massimi studiosi europei di intelligence a livello accademico (si legge sempre sul sito Socint) mentre la carica di Segretario Generale è ricoperta da Luigi Rucco (Qui l’approfondimento di Startmag).
Nelle edizioni precedenti il riconoscimento “Francesco Cossiga per l’intelligence” è andato a Carlo Mosca (2020), Paolo Savona (2021) e Franco Gabrielli (2022). Quest’anno la Giuria della Socint ha conferito quindi il premio ad Elisabetta Belloni, capo dei Servizi Segreti e segretario generale della Farnesina dal 2016 al 2021.
LE PAROLE DI ELISABETTA BELLONI
La direttrice del Dis non ha nascosto la sua “profonda commozione” nel vedere il suo nome associato a quello del Presidente Cossiga, “della cui amicizia e del cui affetto ho beneficiato nel corso degli anni”.
Belloni ha poi snocciolato alcuni principi cardine del ‘Cossiga pensiero’ in materia di servizi: “Il primo insegnamento” di Cossiga “è che uno Stato democratico ha bisogno di servizi di intelligence efficaci. L’intelligence è una componente del circuito istituzionale e così deve essere percepita anche dall’opinione pubblica”, ha affermato la direttrice del Dis. “L’opinione pubblica – ha rimarcato Belloni – deve comprendere che il perimetro giuridico dell’azione dell’intelligence è un valore e non un limite. In questo senso il ruolo che viene svolto egregiamente dal Copasir si inserisce a pieno titolo in questo contesto. Non deve essere sottovalutato il ruolo svolto dal Parlamento attraverso una Commissione dedicata”.
La numero uno del Dis ha poi messo in guardia dai “pericoli insiti nella continua azione di delegittimazione dei servizi”. Un’azione di fronte alla quale “credo sia necessaria una promozione della cultura dell’intelligence, perché è necessario conoscere le vere competenze dei servizi, e comprendere soprattutto che se parliamo di servizi segreti, segreti sono”.
LA FRECCIATINA ALLA STAMPA
A tal proposito si è detta “attonita” per un articolo apparso qualche giorno fa sulla stampa “nel quale si diceva, non so da quale fonte, che la presidente Meloni non era stata informata dai servizi segreti sulle attività della Cina, come se io dovessi pubblicare quello che scrivo sulla Cina al presidente del Consiglio. Mi sembra veramente che siamo un paese piuttosto originale da questo punto di vista”. “Tra l’altro – ha poi puntualizzato Belloni – il giorno prima le avevo mandato un rapporto, quindi la cosa era anche divertente da questo punto di vista…”.
LA PASSIONE DI COSSIGA PER IL MONDO DEI SERVIZI SEGRETI
Dopodiché, come riporta l’agenzia di stampa Adnkronos, tutti i relatori del convegno – dal vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (Forza Italia) al presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone (Fdi), passando per il presidente del Copasir Lorenzo Guerini (Pd) e per la stessa Belloni – hanno posto l’accento sull’inesauribile passione di Cossiga per il mondo dei servizi segreti: “Cossiga temeva le trappole dell’ignoranza e detestava la protervia degli ignoranti” e “non vi fu mai” da parte sua “una iniziativa improvvisata o che non fosse frutto di un’analisi o di uno studio attento e approfondito”, ha detto Mulè, sottolineando come “osservazione, intuizione, analisi e studio” siano stati i pilastri del cosiddetto “metodo Cossiga”.
“Cossiga aveva il senso delle istituzioni e la capacità di guardare lontano” ha osservato il professor Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence, e “fu uno dei pochi a comprendere cosa avrebbe significato il crollo del Muro per il sistema politico italiano, dimostrando una straordinaria capacità profetica” ma “fu inascoltato, incompreso, contrastato e deriso”.
“La vera passione di mio padre era l’intelligence” ha ricordato il figlio di Cossiga, Giuseppe, aggiungendo come Belloni sia stata “una pupilla” del padre “sin dai tempi dell’Unità di crisi della Farnesina”.
Da Gianni Letta, presidente della giuria del Premio Cossiga, è arrivato un elogio alla memoria del Presidente emerito: “Cossiga ha contribuito come pochi a riabilitare l’immagine e la condotta” dei servizi segreti, ha scandito l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, per il quale la passione di Cossiga per l’intelligence “nasceva dalla convinzione che in una società democratica il presidio primario fondamentale per la sicurezza delle istituzioni e la pacifica convivenza dei cittadini sia un ordinato e funzionante sistema di intelligence”.
NECESSARIA CAUTELA DA PARTE DEL LEGISLATORE SUI TEMI DI INTELLIGENCE
Inoltre, l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri e presidente di Civita ha colto l’occasione del suo intervento per un un riferimento alle “picconate”: “Cossiga ha imbracciato il piccone perché quel senso dello Stato gli causava un tormento, un’angoscia, vedendone il disfacimento, lo sgretolamento progressivo anche per la corruzione. Pensava di dover intervenire in maniera drammaticamente forte”.
Infine, sempre Letta ha anche concordato con il presidente del Copasir Lorenzo Guerini sulla necessità di adoperare cautela quando si legifera sui temi di intelligence: “Un argomento così delicato non può essere affrontato a colpi di maggioranza o senza la sufficiente condivisione con il Parlamento”. (qui l’approfondimento di Start Magazine sulla riforma dei Servizi)
E’ stato l’unico accenno più politico in una manifestazione molto istituzionale. Tutti interventi brevi, un paio minuti, tranne quello di Letta, durato circa 25 minuti. Cossiga jr. ha fatto una rivelazione, abbastanza sorprendente: mio padre non era esperto di “soldatini” come si ritiene, perché non distingueva un Centurione da una Guardia napoleonica; il vero intenditore di “soldatini” sono io.
Non si sono visti infine rappresentanti di spicco delle aziende top del settore, tranne Benigni del gruppo Elt-Elettronica. Idem per i militari, a parte l’ammiraglio Giacinto Ottaviani, Presidente CASD.